Personale insufficiente e dati non in rete: il flop dei centri per l’impiego
Lavoro. Organici scoperti, poca formazione: il piano Gol affida un ruolo centrale al canale pubblico che, però, continua a deludere i lavoratori e le imprese
Per avere una fotografia reale dei nostri centri per l’impiego ( Cpi) è sufficiente parlare con disoccupati e imprenditori. Chi è senza lavoro, nella stragrande maggioranza dei casi, sostiene di recarvisi solo per svolgere pratiche burocratiche, senza ricevere assistenza nella formazione enelpl ace ment.S alvo eccezioni( al Nord ), in Italia continua a rappresentare una rarità l’ aver trovato un lavoro grazie ai Cpi, come emerge dal dato relativo al 4,2% di intermediazione attribuibile alla rete regionale pubblica evidenziato da una recente indagine Inapp ( fanno addirittura meglio dei Cpi scuole e università che collocano il 5% dell’utenza, pur non essendo questa la loro mission principale).
Quanto agli imprenditori, continuano a non rivolgersi alle strutture pubbliche perché non vi trovano i profili richie-sti. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: ormai il 40% delle assunzioni è “difficile” (dati Unioncamere- Anpal); c’è un boom dei canali informali di intermediazione (amici o parenti - Inapp); e sempre più aziende chiedono Cv e candidati ai propri dipendenti (in alcuni casi riconoscendo loro, in caso di assunzione, un incentivo economico). Le agenzie per il lavoro private sono molto più performanti, ma frenate da vincoli e lacciuoli burocratici. Il fatto è che gli oltre 550 Cpi italiani sono la porta d’ingresso del maxi piano di rilancio delle politiche attive previsto dal Pnrr, vale adire Gol( Garanzia dio cc up abilità dei lavoratori- finanziato con 4,9 miliardi, ziato con 4,9 miliardi, i primi 880 sono in arrivo alle regioni). Quindi, d’ora in avanti, i servizi pubblici oltre alle attività “ordinarie ”(ordinarie ”( dove sono già deficitari) dovranno anche prende reincarico entro dicembre 300mila percettori di Gol. Entro il 2025 si dovrà salire a tre milioni di percettori di Gol, tra disoccupati, beneficiari di Naspi, del Reddito di cittadinanza; di questi 800mila dovranno partecipare a corsi di formazione specifici; il 40% sulle competenze digitali.
Per rafforzare le politiche attive, Per rafforzare le politiche attive, ipreiprecedenti governi( e quello attuale) hanno investito 1,1 miliardi per il rafforzamento, anche infrastrutturale, dei Cpi e 464 milioni per il personale. C’è anzitutto un problema “quantitativo”, con 8mila dipendenti i Cpi hanno organici insufficienti, specie se paragonati ai 99mila operatori delladella Germania, ai 54 mila 54 mila della Francia o ai 74 mila del Regno Unito. Francia o ai 74 mila del Regno Unito. Tuttavia il programma di 11.600 assunzioni che doveva essere completato nel 2021, stenta a decollare: a maggio ne erano state effettuate solo 3.440, ragion per cui molti governatori stanno chiedendo la proroga dei navigator per l’assistenza tecnica nei centri regionali ( fermo restando che l’operazione navigator non è riuscita a risollevare le sorti dei Cpi - si veda altro articolo in pagina).
Ma soprattutto c’è un problema “qualitativo”: gli operatori dei Cpi finora nella stragrande maggioranza son ostati impiegati per attività amministrative e non hanno avuto una formazione specifica per essere impegnati nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro, spesso sono demotivati ed hanno un’età avanzata come in tutta la Pa.
La verità, purtroppo amara, è che le politiche attive del lavoro restano marginali; anche perché il sistema informativoanche perché il sistema informativo unitario di Anpal non è mai realmente partito, manca l’ interoperabilità tra tutti i sistemi coinvolti, le banche dati regionali non comunicano tra loro, ostacolando l’offerta di opportunità lavorative e di formazione in regioni limitrofe. Manca un’analisi puntuale delle performance dei centri per l’impiego, come si è visto per il reddito di cittadinanza, dove non vi è alcuna risultanza sull’effettività della stretta operata dal governo che ha introdotto nuovi obblighi, come la presenza nei Cpi da parte dei percettori per ricevere un’offerta formativa, o il taglio dei 5 euro al mese in caso di rifiuto della prima offerta di lavoro congrua. In questo quadro, senza un rapido cambio di passo, tutte le innovazioni sono destinatea rimane resolo sulla carta, e i fondi ( oggi davvero tanti) a essere sprecati.