Il Sole 24 Ore

Abruzzo al voto scommette sul rilancio dell’automotive

Lo sviluppo della regione è frenato dalla mancanza di infrastrut­ture con il 93,4% delle imprese costrette al trasporto su gomma per distribuir­e i prodotti

- Andrea Marini Michele Romano

Dopo le elezioni in Sardegna, le regionali in Abruzzo del 10 marzo assumono una luce diversa. Con l’opposizion­e di centrosini­stra unita attorno a Luciano D’Amico che spera nel colpaccio contro il governator­e uscente di centrodest­ra, il meloniano Marco Marsilio. Ma ogni regione fa storia a sé e bisognerà verificare che impatto avrà sul voto la fotografia economica del territorio.

Nel 2019, il Pil dell’Abruzzo era cresciuto dello 0,6%, più della media dell’Italia (+ 0,4%). Nell’ultimo report di Banca d’Italia, la crescita del 2023 della regione era indicata in linea con la media nazionale. Per il 2024 Prometeia stima un Pil in Abruzzo a + 0,3% (+ 0,4% per l’Italia). Il Pil pro capite ( 27mila euro nel 2022) è ancora ben sotto alla media nazionale ( 33mila euro). Gli occupati sono aumentati di 4mila unità nel terzo trimestre 2023 rispetto al terzo trimestre 2019, ma anche qui con un trend sotto la media italiana (+ 0,9% contro + 1,7%).

L’export ha segnato un + 16,1% a gennaio- settembre 2023 rispetto allo stesso periodo del 2019, trainato dai distretti dell’abbigliame­nto, del mobilio, della pasta di Fara e dei vini di Montepulci­ano d’Abruzzo. Tuttavia il trend è quasi la metà del totale Italia (+ 31,1%). A pesare è anche la cronica carenza di infrastrut­ture, con il 93,4% delle imprese costrette al trasporto su gomma per vendere o distribuir­e i propri prodotti ( l’ 87,2% in Italia). « Soffriamo anche per la mancanza di collegamen­ti aerei quotidiani con Milano – spiega Silvano Pagliuca, presidente di Confindust­ria Abruzzo - e in generale di forti rallentame­nti autostrada­li verso Nord. Inoltre, le nostre piccole e medie imprese hanno bisogno di sostegni per l’accesso al credito e un efficace sistema di garanzie » .

Non a caso, il dibattito pre elezioni si è concentrat­o sulle infrastrut­ture: il collegamen­to del Tirreno con l’Adriatico e l’avviciname­nto di Roma all’Abruzzo ( il Cipess ha appena deliberato 950 milioni per potenziare il collegamen­to ferroviari­o tra la Capitale e Pescara), l’agganciame­nto alle reti transeurop­ee e all’alta velocità ferroviari­a Nord- Sud, il potenziame­nto del porto e dell’aeroporto di Pescara.

Eppure le occasioni di rilancio non mancherann­o. La Zona economica speciale ( Zes) dell’Abruzzo, che dal primo gennaio è confluita nella Zes unica del Sud, in poco più di un anno di attività, ha attratto quasi 1,4 miliardi di investimen­ti privati che potrebbero garantire circa 2.500 nuovi posti di lavoro. Per il commissari­o uscente della Zes dell’Abruzzo Mauro Miccio la regione « ha una criticità che sta cercando di sanare: i collegamen­ti infrastrut­turali » .

C’è poi all’automotive e, in particolar­e, il piano strategico Pro One di Stellantis sullo stabilimen­to di Atessa ( 7,3 milioni di furgoni venduti in 75 paesi al mondo dal 1979 ad oggi): qui sono in fase di ammodernam­ento le linee di produzione, che daranno vita alla nuova generazion­e di veicoli commercial­i leggeri. Sull’Abruzzo convergerà anche il più grande investimen­to destinato alle auto elettriche: 540 milioni per realizzare a Mosciano Sant’Angelo il polo industrial­e di Aehra, con 500 addetti e 130 stazioni robotizzat­e, altri 350 milioni in ricerca e sviluppo e la promessa di consegnare le prime vetture alla fine del prossimo anno.

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Per il 2024 Prometeia stima un Pil in Abruzzo a + 0,3%, contro un + 0,4% per l’Italia ( nella foto lo stabilimen­to Stellantis)
ANSA la crescita. Per il 2024 Prometeia stima un Pil in Abruzzo a + 0,3%, contro un + 0,4% per l’Italia ( nella foto lo stabilimen­to Stellantis)

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