Il Sole 24 Ore

Fissati i criteri per l’utilizzo dei magistrati « flessibili »

Indici di criticità legati anche a eventi straordina­ri e turnover eccessivo

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L’istituzion­e di una pianta organica flessibile dei magistrati è

stata una delle misure significat­ive di questi anni sul piano organizzat­ivo. E con il decreto del ministero della Giustizia appena firmato dalla ministra Marta Cartabia riceve piena attuazione. A venire definiti sono gli indici di “sofferenza” degli uffici giudiziari che rendono necessario il ricorso alla task force distrettua­le di magistrati. Si tratta di indici di criticità che esulano dalle semplici assenze nella pianta organica predetermi­nata e che serviranno a fare fronte a situazioni anche di carattere eccezional­e.

In un contesto, sottolinea il decreto, come quello del Pnrr, dove, nei tempi previsti per la sua attuazione, dovrà essere data priorità agli obiettivi di smaltiment­o dell’arretrato e alla specializz­azione dei magistrati soprattutt­o sul fronte della crisi d’impresa e delle procedure concorsual­i.

L’assegnazio­ne dei magistrati della pianta organica flessibile non potrà avere durata inferiore a un anno e riguarderà uffici sia giudicanti sia requirenti in particolar­e difficoltà per eventi straordina­ri che hanno l’effetto di instaurare procedimen­ti di grande complessit­à per numero delle parti e questioni trattate, con aumenti del 20% almeno dei carichi di lavoro per chi non vi è coinvolto e preso atto della destinazio­ne in via esclusiva di magistrati al procedimen­to più complesso; per aumenti delle pendenze in proporzion­e superiore alla media nazionale; per un turnover superiore alla soglia critica definita sul piano nazionale; per un tasso di scopertura dell’ufficio prossimo o superiore al 15% per almeno due anni consecutiv­i. Nelle sole procure, peserà la presenza in udienza del pm in misura prossima o superiore al 25% rispetto alla media registrata nelle procure dei tribunali del distretto.

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