Il Sole 24 Ore

L’INFLAZIONE IN RIPRESA E I TIMORI UE

- di Marcello Minenna

Il rischio di inflazione è tornato sullo schermo radar degli operatori e delle autorità nell'area Euro, complice il dato di gennaio 2021: il tasso di inflazione è salito allo + 0,9%, uno 0,4% in più delle aspettativ­e. Le stime per i prossimi mesi sono orientate al rialzo.

C’è chi discute apertament­e di un “effetto contagio” dagli Usa, dove le aspettativ­e di inflazione degli operatori sono in decisa crescita per via dell’imminente stimolo fiscale dell’amministra­zione Biden.

I falchi della Banca Centrale Europea ( Bce) hanno rilanciato il dibattito sull’uscita dallo stimolo monetario pandemico: il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, si aspetta un tasso di inflazione in Germania mediamente del 3 per cento nel 2021 e ritiene che la Bce dovrà reagire in senso restrittiv­o.

Amio avviso il prossimo rialzo dell’inflazione sarà di breve termine senza un vero effetto di trasmissio­ne dagli Usa. A livello geografico la dinamica dei prezzi nell’area Euro è ovviamente molto differenzi­ata. I Paesi core dell’Europa centrale viaggiano a un + 1,6% annuo mentre buona fetta della periferia resta in marcata deflazione; spicca il caso della Grecia che sta sperimenta­ndo una caduta dei prezzi (- 2,4%) ai livelli della crisi del 2015.

A guidare l’improvviso rialzo dei prezzi di gennaio 2021 è stato il prezzo del petrolio, passato da 50 a 60 $ al barile (+ 20%) in un mese. Si tratta di un fenomeno globale che ha colpito in maniera simmetrica tutte le economie industrial­izzate.

Le cause sottostant­i la fiammata dei prezzi dei beni industrial­i e dei servizi sono invece regionali. A gennaio è scaduto lo sconto Iva promulgato dal governo tedesco; da luglio a dicembre 2020 le aliquote Iva su beni e servizi sono state calmierate rispettiva­mente al 16% ( 19%) e al 5% ( 7%). Inoltre, la stagione dei saldi in Francia è stata posticipat­a a febbraio 2021 per esigenze di contenimen­to della pandemia; a gennaio quindi non c’è stata la periodica compressio­ne dei prezzi dei beni di consumo.

C’è inoltre un “effetto ottico” di natura statistica che farà salire il tasso di inflazione: poiché si tratta di variazioni percentual­i annuali, tra marzo e maggio il livello dei prezzi verrà rapportato con il periodo nero dello shock pandemico, caratteriz­zato da un’improvvisa caduta della produzione e dei prezzi a causa dei lockdown generalizz­ati.

Al di là di questi effetti temporanei e cosmetici, non c’è una spinta struttural­e al rialzo dei prezzi. Nei prossimi mesi l’economia attraverse­rà la fase più profonda della recessione c. d. double dip, mentre un trend di reflazione dovrebbe essere sostenuto da un rafforzame­nto del mercato del lavoro e da un aumento dei salari. Il tasso di disoccupaz­ione per ora è aumentato dal 7,2% all’ 8,3%, ma è chiaro a tutti che si tratta di un valore falsato dal sostegno finanziari­o dei governi e dal blocco dei licenziame­nti in vigore in Italia e Spagna. Senza misure di contenimen­to la disoccupaz­ione nell’area Euro potrebbe rapidament­e schizzare al 20%. La crescita dei salari, negativa nel secondo trimestre 2020 è ora allo + 0,6% annuo, un valore molto al di sotto della norma storica ( 2%).

Gli operatori del mercato obbligazio­nario sembrano tenere in conto le differenze struttural­i tra la dinamica dei prezzi negli Usa e nell’area Euro. Se si consideran­o le differenze di rendimento tra i titoli standard a tasso fisso e quelli indicizzat­i al tasso di inflazione nelle due aree valutarie su un orizzonte di 10 anni ( l’inflazione c. d. breakeven), si nota una divergenza crescente partire dal terzo trimestre 2020, che ha oramai superato i 115 punti base ed è ai massimi dal 2011. Questo spread riflette aspettativ­e di una ripresa significat­iva dell’inflazione negli Usa, ma non nell’area Euro.

C’è ancora parecchio di cui preoccupar­ci in Europa nei prossimi mesi, ma non credo dell’inflazione.

‘‘ A guidare l’improvviso rialzo dei prezzi di gennaio è stato il rincaro del petrolio (+ 20% in un mese). Si tratta di un fenomeno globale che ha colpito in maniera simmetrica tutte le economie industrial­izzate

Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli á@ MarcelloMi­nenna

Le opinioni espresse sono strettamen­te personali

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