È GIÀ L’ORA DEL DOLLARO DIGITALE
Mentre le grandi banche centrali stanno ancora studiando il designe design e l’opportunità di emettere valuta digitale, il mercato privato sta sperimentando per conto suo. E presto potrebbe arrivare ad una soluzione condivisa ed efficiente di Dollaro digitale che rischia di spiazzare gli sforzi delle istituzioni pubbliche nel tenere il passo.
Qualcosa di importante sta infatti succedendo nel mercato delle cripto- valute, che va oltre il pur enorme apprezzamento di valore di Bitcoin ed Ethereum, gli asset digitali che hanno la maggiore capitalizzazione in termini di Dollari.
Si tratta della crescita esponenziale delle c. d. stablecoins.
Una stablecoin è una valuta digitale ancorata con un cambio fisso 1: 1 ad una valuta fiat scambiata sul mercato FOREX, come il Dollaro o l’Euro. Il mercato di questi nuovi “oggetti” finanziari è cresciuto di 20 volte nell’arco di 14 mesi da 4 a 80 miliardi di $: un tasso di incremento annuo del 2000%. Per capire il razionale delle stablecoins bisogna considerare che fino a 3 anni fa l’infrastruttura di scambio tra valute digitali e fiatera fiat era scarsamente sviluppata; c’erano pochi modi attraverso i quali i risparmiatori potevano disinvestire ed ottenere di nuovo valuta a corso legale: i punti di “uscita” dal mondo digitale erano stretti e questo contribuiva alla forte volatilità delle cripto- valute.
Ancora oggi la conversione tra valute fiat e digitali è farraginosa, dato che richiede il trasferimento di fondi dalle banche alle crypto- exchange attraverso bonifici transfrontalieri, il cui regolamento può richiedere giorni ed è soggetto a controlli ed autorizzazioni. La conversione tra valute digitali è invece istantanea; trasformare ad esempio Bitcoin in una stablecoin permette ai traders di proteggersi dall’elevata volatilità delle quotazioni. Naturalmente detenere una
stablecoin dal valore nominale di 1 $ non equivale al possesso fisico dello stesso perché non c’è garanzia legale di conversione, sebbene l’industria si fondi ( a parole) sulla costituzione di riserve di Dollari corrispondenti alla quantità di stablecoins circolanti sulle exchanges.
A maggio 2021 esistono 47 diverse
stablecoins sul mercato, con 6 che hanno un controvalore scambiato superiore al miliardo di $. La domanda è esplosa a partire da marzo 2020 e non è stato un caso: la crisi generalizzata dei mercati finanziari al dilagare della pandemia si è riflessa anche nel mondo digitale, con una flessione marcata del valore delle cripto- valute classiche. La reazione degli utenti è stata una fuga verso le
stablecoins, che hanno svolto a sorpresa la funzione di safe haven tipica dei titoli governativi USA o tedeschi.
La liquidità è fluita non soltanto da asset digitali ma anche dal mondo finanziario tradizionale. I depositi delle imprese e dei fondi di investimento che lavorano nella finanza decentralizzata e che sarebbero stati in tempi normali in un conto corrente bancario in Dollari sono stati “trasformati” in stablecoins. Insomma per i nuovi unicorni del fintech le
stablecoins stanno già diventando un Dollaro digitale, anche grazie ad una crescente regolamentazione, trasparenza e tutele.
Ironicamente ( ma non troppo), qualche analista preconizza che alla velocità con cui si muovono gli eventi, tra qualche anno FED e BCE faranno prima a nazionalizzare le
stablecoins più di successo piuttosto che partire partireex- ex- novo con la propria infrastruttura di valuta digitale.
Marcello Minenna, Direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Le opinioni espresse sono strettamente personali