Sostegni- bis, allargata la decontribuzione
Caccia alle coperture per la rioccupazione e gli sconti nel turismo
L’ultima partita in vista dell’arrivo del decreto sostegni- bis in consiglio dei ministri si gioca sulla decontribuzione, leva diventata centrale nelle norme che guardano alla ripresa post- Covid nel prossimo provvedimento d’urgenza.
Ieri a lanciare la palla è stato il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, guardando allo specifico di un settore che ha pagato il dazio più alto nella crisi e ora attende la riscossa estiva. « La decontribuzione è una modalità fondamentale per far partire il settore - ha spiegato nel corso della 71esima assemblea di Federalberghi a Roma -, superando percentuali che stupidamente limitano questa possibilità. Non c’è ristoro che tenga: quello che serve è la possibilità di ripartire e investire nel capitale umano » .
La stessa prospettiva, più in generale, è stata portata nelle riunioni dei giorni scorsi dal ministro del Lavoro Andrea Orlando. L’obiettivo del governo è di accompagnare la ripartenza limitando il più possibile le ricadute occupazionali dell’uscita progressiva dal blocco dei licenziamenti che ha accompagnato l’intero periodo emergenziale.
Nasce da qui il ricco pacchetto di proposte che il titolare del Lavoro ha presentato sui tavoli del governo. E che hanno contribuito, insieme alle incognite sulle nuove Dta e al pacchetto Alitalia, ad allungare i tempi di costruzione del decreto. La nuova architettura è quasi pronta, e punta al consiglio dei ministri nei primi giorni della settimana. Sempre in questi giorni è atteso poi il decreto Semplificazioni, prima « pietra miliare » nell’attuazione del Pnrr, circondato da voci di rinvio respinte anche ieri dal ministro della Pa Renato Brunetta.
Le nuove richieste legate al capitolo lavoro sono molte e richiedono coperture nell’ordine di qualche miliardo. E hanno imposto una nuova rifinitura nel quadro dei finanziamenti del prossimo decreto.
La voce più grande rimane ovviamente quella degli aiuti a fondo perduto, con la replica del meccanismo di marzo, l’integrazione con la base di calcolo aggiornata ai primi tre mesi del 2021 e l’opzione, che sarà da esercitare a fine anno, per un eventuale conguaglio perequativo calcolato sugli effetti prodotti dalla crisi sulla redditività delle imprese, e abbandonando quindi il criterio integralmente concentrato sul fatturato. Fatturato che però in base alle regole del Temporary Framework resta in ogni caso la chiave di accesso agli aiuti pubblici con la regola che apre al sostegno chi abbia registrato un calo di almeno il 30% nel volume d’affari.
Per questo triplo meccanismo di aiuti a fondo perduto, l’orizzonte resta quello dei 14 miliardi abbondanti previsti dalle prime versioni del decreto. Allo stesso scopo di aiutare le imprese colpite dal crollo dell’economia rispondono i contributi settoriali, come quelli pensati per i ristoranti privi della possibilità di riaprire a maggio per assenza di spazi aperti su cui mettere tavolini, oppure per gli operatori della montagna. Per gli sconti Tari calcolati sui primi mesi di chiusure 2021 è previsto un fondo da 600 milioni, mentre allo stop dell’acconto Imu per le imprese in crisi e all’esenzione fino a fine anno dalla tassa sui tavolini ha già pensato il Sostegni- 1 con gli emendamenti votati al Senato e attesi ora alla ratifica della Camera.