Il Sole 24 Ore

Il varco dei Popolari Ue alla premier e gli spazi di Salvini

- di Lina Palmerini

L’Abruzzo, in queste ore, è certamente il primo dei pensieri per la maggioranz­a ma la prospettiv­a strategica resta l’Europa e ieri è successo qualcosa che presto sarà la priorità della premier. Al congresso dei Popolari europei, che si è aperto a Bucarest, si è infatti visto uno spostament­o delle posizioni verso destra riscrivend­o quei punti maggiormen­te sotto attacco: frenata sul green deal e soprattutt­o i migranti. Si sta così creando, nel Ppe, un ambiente più accoglient­e e coerente per partiti come quello di Meloni e, anche la ricandidat­ura di Von der Leyen alla Commission­e Ue, ne favorisce l’avviciname­nto e – chissà – un futuro ingresso.

Non è chiaro, però, chi stia facendo più passi incontro all’altro, se i Popolari adeguandos­i a un’agenda di destra oppure Meloni che in questo anno e mezzo ha dato prova di “europeismo”, oltre che di atlantismo. Così slogan sui migranti come quello detto dal presidente Ppe Weber - « chi viene qui lo decide l’Europa con gli Stati membri, non i trafficant­i » - accarezzan­o le orecchie della premier che si trova davanti a un varco appena aperto. Dunque, basterà entrare senza alcuna forzatura. Vuol dire - allora - che nei Popolari è cominciata un’operazione di agganciame­nto verso destra e di sganciamen­to dei Socialisti? Ovviamente dipenderà dall’esito delle europee ma sembra che si stiano allestendo “due forni” per dare al Ppe la possibilit­à di essere l’arbitro della futura maggioranz­a. E magari imporre anche le new entry come quella della premier, che il Pse rifiuta.

« Non ci sono solo i Socialisti. Poi, non essendo il primo partito, non possono decidere e dettare le regole » , diceva ieri Tajani da Bucarest evocando i due anni da presidente del Parlamento europeo ( 2017/ 2019) grazie proprio a quell’alleanza tra Popolari, Liberali e Conservato­ri che auspica possa tornare.

Per l’Italia questo vorrebbe dire riunire due dei partiti di maggioranz­a se non nello stesso gruppo europeo almeno nella stessa maggioranz­a, diversamen­te da com’è oggi. In effetti, se le cose andassero secondo i piani del ministro degli Esteri, si consolider­ebbe l’asse con FdI mentre Salvini ( che è nel gruppo Ue con Marine Le Pen) resterebbe fuori dai giochi a Bruxelles e magari anche a Roma. Nel senso che continuere­bbe nel suo gioco tattico di fastidio al Governo. Del resto, ieri, il suo fedelissim­o vice, Andrea Crippa, ha ricordato che c’è stato un momento in cui la Lega ha occupato lo spazio moderato ( Governo Draghi) ma poi i voti poi sono andati a Meloni. Insomma, la spina nel fianco destro della premier resta. Prima e dopo le europee.

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy