Il dibattito sull’agricoltura del futuro in Europa
Il 19% delle emissioni globali di gas- serra è causato da agricoltura e allevamento. Il dato viene dalla Breakthrough Energy, un'iniziativa fondata dall'imprenditore filantropo Bill Gates per accelerare i progetti pubblico privati necessari per azzerare le emissioni entro il 2050. Insomma, l'agricoltura contribuisce enormemente al cambiamento climatico. Il problema potrebbe ingrandirsi con l’aumento della popolazione mondiale. E non c'è da sperare che si risolva da solo. Che cosa si può fare? Innovare.
E in agricoltura, in effetti, si innova: nella distribuzione, per ridurre gli sprechi; nelle abitudini di consumo, riducendo la carne e aumentando i prodotti biologici; ricorrendo a satelliti e droni per irrigare e concimare solo dove serve; con tecniche idroponiche che minimizzano il consumo di suolo; blockchain per tracciare le filiere; modifiche genetiche delle piante per proteggerle dai parassiti, aumentare la produttività, contenere l’irrigazione.
La Commissione europea ha preso in considerazione anche quest’ultimo argomento. La Corte europea aveva ricordato che in assenza di cambiamenti normativi, anche i prodotti modificati con il Crispr- Cas9 dovrebbero essere trattati come organismi geneticamente modificati. Ma le regole si possono innovare. La Commissione ha scritto, il 29 aprile scorso, che le norme sugli Ogm che risalgono al 2001 non sono più adatte a governare le tecnologie attuali. E i ministri dell'Agricoltura dell'Unione hanno in programma di parlarne entro maggio. « Le nuove tecnologie genomiche possono promuovere la sostenibilità della produzione agricola » ha detto la Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides: « Pensando prima di tutto alla salute dei consumatori e dell'ambiente, è il momento di avere un dialogo aperto con i cittadini, gli stati membri e il parlamento per decidere come usare queste biotecnologie nell'Unione » .
Le scelte in proposito si svilupperanno in base a una dialettica tra stakeholder piuttosto articolata. Il rischio principale è che si confrontino opinioni sclerotizzate. L'Europa ha bisogno di imparare a guidare l'innovazione senza frenarla.
Alla Commissione tutti sono ben consapevoli di questa esigenza. L'impressione è che occorra innovare anche nel modo con il quale si dibatte pubblicamente di questi argomenti. La creazione di piattaforme di deliberazione aperta, informata, libera, potrebbe essere di per se un effetto collaterale del processo di regolamentazione europeo. E sarebbe un effetto collaterale molto positivo.