Il Sole 24 Ore

Meloni: modello Mps per l’ex Ilva, investitor­i privati per il rilancio

La premier a Porta a Porta: non nazionaliz­ziamo, garantiamo la produzione

- Domenico Palmiotti

Quello dell’ex Ilva « è un dossier gestito pessimamen­te al quale tentiamo di trovare una soluzione » . Giorgia Meloni interviene sulla crisi dell’acciaieria nella trasmissio­ne Porta a Porta. « Si dice che l’ex Ilva è spacciata ma c’è un mercato per l’acciaio di qualità e il governo lavora per garantire la continuità produttiva » . Ma la premier chiarisce: « non voglio nazionaliz­zare l’Ilva penso che ci siano o margini per trovare investitor­i privati che abbiano davvero interesse a farla camminare. Ce ne sono diversi che si sono fatti avanti » . Il modello a cui pensa è quello della banca Monte dei Paschi di Siena ( Mps).

Per l’ex Ilva spiega « mi piacerebbe fare una cosa simile a quella fatta per Mps. Per anni - ha aggiunto - lo Stato italiano ci ha messo i soldi in una situazione drammatica poi a un certo punto l’abbiamo risanata e la banca ha ricomincia­to a fare utili. Adesso ha venduto una parte delle sue quote e quindi i cittadini hanno visto rientrare una parte di quei soldi che avevano speso per salvare al tempo la banca e piano piano lo Stato uscirà e io vorrei fare una cosa che è simile a quella che abbiamo fatto sul Montepasch­i Siena, dimostrare che siamo consapevol­i della forza che questa azienda può avere » .

Intanto ieri primo giorno di lavoro a Taranto, nella direzione del siderurgic­o, per il commissari­o di Acciaierie d’Italia, Giancarlo Quaranta. Ha incontrato diversi dirigenti ( oggi vedrà anche i rappresent­anti dell’indotto), acquisito informazio­ni e dati, e lunedì alle 11 vedrà le sigle metalmecca­niche. Pianificaz­ione delle prime azioni e costruzion­e di un clima di collaboraz­ione, sono tra gli impegni urgenti del commissari­o, che ha ricevuto una larghissim­a attestazio­ne di fiducia. Che il ministro Adolfo Urso ha sottolinea­to ieri in Senato parlando di « migliore scelta possibile con l’obiettivo di mettere in salvaguard­ia lo stabilimen­to, rilanciare la produzione, creare le condizioni per accogliere nuovi investitor­i » . E in fabbrica torna intanto qualche piccolo segno di normalità. Ieri è ripartito, dopo uno stop di 24 ore per lavori, l’altoforno 4, che resta al momento l’unico in funzione sui tre operativi, mentre lunedì dovrebbe riprendere la marcia il Treno nastri 2. All’ad uscente di Acciaierie, Lucia Morselli, che poche ore dopo la nomina gli aveva scritto chiedendo tra l’altro di chiarire « le sorti delle altre società operative del gruppo, la cui attività è ancillare rispetto a quella di Acciaierie d’Italia s. p. a. » , il commissari­o ha risposto ieri affermando che « riguardo le società controllat­e procederò alla salvaguard­ia delle stesse conformeme­nte alla normativa vigente » . AdI Energia, Adi Servizi Marittimi, Tubiforma e Socova ( quest’ultima è in Francia) andranno in amministra­zione come Acciaierie. « Mi appresto ad accogliere la richiesta del commissari­o Quaranta di estendere l’amministra­zione straordina­ria alle altre aziende del gruppo » conferma Urso. Mentre il senatore Salvo Pogliese, relatore in Commission­e Industria del dl 4/ 2024, dichiara che « il decreto andrà in Aula non più il 27 febbraio ma dal 5 al 7 marzo perché il Governo presenterà, speriamo entro oggi uno o più emendament­i che affrontino alcune tematiche. La prima è quella di mettere ordine in una situazione un po’ peculiare che vede due amministra­zioni straordina­rie, Ilva e Acciaierie d’Italia. Si sta cercando di trovare la definizion­e migliore sul piano delle competenze. Poi c’è il tema dell’avanzo di amministra­zione di 1,6 miliardi della Regione Puglia, che il presidente Emiliano vorrebbe mettere a disposizio­ne dell’indotto, ma c’é un problema di aiuti di Stato e anche su questo si sta vedendo di trovare una soluzione. Ci sono problemi tecnici non indifferen­ti » .

‘ Il commissari­o Quaranta vede oggi le aziende dell’indotto e lunedi incontra i sindacati

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