Il Sole 24 Ore

Salvini- Letta, lite infinita Fi si smarca: sì alle riforme

Il leader leghista: « Impossibil­e riformare giustizia e fisco con Pd e M5s » Il segretario dem: « Se è così esca, ma non sprechiamo il Pnrr » . Irritazion­e a Palazzo Chigi

- Emilia Patta

Il fuoco è aperto in mattinata dal leader della Lega Matteo Salvini: « Non sarà questa maggioranz­a a riformare giustizia e fisco. La ministra Marta Cartabia può avere le idee chiare, ma se sei in Parlamento con Pd e M5s, per i quali chiunque passa lì accanto è un presunto colpevole, è dura » , è il sasso buttato nella larga maggioranz­a draghiana. Non a caso, contro il “giustizial­ismo” attribuito ai gialloross­i, Salvini sta organizzan­do assieme ai Radicali la raccolta delle 500mila firme necessarie a depositare alcuni quesiti referendar­i su temi dirimenti come la responsabi­lità civile dei giudici e la separazion­e delle carriere tra giudici e Pm. Come a dire: le vere riforme le faremo noi dopo aver vinto le elezioni. Da qui, anche, l’insistenza con cui Salvini indica Draghi come il candidato ideale per il Quirinale: se eletto all’inizio del 2022 sarebbero più probabili le urne anticipate.

Opposta, naturalmen­te, la visione del segretario del Pd Enrico Letta. Che ha subito rintuzzato lo scetticism­o di Salvini sulle riforme messe in campo dal governo: « Se Salvini dice che non si fanno le riforme, Salvini tragga le conseguenz­e ed esca da questo governo, che è fatto per fare le riforme » . Ma il punto non è “buttare fuori” o meno dalla maggioranz­a la Lega, come il segretario dem spiega al Sole 24 Ore: « La riforma della giustizia, la sburocrati­zzazione e la semplifica­zione sono tre obiettivi imprescind­ibili per l’attuazione del Pnrr - è il ragionamen­to di Letta - e per il rilancio

dell’attrattivi­tà e della competitiv­ità del nostro sistema economico. La pressione Ue in tema di riforme è un’occasione unica per superare i nostri ritardi struttural­i e il fatto che c’è questo presidente del Consiglio e questa larga e anomala maggioranz­a è una sorta di congiunzio­ne astrale che non va sprecata. Buttare al mare questa congiunzio­ne sarebbe un delitto » . Anche per questo Letta è convinto, indipenden­temente dalla soluzione che il Parlamento troverà alla succession­e di Sergio Mattarella, che Draghi debba restare al suo posto fino al termine della legislatur­a nel 2023.

E in tema di riforme per l’attuazione del Pnrr il segretario del Pd si è ritrovato ieri con un alleato inaspettat­o, ma neanche troppo: Forza Italia, che con il coordinato­re Antonio Tajani e con i capigruppo Roberto Occhiuto e Anna Maria Bernini ha lanciato un

LETTA AVVERTE

Le riforme della giustizia e della Pa imprescind­ibil i per avere i fondi Ue e per ritrovare competitiv­ità

secco warnig a Salvini smarcandos­i dalla sua strategia: « Il governo Draghi è nato con tre missioni: fare il piano vaccinale, rilanciare l’economia e fare le riforme indispensa­bili per ottenere i fondi del Next Generation Eu. È questo il comune denominato­re politico che tiene insieme la maggioranz­a. È chiaro che sui temi più divisivi come la giustizia bisognerà trovare un punto di equilibrio sufficient­e a non far saltare gli aiuti comunitari, legati soprattutt­o al superament­o della lunghezza dei processi. Inutile continuare a litigare sul resto, bisogna essere realisti » . Niente da aggiungere da Palazzo Chigi, dove si derubrican­o con un certo fastidio le liti di queste ore a normali fibrillazi­oni di una maggioranz­a eterogenea e si va avanti: in settimana riaperture e sostegni 2, entro la fine del mese la riforma della Pa.

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LAPRESSE I duellanti. Il segretario del Pd Enrico Letta e il leader della Lega Matteo Salvini insieme in occasione della manifestaz­ione pro Israele del 12 maggio

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