Di giuristi e politici per una riforma bipartisan
« La maratona oratoria di domani ( oggi, ndr) alle 10 alla Sala Umberto di Roma sulla riforma costituzionale si basa sull’idea di una riforma condivisa, anche perché nessuno può essere certo del risultato referendario a proprio favore. Il voto sardo dovrebbe confermarcelo » . Così Stefano Ceccanti, costituzionalista e vicepresidente di LibertàEguale, l’associazione che assieme a Magna Carta e a Io Cambio ha promosso la maratona oratoria di oggi per richiamare l’attenzione della politica sulla necessità di una riforma costituzionale condivisa così da essere approvata con il quorum dei due terzi ed evitare il referendum. L’evento è rigorosamente bipartisan come le associazioni che lo hanno promosso e che hanno messo sul tavolo un modello di premierato alternativo al Ddl Casellati: al premier italiano poteri forti come quelli dei ” colleghi” europei, ossia nomina e revoca dei ministri e soprattutto potere di determinare lo scioglimento delle Camere, ma indicazione del nome del candidato premier sulla scheda elettorale al posto dell’elezione diretta. A partecipare saranno esponenti di spicco sia di maggioranza sia di opposizione: da una parte, tra gli altri, la ministra azzurra delle Riforme Elisabetta Casellati, il presidente meloniano della prima commissione Alberto Balboni e l’ex presidente del Senato Marcello Pera; dall’altra una folta rappresentanza della tradizione riformista del Pd, da Claudio Petruccioli a Dario Parrini, da Michele Salvati ad Alessandro Alfieri. Né mancheranno le sorprese di merito: l’esperto di sistemi elettorali e istituzionali Giuseppe Calderisi, già parlamentare di Fi, ricorderà una proposta di compromesso fatta dall’attuale presidente della Consulta Augusto Barbera ai tempi della Bicamerale D’Alema nel’ 97, ossia indicazione del nome del premier sulla scheda al primo turno ed elezione diretta all’eventuale ballottaggio tra i primi due. Così come farà notare il ruolo degli italiani all’estero, 5 milioni di potenziali elettori in grado di ribaltare qualunque pronostico: l’esito delle elezioni, è l’avvertimento di Calderisi, deve essere determinato in base ai seggi e non ai voti.