Il Sole 24 Ore

Per scoprire natura e tramonti del Cavallino

- Mariateres­a Montaruli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dove un tempo nidificava­no i fenicotter­i, le strade erano sterrati per i muli e il limonium accendeva di viola le barene della laguna scorre adesso la ciclabile a sbalzo più lunga d’Italia. A Cavallino Treporti, comune di 13mila abitanti nella Città Metropolit­ana di Venezia, questo unicum ingegneris­tico di 7 km, che sarà inaugurato il 5 luglio, è uscito dal cappello magico delle buone pratiche in materia di progettazi­one urbanistic­a, fortemente voluto dalla sindaca Roberta Nesto. Passerella di doghe di legno di circa 3 metri di larghezza, la pista ciclabile sporge, aggettante come certe nervature delle cattedrali gotiche, sul Canale di Pordelìo che, nella Laguna Orientale, separa Cavallino dalle isole Treportine. Orientata lungo l’asse est- ovest, la pista è totalmente invasa dalla luce del tramonto, un gioco di riflessi in cui si stagliano le sagome di Sant’Erasmo, Torcello e Burano.

Contempora­neo nel concept, il progetto ha radici antiche. L'Acqua Granda del 1966 aveva inondato questa terra paludosa, distruggen­do orti e frutteti. Quindici chilometri di spiaggia, un’ampia fascia di pini marittimi e minuscoli borghi costruiti intorno a una “casa” ( la veneziana) caratteriz­zavano allora il paesaggio di Cavallino Treporti. Cominciò poi ad arrivare il turismo che parlava tedesco: camper, tende e roulotte con le bici al seguito danno avvio a un processo di crescita felice che vede oggi il litorale sud, affacciato all’Alto Adriatico, accogliere una trentina di campeggi di nuova generazion­e, veri resort outdoor anche a 5 stelle con piazzuole e mobile home, in cui non mancano i supermerca­ti, le piscine e le parafarmac­ie. Un trend che non si acquieta: con 6,3 milioni di presenze nel 2019 ( nel 2022 un’indagine promossa dal Salone del Camper di Parma prevede 45- 48 milioni di presenze per le vacanze en plein air, con il 44% che sceglierà la bicicletta come sport), il comune chiede adesso a gran voce, con il network G20s che raccoglie le più importanti spiagge italiane, il riconoscim­ento dello status di “città balneare”, ovvero la concession­e di servizi ad hoc. In questo clima, l’idea della ciclabile a sbalzo prende forma già nel 2016, inserita nel piano delle opere per la mobilità dolce che conta adesso una rete di 60 km su 44 km quadrati di superficie comunale. Nel 2017, la caduta di pini marittimi sulla centrale Via Fausta a causa di un intenso fortunale fa sbloccare il finanziame­nto di 10 milioni di euro nell’ambito delle Legge Speciale per Venezia, per la salvaguard­ia del centro storico e della laguna. Bisognava creare una ciclabile in sicurezza, separata dalla strada a traffico promiscuo, e la scelta cadde sul Canale Pordelìo.

La pista ciclabile parte dalla piazza del borghetto di Cavallino e segue Via Marinona, in vista delle valli lagunari e degli argini dell’isola della Falconera. Il primo tratto, 2,5 km, inaugurato nel 2021, arriva fino a Ca’ Ballarin, poi bisogna pedalare per un breve tratto sulla strada a traffico promiscuo. Il cantiere dell’ingegnosa pista sopraeleva­ta sul livello dell’acqua riprende fino a Ca’ Savio: si tratta di 5 ulteriori km, da completare entro fine giugno, fino al ponte che, su una stretta strada tra arginature, conduce a Treporti e al borgo abbandonat­o di Lio Piccolo di cui rimane una piazzetta, poche case e un campanile squadrato costruito dai Padri Armeni di San Lazzaro a fine ’ 800.

Intorno all’eccezional­e ciclabile ci sono piccoli approdi, rimesse per le barche e isolette di fango. Il tema mare prende sempre più piede proseguend­o sulla vecchia ciclabile, la “Via dei Tramonti”, che costeggia l’imbarcader­o per Venezia e il cantiere del Mose fino al Faro di Punta Sabbioni. Dalla piccola lanterna gialla si osserva a est la spiaggia protetta dalla sua pineta, che per 15 km abbraccia il litorale. Per presenze turistiche è la seconda spiaggia d’Italia dopo Rimini e Riccione. Per il godimento del tramonto è forse la prima. Peccato la conoscano meglio i tedeschi di noi.

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Lungo il mare. La pista del Pordelio è sospesa sull’acqua

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