Borse cinesi, due settimane di rimbalzo I listini ritrovano la fiducia dopo la lunga crisi
Il Governo di Pechino indica la via dei mercati finanziari per centrare il 5% di crescita
Le borse cinesi hanno incassato un 2023 orribile, in uno scenario che è sembrato riproporsi tale e quale a inizio anno.
Nelle ultime due settimane, al contrario, la tendenza degli indici sembra aver cambiato rotta mentre i mercati riconquistavano la fiducia degli investitori messa a dura prova soprattutto dai default dell’immobiliare.
Lo Shanghai composite ha guadagnato 6,35% il che porta a 2,45% i guadagni da inizio anno, lo Shanghai Shenzhen CSI 300 ha totalizzato 5,96 portando la media a 3,92 mentre l’Hang Seng grazie al 2,94 porta le perdite nel 2024 a 5,19 ma, si capisce, Hong Kong è stata ed è davvero la pecora nera.
Non è estraneo il fatto che si stia profilando una via finanziaria alla crescita annua programmata, pari al 5%, tracciata dal premier Li Qiang nel Work Report letto lunedì scorso al Congresso nazionale del popolo. Il numero due della nomenklatura cinese ha rivelato che anche per quest’anno è atteso un programma di titoli speciali di debito da emettere nei prossimi mesi del controvalore di 1.000 miliardi di yuan ( circa 140 miliardi di dollari), da iscrivere probabilmente fuori bilancio. E che lo Stato andrà in soccorso degli enti locali disastrati con una solida dote di local bond.
Le Borse guardano di buon occhio a questo tipo di impegni, anche se non compete ai mercati valutare gli effetti sui conti dello Stato di questa politica espansiva. Il deficit 2024, per restare in tema, è atteso al 3%, a fronte del 3,8% del 2023, aumentato proprio a seguito dei nuovi titoli di Stato emessi a supporto dell’economia reale.
Nel 2023 il budget era stimato a + 7,2% contro il + 7,1% del 2022, pari rispettivamente a 1.560 miliardi e a 1.450 miliardi di yuan. I due dati erano sostanzialmente stabili se espressi in dollari, circa 230 miliardi, a causa dell’effetto cambio, seguendo comunque un trend di crescita.
Nella classica conferenza stampa dei responsabili dell’economia ieri al secondo giorno del Congresso sono scesi in campo il governatore della Banca centrale Pan Gongsheng secondo il quale « c’è spazio per ridurre di più i requisiti di riserva delle banche, impegnandosi a usare la leva monetaria per sostenere “moderatamente” i prezzi al consumo » . Il ministro delle Finanze cinese Lan Fo’an ha tenuto a precisare che la situazione del debito locale è nel complesso « controllabile » . Ma a lanciare un segnale forte è stato il responsabile della National development and research commission, Zheng Shanjie, il quale ha detto che la Cina « continuerà a rafforzare le politiche macroeconomiche con un mix di politiche fiscali, monetarie, occupazionali, industriali e regionali e che « i buoni del Tesoro speciali a lunga scadenza annunciati sosterranno l’innovazione hi- tech, i titoli energetici e altre aree chiave, parte delle “nuove forze produttive”, come le ha definite il presidente Xi Jinping » . L’economia reale, tuttavia, è vittima di « pressioni al ribasso » come ha ricordato il ministro del Commercio Wang Wentao, al quale è toccato constatare la prima storica frenata nel 2023 della bilancia commerciale dal 2016.
Il ministro delle Finanze: « I titoli di Stato a lungo termine e i bond locali non avranno l’effetto di aumentare il debito »