Abruzzo al voto scommette sul rilancio dell’automotive
Lo sviluppo della regione è frenato dalla mancanza di infrastrutture con il 93,4% delle imprese costrette al trasporto su gomma per distribuire i prodotti
Dopo le elezioni in Sardegna, le regionali in Abruzzo del 10 marzo assumono una luce diversa. Con l’opposizione di centrosinistra unita attorno a Luciano D’Amico che spera nel colpaccio contro il governatore uscente di centrodestra, il meloniano Marco Marsilio. Ma ogni regione fa storia a sé e bisognerà verificare che impatto avrà sul voto la fotografia economica del territorio.
Nel 2019, il Pil dell’Abruzzo era cresciuto dello 0,6%, più della media dell’Italia (+ 0,4%). Nell’ultimo report di Banca d’Italia, la crescita del 2023 della regione era indicata in linea con la media nazionale. Per il 2024 Prometeia stima un Pil in Abruzzo a + 0,3% (+ 0,4% per l’Italia). Il Pil pro capite ( 27mila euro nel 2022) è ancora ben sotto alla media nazionale ( 33mila euro). Gli occupati sono aumentati di 4mila unità nel terzo trimestre 2023 rispetto al terzo trimestre 2019, ma anche qui con un trend sotto la media italiana (+ 0,9% contro + 1,7%).
L’export ha segnato un + 16,1% a gennaio- settembre 2023 rispetto allo stesso periodo del 2019, trainato dai distretti dell’abbigliamento, del mobilio, della pasta di Fara e dei vini di Montepulciano d’Abruzzo. Tuttavia il trend è quasi la metà del totale Italia (+ 31,1%). A pesare è anche la cronica carenza di infrastrutture, con il 93,4% delle imprese costrette al trasporto su gomma per vendere o distribuire i propri prodotti ( l’ 87,2% in Italia). « Soffriamo anche per la mancanza di collegamenti aerei quotidiani con Milano – spiega Silvano Pagliuca, presidente di Confindustria Abruzzo - e in generale di forti rallentamenti autostradali verso Nord. Inoltre, le nostre piccole e medie imprese hanno bisogno di sostegni per l’accesso al credito e un efficace sistema di garanzie » .
Non a caso, il dibattito pre elezioni si è concentrato sulle infrastrutture: il collegamento del Tirreno con l’Adriatico e l’avvicinamento di Roma all’Abruzzo ( il Cipess ha appena deliberato 950 milioni per potenziare il collegamento ferroviario tra la Capitale e Pescara), l’agganciamento alle reti transeuropee e all’alta velocità ferroviaria Nord- Sud, il potenziamento del porto e dell’aeroporto di Pescara.
Eppure le occasioni di rilancio non mancheranno. La Zona economica speciale ( Zes) dell’Abruzzo, che dal primo gennaio è confluita nella Zes unica del Sud, in poco più di un anno di attività, ha attratto quasi 1,4 miliardi di investimenti privati che potrebbero garantire circa 2.500 nuovi posti di lavoro. Per il commissario uscente della Zes dell’Abruzzo Mauro Miccio la regione « ha una criticità che sta cercando di sanare: i collegamenti infrastrutturali » .
C’è poi all’automotive e, in particolare, il piano strategico Pro One di Stellantis sullo stabilimento di Atessa ( 7,3 milioni di furgoni venduti in 75 paesi al mondo dal 1979 ad oggi): qui sono in fase di ammodernamento le linee di produzione, che daranno vita alla nuova generazione di veicoli commerciali leggeri. Sull’Abruzzo convergerà anche il più grande investimento destinato alle auto elettriche: 540 milioni per realizzare a Mosciano Sant’Angelo il polo industriale di Aehra, con 500 addetti e 130 stazioni robotizzate, altri 350 milioni in ricerca e sviluppo e la promessa di consegnare le prime vetture alla fine del prossimo anno.