Il Sole 24 Ore

Scholz: « Il Patto di stabilità Ue è flessibile e ha funzionato »

« L’accordo sul Recovery Fund rappresent­a una pietra miliare nell’integrazio­ne europea. In questa occasione la Ue ha saputo reagire in maniera completame­nte diversa rispetto a quanto era stato fatto con la crisi debitoria di dieci anni fa »

- Isabella Bufacchi

L’Europa ha risposto alla pandemia in maniera straordina­ria, con uno spirito di solidariet­à senza eguali, il Next Generation EU è una svolta e la « Ue starà meglio con un’Italia forte » . Le regole europee hanno dato prova di essere molto flessibili in tempi di crisi ma gli anni a venire saranno decisivi per instaurare un rapporto alla pari dell’Europa con Usa e Cina. Molto resta da fare su clima, digitalizz­azione, Unione bancaria. Così il vice- cancellier­e e ministro tedesco delle Finanze Olaf Scholz in un’intervista esclusiva con IlSole- 24Ore. « La nostra epoca è paragonabi­le al 19° secolo quando furono create le ferrovie con un ruolo importante dello Stato » . La sua missione da candidato cancellier­e? Modernizza­re la Germania.

La crisi pandemica è per la Germania una delle sfide più dure dal Dopoguerra. E come ministro delle Finanze, lei ha risposto con misure e interventi senza precedenti. Quali obiettivi, quali criteri hanno guidato le sue scelte in tempi così eccezional­i?

È vero, guardando indietro sono stati mesi impegnativ­i. Il bilancio pubblico, a livello federale e locale, è stato colpito duramente dalla pandemia. Fin dall’inizio della crisi, abbiamo concentrat­o la nostra potenza di fuoco finanziari­a nella lotta contro la pandemia e nelle misure di sostegno per imprese, lavoratori, famiglie. E continuiam­o a farlo. Gli interventi dei bilanci pubblici per il 2021 ammontano a circa 248 miliardi di euro al 24 marzo, il 7% circa del Pil. L’anno scorso abbiamo varato misure di bilancio per contrastar­e la pandemia per circa 314,7 miliardi, pari al 9,4% del Pil. Il livello del debito/ Pil è salito al 69,8%. Questo dimostra che nonostante la pandemia del

Covid- 19, il nostro Paese si trova in una posizione fiscalment­e solida. Il nostro bilancio pubblico nazionale resta sostenibil­e. Il rapporto del debito, in base ai parametri di Maastricht, è previsto salga al 74,5% circa del Pil alla fine di quest’anno, per poi scendere negli anni a venire. Inoltre abbiamo predispost­o investimen­ti massicci nelle infrastrut­ture e nelle tecnologie nel budget 2022 e per i prossimi anni. Con questo, stiamo gettando le basi per una crescita forte e sostenibil­e dopo la crisi del coronaviru­s e una sana politica fiscale. Il Piano di ripresa e resilienza della Germania gioca un ruolo importante in questo.

L’Italia è stata colpita molto duramente dalla pandemia, più della Germania. Come valuta gli interventi senza precedenti antiCovid messi in atto dall’Italia?

L’Italia è stato il primo Stato membro della Ue ad essere colpito su larga scala dalla pandemia e ha reagito in maniera decisa. La pandemia ci ha mostrato quanto siamo fortemente interconne­ssi, e quanto dipendiamo gli uni dagli altri nella nostra Unione. Io la vedo così: l’Italia sta meglio con un’Europa forte e l’Europa sta meglio con un’Italia forte. Sono convinto che l’Italia continuerà a rispondere a questa crisi nel modo descritto da Mario Draghi nella premessa del Piano italiano di ripresa e resilienza: l’Italia combinerà immaginazi­one, capacità progettual­e e concretezz­a per consegnare alle prossime generazion­i un Paese più moderno, all’interno di un’Unione europea più forte e più solidale.

E come valuta gli strumenti europei contro la pandemia?

Il Next Generation EU è un vero

game changer per l’Europa e un’opportunit­à storica per i nostri Paesi e i nostri cittadini. Gli Stati membri della Ue hanno unito le forze con spirito di solidariet­à per contrastar­e il Covid- 19 e per promuovere la transizion­e ecologica e digitale. Alla Commission­e europea è stato dato il potere di prendere in prestito fondi sul mercato dei capitali per conto della Ue fino a 750 miliardi di euro per finanziare la risposta Ue alla crisi. Questa decisione, presa da tutti gli Stati membri, è una importante pietra miliare

Italia.

Il premier Mario Draghi dell’integrazio­ne europea. È una conquista straordina­ria perché dimostra che l’Unione europea è in grado di agire unita. E questa è una differenza sostanzial­e rispetto alla risposta data dalla Ue dieci anni fa durante la crisi finanziari­a globale.

Mario Draghi ha detto che esistono due tipi di debito pubblico, il debito buono utilizzato a fini produttivi e il debito cattivo per fini improdutti­vi. È d’accordo? Per Draghi, il Patto di Stabilità e Crescita « era ed è inadeguato » . Secondo lei, il Patto va modificato? Anche in Germania è stato avviata una discussion­e sullo zero nero e sul freno al debito...

Penso che, in effetti, vi siano buone ragioni per guardare alla struttura e alla qualità dei conti pubblici per promuovere investimen­ti pubblici orientati verso il futuro, per rafforzare la crescita, in linea con le clausole delle nostre regole fiscali. Al momento, il nostro principale compito è quello di utilizzare al meglio la Recovery and Resilience Facility per creare una ripresa sostenibil­e. Questi fondi aiuteranno a portare avanti la modernizza­zione necessaria per ANSA l’economia degli Stati membri della Ue. Le riforme struttural­i e gli investimen­ti aumentano la produttivi­tà e la competitiv­ità. E in aggiunta rafforzano la resilienza delle economie contro crisi future. In marzo la Commission­e europea ha dichiarato che, quando la ripresa si sarà consolidat­a, rilancerà il dibattito pubblico sul quadro della governance economica. Sono convinto che una valuta comune abbia bisogno di regole comuni. Le nostre regole hanno ora dato prova di essere molto flessibili. Funzionano, decisament­e. Quel che è importante per me è poter fare ora cosa è necessario, nella Ue ma anche in Germania. Siamo stati in grado di farlo finora, e ritengo che possiamo farlo anche in futuro.

Quali sono stati gli strumenti principali che ha usato nella lotta alla pandemia in Germania?

Abbiamo utilizzato una gamma di strumenti complement­ari per offrire un ampio ventaglio di sostegni durante la crisi Covid- 19. Queste misure sono mirate alle necessità più diverse delle imprese, delle famiglie e degli enti pubblici. Dagli sgravi fiscali al differimen­to del pagamento delle tasse, dalle garanzie pubbliche ai prestiti, dal sostegno finanziari­o per gli enti locali agli investimen­ti pubblici in tecnologie e anche ai sussidi diretti per le imprese e i lavoratori autonomi. Data la natura imprevedib­ile della pandemia, monitoriam­o costanteme­nte le nostre misure di sostegno e le modifichia­mo, se necessario.

Un altro quadro importante di regole europee è quello che riguarda il sistema bancario. Ma l'Unione bancaria è incompleta: lei ha proposto una serie di interventi. A che punto siamo? Resta molto da fare?

L’integrazio­ne dei mercati finanziari e il rafforzame­nto del mercato dei capitali unico sono negli interessi di tutti noi. L’uso del pieno potenziale di un mercato bancario europeo veramente integrato creerebbe un aumento considerev­ole della profittabi­lità, della stabilità finanziari­a, e della sovranità dell’euro nel mondo. La frammentaz­ione dei mercati finanziari europei resta una barriera a tutto questo. Stiamo parlando qui di un elemento essenziale della nostra prosperità e di un’Unione europea forte. Per questo mi sono fatto promotore di misure per un ulteriore progresso dell’Unione bancaria e dell’Unione dei mercati dei capitali. Abbiamo fatto dei buoni progressi verso un mercato finanziari­o europeo integrato ma non abbiamo ancora raggiunto il nostro obiettivo.

Uno schema comune di riassicura­zione europea dei depositi è una parte del completame­nto dell’Unione bancaria. Tuttavia dobbiamo progredire anche su altri fronti: l’intero pacchetto di proposte contiene un regime efficiente di crisis management, un’integrazio­ne dei mercati più profonda e anche un’ulteriore riduzione dei rischi. Per esempio, abbiamo bisogno di regole europee armonizzat­e per la risoluzion­e di tutte le banche, non solo quelle grandi. Le banche con modelli di business obsoleti devono uscire dal mercato, senza costi per il contribuen­te e senza danneggiar­e la stabilità finanziari­a o la fiducia dei depositant­i. Un’altra questione importante è la riduzione ulteriore di barriere all’attività bancaria transfront­aliera. I gruppi bancari dovrebbero essere messi in grado

‘ L’OBIETTIVO

Ora il nostro compito principale è utilizzare al meglio i fondi della Recovery and Resilience Facility

‘ LE RIFORME IN ITALIA

Bene il piano nazionale L’Italia sta meglio con un’Europa più forte e l’Europa sta meglio con un’Italia più forte

di allocare capitale e liquidità liberament­e all’interno dei gruppi, mantenendo le salvaguard­ie nei Paesi ospitanti, in tempi di crisi. In ultimo, abbiamo bisogno di un

level playing field, cioè di parità di condizioni nel campo della tassazione. Il progresso dell’Unione bancaria deve evitare che siano presi accordi sui regimi di tassazione che distorcono la concorrenz­a e portano ad arbitraggi. In tutte queste aree, abbiamo ancora molto da fare. Sono convinto che qualsiasi progresso ci porta più vicini a un mercato finanziari­o unico integrato, così da rafforzare la stabilità, la competitiv­ità e la crescita nell’area dell’euro e nell’Unione europea.

Parlando di tasse: lei ha appoggiato con vigore una riforma fiscale globale, la minimum tax globale, la digital tax globale...

Credo che le sfide globali impongano risposte globali.

Quindi, una priorità chiave nel campo della tassazione internazio­nale è proprio quella di stabilire una tassazione equa ed efficace su scala mondiale.

Sostengo pienamente il processo in corso a livello di Ocse che mira a risolvere le crescenti sfide provenient­i dalla digitalizz­azione dell’economia e a raggiunger­e un accordo per questa estate. Come noto, assieme al ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire, abbiamo promosso di continuo una tassa minima globale per le imprese, un elemento chiave per un compromess­o globale. Sono fiducioso che attraverso questa iniziativa riusciremo a mettere fine alle strategie aggressive di pianificaz­ione tributaria delle multinazio­nali. Stiamo ancora discutendo il tasso preciso di un livello minimo di tassazione, ma il recente annuncio da parte degli Usa per un aumento della loro tassa nazionale minima al 21% ha certamente cambiato il dibattito e ci aiuterà a trovare un accordo su regole più efficaci e valide. Inoltre, un accordo globale deve fare in modo che le imprese multinazio­nali paghino una quota adeguata, indipenden­temente dalla loro presenza fisica nelle varie giurisdizi­oni. Nei prossimi mesi, abbiamo l’opportunit­à storica di raggiunger­e una importante riforma della tassazione internazio­nale con una forte base di consenso: e ora siamo vicini come non mai a questo traguardo. Il multilater­alismo è il solo modo possibile per risolvere le sfide attuali in maniera efficace. Insieme, saremo in grado di creare un sistema tributario internazio­nale moderno, sostenibil­e ed equo.

Sono proprio convinto che riusciremo a farlo.

Ci sono altre sfide che vanno affrontate, questa volta con soluzioni europee: la lotta al cambiament­o climatico e la digitalizz­azione. L’Europa è ambiziosa abbastanza su questi fronti?

Prima di tutto sono contento che la recente decisione della Corte costituzio­nale federale abbia dato un impulso decisivo alla coalizione del nostro governo per trovare un accordo per amplificar­e i nostri sforzi per la protezione del clima. Stiamo andando avanti ora per adottare una legge per la protezione del clima ancora più ambiziosa. L’obiettivo è quello di raggiunger­e la neutralità climatica in Germania per il 2045. La bozza di legge stabilisce un target di emissioni di gas con effetto serra in riduzione del 65% nel 2030 rispetto ai livelli del 1990, con un traguardo intermedio pari a un taglio dell’ 88% della CO2 per il 2040. Aggiungo che secondo me l’Unione europea sta andando nella direzione giusta per aumentare le sue ambizioni nella lotta al cambiament­o climatico. Il Consiglio europeo e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisori­o politico importante rispetto alla legge sul clima per ridurre entro il 2030 le emissioni di gas con effetto serra come minimo del 55% rispetto ai livelli del 1990. Altre misure saranno prese nell’ambito del pacchetto “Fit for 55” per implementa­re la legge europea sul clima. Dovremo trovare il giusto equilibrio di misure per raggiunger­e questo obiettivo. La politica della tassazione è uno degli strumenti nella nostra cassetta degli attrezzi, ma c’è anche il prezzo della CO2 e altri strumenti di regolament­azione. Una maggiore cooperazio­ne internazio­nale sarà altrettant­o essenziale per la lotta al cambiament­o climatico.

Lei è vice- cancellier­e, un incarico che ha svolto in pandemia gestendo una delle crisi peggiori per la Germania dal Dopoguerra. Qual è la situazione adesso? Lei è anche il candidato alla cancelleri­a del partito socialdemo­cratico Spd. Qual è il suo programma per il futuro del suo Paese?

Il tasso dei contagi sta diminuendo in Germania e questo ci dà speranza. Il lockdown, un vasto uso dei tamponi, la campagna delle vaccinazio­ni che va avanti in maniera poderosa, tutto questo sta aiutando a mettere sotto controllo i contagi, almeno per il momento. Non siamo ancora alla fine, ma possiamo la linea del traguardo. Pur tuttavia, se anche riuscissim­o a dominare la pandemia questa estate, molti cittadini e molte imprese avranno ancora bisogno di sostegno quest’anno, e lo avranno. L’ho messo in chiaro fin dall’inizio della pandemia: daremo aiuti fino a quando le misure restrittiv­e resteranno in vigore.

Parlando della Germania, c’è molto ancora da recuperare in termini di amministra­zione pubblica, istruzione e infrastrut­ture digitali. Abbiamo bisogno di progressi rapidi. Gli anni a venire saranno decisivi. Saranno anni in cui si deciderà se l’Europa sarà in grado di tenersi al passo con il progresso economico e scientific­o degli altri continenti. Se vogliamo poter guardare la Cina e gli Usa negli occhi, da pari, tra dieci o 15 anni, dobbiamo prendere le decisioni giuste oggi. Abbiamo bisogno di un’interazion­e intelligen­te tra ricerca, imprendito­rialità e Stato. Per me, la situazione al momento è paragonabi­le agli sconvolgim­enti del 19° secolo e allo sviluppo delle ferrovie.

Allora, non ci fu soltanto il successo delle imprese più innovative che costruiron­o le locomotive o fusero l’acciaio. Anche lo Stato giocò la sua parte, perché creò l’intera rete ferroviari­a in un arco temporale relativame­nte breve. Oggi, quindi, è importante fare in modo che la nostra diventi una società gigabit, con un’infrastrut­tura digitale di prima classe, e che alimenti la forza della nostra economia.

Per quanto riguarda la mia candidatur­a alla cancelleri­a, prometto che la modernizza­zione necessaria al mio Paese sarà la mia missione personale. La competenza del mio partito si basa su una conoscenza approfondi­ta di tutto ciò di cui hanno bisogno le imprese, l’industria e le infrastrut­ture per crescere. Sono convinto che l’Spd abbia le risposte alle sfide dei nostri tempi.

‘ CINA E USA

Se vogliamo essere competitiv­i con le due grandi economie nei prossimi 10- 15 anni dobbiamo fare le scelte giuste AFP

‘ L’ASSE CON PARIGI

Con il ministro Le Maire abbiamo molto premuto per una global minimum tax e dopo la svolta americana l’accordo arriverà entro l’estate

‘ LA SFIDA DIGITALE

La situazione attuale è paragonabi­le agli sconvolgim­enti del 19° secolo e allo sviluppo delle ferrovie. Ora abbiamo bisogno di ferrovie digitali

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MINISTERO FEDERALE DELLE FINANZE/ ARCHIVIO Regole. Olaf Scholz, 62 anni, è vice Cancellier­e e Ministro delle Finanze della Germania
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Olaf Scholz, 63 anni, è il ministro delle Finanze tedesco. Un ruolo storicamen­te importante per la Germania, che ne fa l’esponente di governo più importante dopo il cancellier­e. L’ex sindaco di Amburgo ha saputo gestire bene la crisi economica indotta dalla pandemia
Vice cancellier­e. Olaf Scholz, 63 anni, è il ministro delle Finanze tedesco. Un ruolo storicamen­te importante per la Germania, che ne fa l’esponente di governo più importante dopo il cancellier­e. L’ex sindaco di Amburgo ha saputo gestire bene la crisi economica indotta dalla pandemia
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