Serie A, il dossier fondi divide i club e torna sul tavolo
Fumata nera sui diritti Tv Dazn accusa Sky: somme ai club per i diritti d’archivio
L’idea dei due step - prima i diritti Tv e poi la decisione sui fondi – alla prova dei fatti non ha funzionato.
La fumata nera sull’assegnazione dei diritti audiovisivi per il prossimo triennio, ieri durante l’assemblea della Serie A, ha convinto i vertici della Lega a rimettere sul tavolo il dossier fondi. E quindi, oltre alla scelta fra Dazn- Tim o Sky, al prossimo appuntamento « come richiesto da un qualificato numero di Società, sarà posta all'ordine del giorno anche l’operazione con il consorzio Cvc- Advent- Fsi » .
Mossa necessaria per uscire da uno stallo certificato dalla votazione con 11 club ( Atalanta, Cagliari, Fiorentina, Verona, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli, Parma e Udinese) a favore di Dazn – che, è stato acclarato, ha un accordo con Tim da 340 milioni di minimo garantito per partnership commerciale e tecnologica – e 9 astenuti ( Benevento, Bologna, Crotone, Genoa, Roma, Sampdoria, Sassuolo, Spezia e Torino).
L’obiettivo dei 14 voti non è stato raggiunto e la divisione sulla scelta fra Dazn e Sky è in realtà una frattura consumata sull’ingresso dei fondi in una costituenda media company della Lega Serie A. L’idea che si è fatta strada, soprattutto tra i detrattori dei private equity, è che con le risorse in gioco con questa vendita dei diritti Tv si possa fare a meno dei fondi e spingere su altre opportunità di finanziamento.
Soluzione, questa, ritenuta al contrario troppo pericolosa da parte dei sostenitori dei fondi – che quindi hanno fatto ancora una volta andare a vuoto l’assegnazione – visti come un’àncora cui aggrapparsi per la sostenibilità dei conti del sistema. E fra i presidenti favorevoli a i fondi c’è anche chi è convinto che proprio la nuova governance potrebbe permettere di trattare con le televisioni in modo più proficuo. In questa contrapposizione ci sono, in ultima analisi, squadre come Juve e Inter che si sono schierate contro i fondi vista la clausola che bloccherebbe la strada alla partecipazione dei grandi club alla eventuale Superlega. Se si arrivasse alla conta, al momento i fondi avrebbero 13 voti a favore. Ma ne servono uno in più per il term sheet e 2 in più per l’accordo di distribuzione.
In questo quadro il tempo inizia a scarseggiare. Il 29 marzo scadono i termini per decidere sulle offerte di Dazn e Sky. E fra i duellanti la temperatura è sempre più alta. In una lettera di Dazn alla Lega e visionata dal Sole 24 Ore c’è chiara l’accusa a Sky di aver « contattato individualmente i singoli club sportivi per offrire rilevanti somme per l'acquisizione dei loro diritti di archivio e/ o di marketing » . Tutto questo unito alla preoccupazione per « il persistente ritardo nell'assegnazione dei diritti e la spiacevole pubblicazione di informazioni confidenziali » che potrebbe offrire l’occasione per « distorcerne o illegittimamente influenzarne lo svolgimento » ( della gara, ndr.). Dazn punta l’indice anche contro la « non sollecitata offerta » di Eleven Sports che « sembrerebbe un mero tentativo di sovvertire o comunque distorcere l'esito della procedura di gara in corso » .
A spezzare una lancia in favore di Sky è invece intervenuta l’Adiconsum chiedendo ad Agcom di « intervenire con urgenza per non creare discriminazioni fra i cittadini » visto che « riceviamo continue lamentele di migliaia di consumatori che non riescono a vedere le partite via web » . Intanto anche per l’Europa League le partite in streaming dovrebbero essere visibili grazie a Dazn ( oltre a Sky che ha preso i diritti per tutti i match, ma non può avere l’esclusiva su Iptv). La piattaforma potrebbe averla spuntata con l’offerta più alta arrivata alla Uefa davanti ad altre fra cui quelle di Discovery e Mediaset.