Il Sole 24 Ore

Italia invasa da grano russo e prodotti agricoli ucraini

Mosca a sorpresa è diventata il nostro terzo fornitore di frumento per la pasta

- Micaela Cappellini

Nel 2023 l’Italia ha visto crescere le importazio­ni di grano duro per la pasta dalla Russia del 1.164% e dalla Turchia del 798%. Una vera e propria invasione, tanto che oggi Ankara è diventata seconda e Mosca terza nella classifica dei fornitori dell’Italia. I dati sono stati elaborati dal Centro studi Divulga sulla base di statistich­e Istat e della Dg Agricoltur­a della Commission­e Ue. E destano una certa sorpresa: il nostro Paese non è mai stato un cliente significat­ivo della Russia per il frumento. Cosa è successo? Una parte dei motivi è da ricercare nelle forniture dal Canada, da sempre primo fornitore dell’Italia per il grano duro: in Nord America, infatti, la campagna 2023- 2024 è stata del 30% inferiore alla medie; a questo vanno aggiunte le difficoltà di transito attraverso il Canale di Panama, dove il numero delle navi autorizzat­e al passaggio è quasi dimezzato.

Dietro al boom dalla Russia, però, c’è chi ci vede anche una precisa volontà politica: « Credo - sostiene Riccardo Fargione, coordinato­re del Centro studi Divulga - che sia in atto un tentativo della Russia di prendersi il dominio degli equilibri geopolitic­i del cibo. Mosca vuole accreditar­si in Italia per il grano duro, così come ha fatto per quello tenero in Nordafrica. Lo stesso aumento di importazio­ni di frumento dalla Turchia potrebbe essere l’effetto di una triangolaz­ione di grano che arriva dalla Russia in Italia » .

La vera svolta, nel boom di importazio­ni, c’è stata a luglio dell’anno scorso, quando su 1,1 milioni di tonnellate di grano duro importate in Italia dai Paesi extra- Ue il grano turco è arrivato a rappresent­are una fetta del 37% mentre quello russo del 31,4%. Come conseguenz­a, le quotazioni del grano italiano hanno cominciato a calare in maniera significat­iva. E non è un caso, sostengono da Divulga, che gli arrivi dai Paesi extra- Ue si sono moltiplica­ti proprio in concomitan­za della fase di raccolta del grano italiano e dell’avvio della nuova campagna di commercial­izzazione. « Nei prossimi mesi ci potremmo invece aspettare che i prezzi all’origine tornino a salire per il grano Italiano - sostiene Nicola Musa, responsabi­le dei contratti di filiera dei Consorzi Agrari d’Italia - anche in virtù del fatto che probabilme­nte assisterem­o ad una riduzione delle quantità in Italia a fronte di scorte mondiali molto basse » .

A due anni dall’invasione russa dell’Ucraina, stando ai dati Divulga risulta anche che l’Italia ha aumentato in maniera importante le importazio­ni di prodotti agricoli da Kiev. Crescite sostenute si rilevano per i cereali dall’Ucraina, in particolar­e grano tenero (+ 260%), mais (+ 230%) e orzo (+ 128%), ma a crescere sono anche gli arrivi di carni avicole ( oltre 700 tonnellate complessiv­e), semi di girasole (+ 368%) e soia (+ 108%). Dalla Russia, infine, sono cresciute anche le importazio­ni di olio di girasole (+ 298%) e barbabieto­la da zucchero (+ 33,9%).

Il Canada, da sempre al primo posto dell’import italiano, sconta le difficoltà del Canale di Panama

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