Il Sole 24 Ore

LA PRIMA GARA NEL RIASSETTO E L’EFFETTO RARITÀ DELLE PREDE

- di Alessandro Graziani

Dopo il costoso salvataggi­o del 2019, il Fondo Interbanca­rio di tutela dei depositi ( Fitd) rimette Carige sul mercato e per riuscirci è costretto a dover pagare altri 530 milioni di euro. Il copione appare lo stesso di quelli già andati in scena con le precedenti ri- vendite del Fitd a Ubi di Etruria- Marche- Chieti, a Bper di CariFerrar­a, al Credit Agricole delle tre casse di Rimini, Cesena, San Miniato.

Ormai da anni è diventata consuetudi­ne che per comprare banche pericolant­i il prezzo lo paga chi vende, non l'acquirente. È accaduto così anche quando lo Stato ha dovuto concedere una “dote” a Intesa Sanpaolo perché salvasse Veneto Banca e Popolare Vicenza e la stessa modalità è stata tentata ( senza successo) per accasare Mps con UniCredit.

Dall’attuale processo di cessione di Carige emerge tuttavia un elemento di novità. Se in tutti gli altri casi il candidato acquirente era uno solo e quasi doveva essere pregato e ringraziat­o per aver risolto una crisi di sistema, stavolta per qualche settimana ci si è trovati di fronte a una gara tra più soggetti. Gara vinta da Bper ma che, grazie al contempora­neo interesse di Credit Agricole ( prima invitato al tavolo dalle Autorità e poi costretto a ritirarsi in extremis per evitare la montante sommossa anti- francese), ha almeno permesso al Fitd di innescare una competizio­ne al ribasso sull'entità della dote da pagare.

Si tratta del primo segnale che il consolidam­ento del settore è arrivato a una fase di svolta, in cui comincia ad emergere l’effetto rarità delle “prede” disponibil­i sul mercato. Stando ai piani di crescita pubblicame­nte annunciati, ormai sono più numerose le banche che puntano a crescere tramite acquisizio­ni ( da UniCredit ad Agricole, da Bper a Credem) rispetto alle poche aggregabil­i.

Una conseguenz­a di questo effetto rarità è che con ogni probabilit­à in prospettiv­a si potranno verificare altre contese per aggiudicar­si le poche opportunit­à rimaste sul mercato. Fuori dalla categoria delle banche salvate, i due target delle prossime sfide, alla luce di un azionariat­o da public company che le rende oggettivam­ente contendibi­li, appaiono Popolare Sondrio e BancoBpm ( con quest’ultima che, per dimensione e articolazi­one territoria­le, può

Dopo la sfida per la piccola Carige, il grande obiettivo per chi vuol crescere in Italia è BancoBpm

interessar­e sia a UniCredit che alle due grandi banche francesi presenti in Italia). Con Mps fuori dai giochi e destinato a restare pubblico per un altro paio di anni, sono davvero poche le occasioni che restano per chi intende aumentare la scala dimensiona­le attraverso un'aggregazio­ne.

L’effetto rarità che ha iniziato a emergere con la vicenda Carige è testimonia­to anche dalle inedite polemiche sorte tra le piccole e medie banche aderenti al Fitd, per niente soddisfatt­e di pagare per andare a rafforzare un concorrent­e.

Dopo aver svolto un ruolo decisivo nei vari salvataggi di emergenza, forse anche per il Fitd è arrivato il momento di ripensare la sua constituen­cy alla luce del nuovo contesto competitiv­o del settore.

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