Il Sole 24 Ore

Incentivi, con la crisi balzo a 8,2 miliardi

La Relazione al Parlamento. I dati Mise: nel 2020 aumento del 38% per gli strumenti ordinari di sostegno alle imprese. Domande approvate + 108%

- Carmine Fotina ROMA

In attesa di un disegno di legge di riordino promesso ma ancora tutto da costruire, gli incentivi alle imprese oggi sono organizzat­i in 1.466 interventi, di cui 140 delle amministra­zioni centrali e 1.326 regionali. È il dato complessiv­o contenuto nella Relazione sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive per il 2020, trasmessa come ogni anno dal ministero dello Sviluppo economico ( Mise) al Parlamento. Si tratta delle agevolazio­ni ordinarie, esclusi dunque i sussidi straordina­ri varati per l’emergenza Covid- 19.

L’incremento

Il dato più evidente è che nel primo anno della pandemia si è registrato l’incremento di tutte le variabili, anche se va considerat­o che si partiva da un 2019 con dati negativi. Il numero delle domande approvate è più che raddoppiat­o rispetto all’anno precedente (+ 108%), effetto probabilme­nte di un maggiore ricorso agli strumenti di incentivaz­ione ordinari accanto a indennizzi e ristori straordina­ri per fronteggia­re la crisi. Il valore delle agevolazio­ni concesse, arrivato a 8,2 miliardi, è cresciuto del 38%. In termini di erogazioni, invece, si è andati oltre 5,7 miliardi (+ 52%). Gli investimen­ti attivati dal tessuto industrial­e in conseguenz­a degli incentivi, a quota 20 miliardi circa, sono invece cresciuti in modo più contenuto cioè del 4,6%.

Il 60% delle risorse è stato impegnato a livello di amministra­zione centrale, il 40% dalle regioni. Il 53% delle agevolazio­ni è stato concesso al Centro- Nord che ha peraltro espresso il 70% degli investimen­ti attivati ( 14 miliardi di cui 4,7 nella sola Lombardia). Tuttavia è al Sud che il numero delle domande è esploso, passando da 46.000 a 275.000 (+ 500%) a fronte del + 80% del Centro- Nord. In Lombardia ( 15,8% del totale), in Campania ( 13%) e Puglia ( 11%) la quota più alta di concession­i. Alle Pmi va l’ 80% degli incentivi, alle grandi imprese il 20%.

Il monitoragg­io include contributi in conto esercizio, contributi in conto capitale e conto impianti, contributi misti, finanziame­nti agevolati. Tra le varie misure ci sono contratti di sviluppo, patrimonia­lizzazione delle imprese esportatri­ci attraverso il fondo 394, incentivi “Smart& Start” per le startup, agevolazio­ni per l’innovazion­e a valere sul Fondo crescita sostenibil­e, Nuova Sabatini. Nel complesso il 45% del totale è espresso da misure per lo sviluppo produttivo e territoria­le e per la ricerca- sviluppo- innovazion­e mentre internazio­nalizzazio­ne e nuova imprendito­rialità rappresent­ano il 7% e il 3%.

Le garanzie

Il conto sale, e di molto, se si includono anche le garanzie statali, ma in questo caso si allarga l’analisi agli aiuti straordina­ri per l’emergenza Covid19. Il Registro nazionale degli aiuti di Stato ha censito interventi in questo ambito nel 2020 per 95,4 miliardi, a fronte di 1 miliardo per ciascuno dei due anni precedenti.

Banca dati e Ddl di riforma

La Relazione annuale informa che è in fase di elaborazio­ne presso il ministero dello Sviluppo la Nuova banca dati agevolazio­ni, un ulteriore strumento di rilevazion­e che dovrebbe fornire qualche elemento in più sull’utilizzo effettivo da parte delle imprese. Al palo invece il “Disegno di legge sulla revisione organica degli incentivi e potenziame­nto e semplifica­zione di quelli per le imprese del Sud” che la Nadef ( nota di aggiorname­nto al Documento di economia e finanza) aveva previsto come uno dei collegati alla legge di bilancio. In estate, in seguito a quanto inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, era stata istituita una commission­e interminis­teriale, presieduta dal ministero per il Sud, con l’obiettivo di presentare un Ddl con focus sul Mezzogiorn­o in Parlamento entro settembre. Si è poi deciso di far slittare i termini, trasforman­do il Ddl in un collegato alla manovra per individuar­e coperture finanziari­e, ed estenderlo su base nazionale. Ma in Parlamento non ce n’è ancora traccia.

Alle Pmi l’ 80%, alle grandi il 20%. Lombardia, Campania e Puglia in testa. Al Sud istanze esplose del 500%

Il riordino. Censite 140 misure nazionali e 1.326 regionali. Fermo il Ddl di semplifica­zione previsto come collegato alla manovra e indicato nel Pnrr

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy