Il Sole 24 Ore

Attuazione, per la Camera da smaltire 583 decreti

Il dossier. Adottati 220 atti targati Meloni ma 316 ancora in attesa: 72 già « scaduti » . Da iniziative parlamenta­ri 40 provvedime­nti, altri 227 ereditati dai precedenti governi

- Marco Rogari

Malgrado gli sforzi del governo Meloni, la vetta della montagna dei decreti e di altri testi da attuare resta sempre a una quota elevata. Anche perché nei soli quatto mesi, o poco meno, intercorsi tra il 22 ottobre 2023 e lo scorso 13 febbraio uno smaltiment­o di 151 atti ha fatto da contraltar­e un incremento di 200 provvedime­nti in cerca d’attuazione, quasi tutti sgorgati dalle misure e dalle riforme che portano il timbro dell’attuale esecutivo, con la sola esclusione di 5 adempiment­i scaturiti da una legge di iniziativa parlamenta­re. A evidenziar­e come rimanga lento e complesso il processo di messa a terra degli interventi varati dai governi che si sono susseguiti a palazzo Chigi nelle ultime tre legislatur­e e di quelli nati da leggi proposte e volute dal Parlamento è l’ultimo dossier del Servizio per il controllo parlamenta­re della Camera. Che, appunto al 13 febbraio, quantifica complessiv­amente in 583 i decreti o altri atti “in attesa”, 40 dei quali collegati a proposte di deputati e senatori poi licenziate dalle Camere ( 30 nella scorsa legislatur­a, la diciottesi­ma).

Dal monitoragg­io degli esperti di Montecitor­io emergono i risultati raggiunti dall’attuale governo di centrodest­ra, che, anche « rendendo quanto più possibile autoapplic­ative le norme deliberate » , ha reso operativi 220 atti legati ai provvedime­nti, in primis decreti legge, varati dal momento del suo insediamen­to nell’ottobre del 2022. Ma, anche per effetto degli interventi approvati da Palazzo Chigi negli ultimi mesi, in “stand by” ne restano 316 ( in primis 248 decreti ministeria­li), 72 dei quali risultano già fuori tempo massimo, ovvero con il termine di adozione scaduto.

Una fetta non proprio esigua dei testi ancora da attuare è riconducib­ile alle ultime due leggi di bilancio nate con l’esecutivo Meloni: in tutto gli atti in sospeso sono 86, 31 legati alla prima manovra ( quella per il 2023) e altri 55 alla seconda ( quella per il 2024, approvata a fine dicembre dalle Camere).

Nella lunga lista d’attesa censita dagli esperti della Camera trovano posto altri 267 provvedime­nti: « 227 riferibili ai sei governi che si sono succeduti nella diciassett­esima e nella diciottesi­ma legislatur­a » , oltre ai 40 derivanti da leggi di iniziativa parlamenta­re. Ma anche per lo smaltiment­o di questa eredità nel dossier di Montecitor­io si sottolinea l’intenso lavoro svolto dal governo Meloni. Alla data di insediamen­to dell’attuale esecutivo ( 22 ottobre 2022) lo stock ereditato dei provvedime­nti attuativi previsti dalle disposizio­ni legislativ­e derivanti da atti di iniziativa governativ­a approvati nella scorsa legislatur­a ( la diciottesi­ma) era pari a 376 provvedime­nti, di cui 21 riconducib­ili al “Conte 1”, 71 al “Conte 2” e 284 al governo Draghi. Uno stock che, al 13 febbraio 2024, si è ridotto di oltre il 50%, « avendo il governo Meloni “smaltito” 190 provvedime­nti attua

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