Camion fermi, senza aiuti si muore di fame
Aumentano le pressioni internazionali per riaprire il valico egiziano di Rafah
Che arrivino attraverso i valichi terrestri, dal cielo o dal mare. Purché arrivino, e di più. Perché a Gaza si muore anche di fame.
In attesa di un accordo – che tarda ad arrivare - tra Israele ed Hamas, volto ad un cessate il fuoco in cambio del rilascio degli ostaggi israeliani, la Comunità internazionale sta esercitando grandi pressioni sulle autorità israeliane affinché siano presi provvedimenti immediati per aumentare gli aiuti destinati alla popolazione stremata della Striscia di Gaza. La crisi umanitaria è drammatica. Ogni giorno arrivano notizie di civili morti di stenti ed in alcuni casi anche di fame. Lunedì l’Onu ha dichiarato che almeno 10 bambini sono morti nel Nord di Gaza a causa di disidratazione e malnutrizione.
Eppure sono già diversi giorni che una lunghissima fila di camion carichi di aiuti – 1.500 mezzi – è ferma al valico egiziano di Rafah in attesa di avere il permesso per entrare a Gaza.
L’intenzione ora è di far arrivare gli aiuti con più missioni aeree, e forse anche dal mare ( dal 2007 Gaza è sotto un embargo totale). Il presidente americano Joe Biden non vuole che si ripeta la strage avvenuta sette giorni fa, quando migliaia di palestinesi affamati hanno preso d’assalto un convoglio di camion carichi di aiuti. Oltre 100 persone hanno perso la vita schiacciate nella calca e dai camion, o uccise da colpi di arma da fuoco sparati dalle forze israeliane. Dopo il lancio di aiuti dal cielo avvenuto sabato, ieri gli Stati Uniti, insieme alla Giordania, hanno eseguito un’altra operazione per paracadutare razioni di cibo su Gaza. Anche altri Paesi e organizzazioni sono intenzionati a seguire l’esempio americano. L’Unione europea ha reso noto che sta studiando due opzioni; paracadutare aiuti sulla Striscia oppure creare un “corridoio” attraverso Cipro.
La riapertura del valico di Rafah resta tuttavia indispensabile. Martedì sono state paracadutate su Gaza 38 mila razioni- pasto. Una goccia in mezzo al mare. A non aver cibo sufficiente sarebbero più di due milioni di persone. A soffrire la fame estrema sarebbe una famiglia su quattro.
Da giorni oltre 1.500 mezzi sono in coda, in attesa del permesso per poter entrare nella Striscia di Gaza