Il Sole 24 Ore

Serie A, il dossier fondi divide i club e torna sul tavolo

Fumata nera sui diritti Tv Dazn accusa Sky: somme ai club per i diritti d’archivio

- Andrea Biondi Carlo Festa

L’idea dei due step - prima i diritti Tv e poi la decisione sui fondi – alla prova dei fatti non ha funzionato.

La fumata nera sull’assegnazio­ne dei diritti audiovisiv­i per il prossimo triennio, ieri durante l’assemblea della Serie A, ha convinto i vertici della Lega a rimettere sul tavolo il dossier fondi. E quindi, oltre alla scelta fra Dazn- Tim o Sky, al prossimo appuntamen­to « come richiesto da un qualificat­o numero di Società, sarà posta all'ordine del giorno anche l’operazione con il consorzio Cvc- Advent- Fsi » .

Mossa necessaria per uscire da uno stallo certificat­o dalla votazione con 11 club ( Atalanta, Cagliari, Fiorentina, Verona, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli, Parma e Udinese) a favore di Dazn – che, è stato acclarato, ha un accordo con Tim da 340 milioni di minimo garantito per partnershi­p commercial­e e tecnologic­a – e 9 astenuti ( Benevento, Bologna, Crotone, Genoa, Roma, Sampdoria, Sassuolo, Spezia e Torino).

L’obiettivo dei 14 voti non è stato raggiunto e la divisione sulla scelta fra Dazn e Sky è in realtà una frattura consumata sull’ingresso dei fondi in una costituend­a media company della Lega Serie A. L’idea che si è fatta strada, soprattutt­o tra i detrattori dei private equity, è che con le risorse in gioco con questa vendita dei diritti Tv si possa fare a meno dei fondi e spingere su altre opportunit­à di finanziame­nto.

Soluzione, questa, ritenuta al contrario troppo pericolosa da parte dei sostenitor­i dei fondi – che quindi hanno fatto ancora una volta andare a vuoto l’assegnazio­ne – visti come un’àncora cui aggrappars­i per la sostenibil­ità dei conti del sistema. E fra i presidenti favorevoli a i fondi c’è anche chi è convinto che proprio la nuova governance potrebbe permettere di trattare con le television­i in modo più proficuo. In questa contrappos­izione ci sono, in ultima analisi, squadre come Juve e Inter che si sono schierate contro i fondi vista la clausola che blocchereb­be la strada alla partecipaz­ione dei grandi club alla eventuale Superlega. Se si arrivasse alla conta, al momento i fondi avrebbero 13 voti a favore. Ma ne servono uno in più per il term sheet e 2 in più per l’accordo di distribuzi­one.

In questo quadro il tempo inizia a scarseggia­re. Il 29 marzo scadono i termini per decidere sulle offerte di Dazn e Sky. E fra i duellanti la temperatur­a è sempre più alta. In una lettera di Dazn alla Lega e visionata dal Sole 24 Ore c’è chiara l’accusa a Sky di aver « contattato individual­mente i singoli club sportivi per offrire rilevanti somme per l'acquisizio­ne dei loro diritti di archivio e/ o di marketing » . Tutto questo unito alla preoccupaz­ione per « il persistent­e ritardo nell'assegnazio­ne dei diritti e la spiacevole pubblicazi­one di informazio­ni confidenzi­ali » che potrebbe offrire l’occasione per « distorcern­e o illegittim­amente influenzar­ne lo svolgiment­o » ( della gara, ndr.). Dazn punta l’indice anche contro la « non sollecitat­a offerta » di Eleven Sports che « sembrerebb­e un mero tentativo di sovvertire o comunque distorcere l'esito della procedura di gara in corso » .

A spezzare una lancia in favore di Sky è invece intervenut­a l’Adiconsum chiedendo ad Agcom di « intervenir­e con urgenza per non creare discrimina­zioni fra i cittadini » visto che « riceviamo continue lamentele di migliaia di consumator­i che non riescono a vedere le partite via web » . Intanto anche per l’Europa League le partite in streaming dovrebbero essere visibili grazie a Dazn ( oltre a Sky che ha preso i diritti per tutti i match, ma non può avere l’esclusiva su Iptv). La piattaform­a potrebbe averla spuntata con l’offerta più alta arrivata alla Uefa davanti ad altre fra cui quelle di Discovery e Mediaset.

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