Il vino sostenibile di Avignonesi verso la certificazione BCorp
Èuna delle prime aziende vinicole italiane a diventare “società benefit”, grazie all’inserimento nello statuto degli obiettivi di sostenibilità ( impatto positivo sull’ambiente e sulla società) accanto a quelli di profitto. Ma ora Avignonesi, nome prestigioso del Nobile di Montepulciano – 175 ettari di vigneti, 600mila bottiglie e 8,8 milioni di fatturato consolidato 2019 per il 50% all’export – è già pronta a fare un passo ulteriore: diventare ( anche) BCorp, acquisendo la certificazione di sostenibilità riconosciuta a livello internazionale, e già diffusa in più di 70 Paesi e 150 settori.
Per farlo occorre raggiungere un punteggio minimo in un questionario che misura le performance ambientali e sociali, oltre che integrare lo statuto con l’impegno alla sostenibilità verso gli stakeholder ( cosa già fatta diventando società benefit). « Servono almeno 80 punti su 200 per qualificarsi BCorp – spiega la proprietaria di Avignonesi, Virginie Saverys – e noi nel questionario abbiamo raggiunto quota 90. Ora aspettiamo l’ultimo passaggio, l’ispezione dell’ente BLab per certificare che siamo una BCorp » . Sarà il coronamento di un percorso: Virginie è una pioniera in questo campo, avendo fatto da anni battaglie per la tutela dei diritti dei lavoratori nei campi e avendo deciso tra le prime di trasformare l’azienda in biologica e biodinamica. « Ma da quando abbiamo deciso di diventare biologici il mondo è cambiato molto – spiega Virginie, che ha acquistato Avignonesi nel 2009 – all’inizio non pensavamo neppure di specificare sull’etichetta che il vino era bio, oggi nei punti vendita, soprattutto in Nord Europa, l’area dei vini biologici è separata dalle altre e sta diventando sempre più importante » .
Lo stimolo a diventare Benefit Corporation è arrivato anche da Aboca, società toscana che coltiva erbe officinali e produce prodotti fitoterapici ( da Avignonesi compra sottoprodotti biologici del vino per fare integratori alimentari) che è diventata società benefit nell’ottobre 2018 e BCorp nel dicembre 2019. « Parlando con chi ha già fatto questo passo – spiega Virginie – capisci che si tratta di un lavoro in continua evoluzione: ogni anno puoi migliorare, visto che c’è un elenco di 200 comportamenti, dai rapporti con i lavoratori a quelli con la comunità, che ti spingono a domandarti se stai facendo la miglior cosa possibile. In azienda ci stiamo interrogando tutti, dall’enologo agli addetti alla ricerca e sviluppo fino all’agronomo, sul fatto che quel modo di operare sia sostenibile, dai tappi acquistati agli imballaggi utilizzati » . Gli obiettivi sono già delineati: « Lavoreremo sulle acque reflue, anche se abbiamo già il nostro sistema di depurazione, così come abbiamo energie rinnovabili, pompe di calore, coibentazione del nuovo magazzino. E continueremo a lavorare sul calcolo dei gas serra » .
La qualifica di “società benefit”, introdotta nell’ordinamento italiano nel 2016 e raggiunta da Avignonesi con l’assistenza dello studio legale tributario Masotti Cassella, porterà a fare una relazione annuale in cui sono descritti gli obiettivi di sostenibilità e le azioni attuate per raggiungerli. Obiettivi che la pandemia non rallenterà, anche perché sul fronte commerciale Virginie non si lamenta. « Nel 2020 l’export è aumentato anche negli Usa nonostante il nostro primo canale siano i ristoranti penalizzati dalle restrizioni Covid » .