Russi e americani parlano, muro contro muro sulla Nato
Questo nodo, l’intero dialogo rischia di saltare
I primi colloqui di Ginevra confermano l’impossibilità di compromessi sull’Ucraina Mosca: se non si risolve
Hanno parlato per sette ore e mezza, e se l’obiettivo della giornata era chiarire le rispettive posizioni e dare alla diplomazia l’opportunità di avvicinarle, alla conclusione dei colloqui di Ginevra tra russi e americani sulla questione ucraina e la sicurezza in Europa si potrebbe dire che la missione è stata compiuta. Riferendo separatamente alla stampa l’esito dei colloqui, sia il viceministro russo Sergej Rjabkov che il sottosegretario di Stato americano Wendy Sherman si sono detti pronti a proseguire sulla strada del dialogo. Ma nessuno, intanto, si è mosso di un millimetro.
« Abbiamo bisogno di fare progressi, la base per un accordo con gli USA c’è » , sintetizza il capo delegazione russo. La parte più difficile, però, comincia subito: a Ginevra non è stato fatto alcun passo avanti concreto sul punto cruciale, la richiesta russa di escludere la partecipazione dell’Ucraina alla Nato. Ora l’agenda prevede di allargare il confronto alla Nato - domani a Bruxelles - e il giorno successivo all’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa di cui fanno parte anche la stessa Russia e l’Ucraina. In questi formati a più voci le divergenze sono destinate a esplodere. Del resto, Sherman ha già chiarito al proprio interlocutore che « gli Stati Uniti non permetteranno a nessuno di chiudere sbattendo la politica Nato sulla “porta aperta” » .
E ora il proseguimento del negoziato, ha detto Rjabkov, verrà deciso in base all’esito dei colloqui di Bruxelles e Vienna: solo allora si capirà se vale la pena continuare. La posta in gioco è altissima. Dopo aver mobilitato ai confini con l’Ucraina forze che l’intelligence occidentale ha calcolato in 100.000 uomini, dicendosi allarmata dal potenziamento della forza militare ucraina e da quella che considera un’espansione strisciante e aggressiva della Nato verso i propri confini, Mosca ha messo nero su bianco le proprie richieste. Tra le sue “linee rosse”, il Cremlino ha inserito la rinuncia da parte della Nato a ogni ulteriore avanzamento verso Est, ma soprattutto la conclusione di ogni attività dell’Alleanza Atlantica nei Paesi dell’Europa orientale.
Se non ci saranno progressi sui temi che Mosca considera cruciali, ha avvertito Rjabkov, l’intero dialogo potrebbe saltare. « Non stiamo minacciando nessuno » , ha detto aggiungendo però che non si deve neppure sottovalutare il rischio di uno scontro. « I russi ci hanno detto che non intendono invadere l’Ucraina » , ha confermato Sherman. Ma le garanzie scritte chieste da Mosca sono il primo dei punti su cui non si vedono possibilità di compromessi.
Non risolveremo tutto in una settimana, osserva il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ma possiamo trovare la strada per scongiurare un conflitto: « Concordare una serie di incontri, un percorso » .
« Dovremmo tutti sperare per il meglio - spiega al Sole 24 Ore Andrej Kortunov, direttore del Consiglio russo per gli Affari internazionali ( RIAC) -. È chiaro che tra le richieste di Putin ci sono questioni che non possono essere accolte a Bruxelles o a Washington. La domanda è: quali sono le “linee rosse” di Putin e Biden? Saranno pronti ad accettare qualcosa di meno radicale di quanto è ora sul tavolo? » . Per esempio, spiega Kortunov, si potrebbe pensare a misure che creino fiducia in Europa, o a una moratoria bilaterale tra Russia e Stati Uniti sul dispiegamento di missili di ultima generazione a medio raggio.
Un fronte toccato dal sottosegretario Sherman: gli USA, ha detto, sono pronti a discutere la possibilità di limitare le dimensioni e gli obiettivi delle rispettive esercitazioni militari, e la dislocazione di alcuni dei sistemi missilistici a raggio intermedio oggetto del Trattato Inf ( IntermediateRange Nuclear Forces Treaty, sospeso nel 2019 per volontà degli Stati Uniti, ndr). Una delle conclusioni che già vede russi e americani in sintonia è la convinzione che una guerra nucleare non dovrà mai essere combattuta. Mosca però non intende limitare l’agenda al disarmo. Abbiamo bisogno di vedere la Nato fare un passo, ha concluso Rjabkov mentre la sua interlocutrice rigirava l’invito: « La Russia dimostri che desidera far rientrare la tensione richiamando le truppe » .
« Ancora non sappiamo fino a che punto Putin e Biden possono andare per tenere conto in qualche modo dei rispettivi vincoli - continua Andrej Kortunov -. Io spero che entrambi abbiano il buon senso di capire che ognuno di loro ha delle “linee rosse” che non può attraversare. Spero che questo possa aprire la strada a una qualche forma di dialogo, ma sarà molto difficile. Sarà una strada lunga, ci saranno frustrazioni per entrambe le parti. Ma dobbiamo abbassare le aspettative e comunque iniziare da qualche parte: se non fai nulla, la situazione non si risolve automaticamente » .