Da Brescia e Sassuolo la spinta per il nuovo record dei distretti
Due terzi delle aree sono già oltre i livelli di export 2019: in totale + 2,3 miliardi
Con un passo da 360 milioni di euro al giorno, sabati e domeniche inclusi, l’export dei distretti italiani si riporta oltre i livelli pre- covid, toccando nei primi nove mesi dell’anno il nuovo record in valore assoluto.
Vendite oltreconfine che tra gennaio e settembre, nell’analisi effettuata da Intesa Sanpaolo, arrivano a 97 miliardi di euro, realizzando un robusto balzo di 20 punti rispetto allo scorso anno ma soprattutto un progresso del 2,3% nei confronti del precedente massimo del 2019. Un recupero diffuso, con 111 distretti su 158 a presentare una crescita tendenziale e 98 di questi arrivati al nuovo top di sempre. L’aumento dei listini, diretta conseguenza dei rincari a doppia cifra di materie prime ed energia, ha certamente un peso, anche se tra i settori ad alta intensità distrettuale, solo metallurgia e oreficeria hanno registrato aumenti sostenuti dei prezzi, rispettivamente di 20 e 12 punti nel confronto con i primi nove mesi del 2019.
Tra le filiere distrettuali già oltre i livelli pre- pandemici spiccano la Metallurgia (+ 31,2% rispetto ai primi nove mesi del 2019) e gli Elettrodomestici (+ 25%), insieme agli Alimentari e Bevande (+ 14,1%), comparto che non aveva interrotto il proprio trend di crescita sui mercati esteri nemmeno nel 2020.
Positiva anche la performance della filiera delle Costruzioni e del Sistema casa, con i distretti del Mobile e dei Prodotti e materiali da costruzione in progresso del 9,2% rispetto al 2019. Mentre la meccanica registra un lieve calo (- 0,7%), frenata comunque inferiore rispetto a quanto realizzato dai competitor tedeschi (- 1,8%).
« In generale il made in Italy riesce a fare meglio di Francia e Germania - spiega Fabrizio Guelpa, responsabile Industry dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo - sia per le caratteristiche delle nostre produzioni, che ad esempio rispetto a Berlino vedono un peso minore dell’auto, che per la minore dipendenza da catene del valore estere, in particolare asiatiche. Il che riafferma e rafforza il valore del modello distrettuale italiano, che a giudicare dalle intenzioni espresse dalle aziende in termini di riorganizzazione delle supply chain, potrà trarre nuova linfa dalla situazione di emergenza globale. Dal lato dell’offerta vediamo inoltre un effetto positivo degli investimenti in tecnologie 4.0, azioni che iniziano a dare alle nostre imprese vantaggi in termini di competitività » .
Guardando ai guadagni in valore assoluto, rispetto al 2019 le crescite maggiori sono per metalli di Brescia, piastrelle di Sassuolo ed Elettrodomestici della Inox Valley e in generale in testa alla classifica vi è un ampio ventaglio di settori diversi. Più facile identificare un denominatore comune in fondo alla graduatoria, dove la frequenza maggiore è per i distretti del tessile- abbigliamento, delle calzature e dei prodotti in pelle.
La moda, infatti, è l’unico macrosettore distrettuale a rimanere pesantemente in rosso rispetto al 2019, con un gap di oltre il 20% per i prodotti intermedi, di quasi otto punti per i beni di consumo, grazie ad un terzo trimestre che si è molto avvicinato ai livelli del 2019 (- 4%) e a performance particolarmente brillanti in alcuni importanti mercati come Cina e Stati Uniti. Mercati che in generale trainano il recupero dell’intero apparato distrettuale, anche se al primo posto in valore assoluto troviamo il nostro maggiore mercato di sbocco, la Germania, che rispetto al 2019 acquista beni per quasi un miliardo in più.
Anche se le incognite non mancano, a partire dai rischi legati alle forniture e ai costi dell’energia, nelle previsioni di Intesa Sanpaolo le prospettive del nostro export restano positive e anche le stime sull’inflazione indicano un progressivo rientro: da una crescita dei prezzi del 3,6% del quarto trimestre 2021 si scenderà poco al di sotto del 2% al termine del prossimo anno.
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