Taxi, l’Antitrust allarga il tiro: faro sui disservizi anche a Firenze e Palermo
Due nuove segnalazioni con la raccomandazione di aumentare le licenze
Allarga il tiro l’Autorità della concorrenza e del mercato che da mesi ha messo sotto osservazione il servizio taxi nelle principali città italiane. Dopo i richiami piovuti a novembre sui tavoli dei sindaci di Roma, Milano e Napoli, l’occhio dell’authority si allarga anche a Firenze e Palermo raggiunte ieri da due segnalazioni. “Assolte” invece Bologna, Genova e Torino.
Sotto tiro finiscono « i gravi disservizi riscontrati dall’utenza » , da correggere subito con una serie di misure quali l’adeguamento « del numero delle licenze alla domanda » , portandolo « oltre il tetto del 20% fissato in via straordinaria nel cosiddetto decreto Asset » con nuovi bandi. Gli appunti dell’authority rilevano tra l’altro una carenza nel monitoraggio delle auto bianche in circolazione basato sui dati delle cooperative.
C’è un poi un richiamo specifico alla necessità di garantire auto attrezzate per il trasporto di disabili gravi ma anche la flessibilità dei turni, da potenziare con il ricorso alle doppie guide. Così per esempio a Firenze, citata anche positivamente, « nei periodi di maggior domanda i tassisti possono svolgere i propri servizi con più flessibilità e l’amministrazione comunale può rilasciare licenze temporanee » .
Con toni diversi la replica dei Comuni non si fa attendere: per Roma e Milano il nuovo richiamo è infatti l’assist per confermare la pubblicazione, a breve, di nuovi bandi per licenze taxi ( rispettivamente 1.000 e 450 permessi), che dovrebbero dare ossigeno al trasporto pubblico in città. Da Napoli, il sindaco Gaetano Manfredi snobba il pressing Antitrust - « le nostre analisi non ci dicono che sia necessario l’aumento delle licenze » - e rinvia ogni decisione a dopo la verifica della riorganizzazione delle turnazioni, anche perché « a Napoli il numero di taxi non è basso rispetto alla domanda » . Anche il sindaco di Palermo Roberto Lagalla parla di un tema « all’ordine del giorno dell'agenda politica di questa amministrazione » e non chiude la porta agli aumenti delle 320 licenze rilasciate. L’iniziativa dell’autorità guidata da Roberto Rustichelli scatena anche il fronte dei consumatori, in prima linea nella battaglia per aumentare le auto bianche in circolazione. L’Adoc attacca « la lobby dei taxi » , e chiede ai Comuni più permessi e al Governo il completamento del riordino del settore sotto il segno della liberalizzazione. L’Unc parla di « fallimento annunciato » del Dl Asset, una « falsa riforma » da superare puntando su una « vera liberalizzazione » .
Replicano duramente le sigle di categoria. Fit Cisl, Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Uritaxi, per citarne alcune, parlano di « interventi a orologeria » in un « settore nel quale gli operatori agiscono con tariffe amministrate, spesso ferme per anni e stranamente, tale rapidità non si utilizza per colpire realtà quali banche, assicurazioni, energia » .