Menarini, fatturato a + 5,3% trainato dal mercato Usa e dai farmaci oncologici
Il giro d’affari 2023 è salito a quota 4,375 miliardi, il 79% è realizzato all’estero Investiti in ricerca e sviluppo 480 milioni; presto in Italia il via libera all’Elacestrant
Nel giugno 2020, in pieno lockdown, la multinazione del farmaco Menarini acquistò una piccola ma promettente azienda biotech americana, Stemline, quotata al Nasdaq e poi delistata, che nel gennaio 2023 ha registrato negli Stati Uniti un innovativo farmaco per il tumore al seno avanzato o metastatico, a cui la comunità scientifica attribuisce grandi potenzialità. La strategia del gruppo fiorentino, che fa interamente capo alla famiglia Aleotti, ha fatto così rotta sull’area oncologica. Le potenzialità del farmaco antitumorale ( Elacestrant) si sono già tradotte in 300 milioni di euro di vendite, che hanno trainato i risultati dell’anno scorso.
Menarini ha chiuso il bilancio consolidato 2023 con un fatturato di 4,375 miliardi di euro, in crescita del 5,3% sul 2022 in un mercato che, come spiegano al Sole 24 Ore i fratelli Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, azionisti del gruppo e membri del board, non ha beneficiato di aumenti dei prezzi, fissati dai governi ( la crescita dei volumi ha toccato il 9,3%). I ricavi internazionali sono arrivati al 79%, con gli Usa primo paese estero di sbocco. Il margine operativo lordo ( ebitda) si aggira ( il bilancio non è ancora stato approvato) sui 340- 350 milioni di euro, in leggera contrazione rispetto all’anno precedente ( quasi 400 milioni). Gli investimenti in ricerca e sviluppo hanno raggiunto i 480 milioni. « È stato un anno interessante, per certi versi entusiasmante » dice Lucia Aleotti, che ieri nella sede della Camera di commercio di Firenze ha presentato risultati e progetti col ceo Elcin Barker Ergun.
« Abbiamo deciso di entrare negli Usa con farmaci ad alta specializzazione - spiegano i fratelli Aleotti - destinati a centri oncologici di alto livello. Per questo abbiamo di fatto creato una nuova azienda, in grado di coprire tutti gli Stati americani, con un forte investimento. Nel Paese più competitivo al mondo, abbiamo deciso di competere » . Dopo gli Usa, il farmaco per il tumore al seno nel settembre scorso è stato registrato in Europa ed è gia in commercio in Germania, mentre in Italia sono in corso le procedure dell’Agenzia del farmaco. « Speriamo di avere il via libera entro fine anno » dicono gli Aleotti.
L’area oncologica rappresenta « un obiettivo importante » per la crescita del Gruppo Menar in i-che ha 18 stabilimenti produttivi nel mondo, nove centri di ricerca e sviluppo e 17.800 dipendenti - e si affianca agli altri driver di sviluppo, le aree cardiovascolare, metabolica e respiratoria. Accanto a queste, l’area che sta particolarmente a cuore agli azionisti Menarini è quella dei nuovi antibiotici in grado di sconfiggere i germi resistenti. « Anni fa abbiamo scelto di investire in questo settore - spiegano - contro il parere degli analisti che sconsigliavano perché non c’è un sistema incentivante. Noi No ilo sentiamo come un tema etico,lo sentiamo come un tema etico, prima ancora che aziendale: più investimentici saranno nell’area dell’antibiotico- resistenza, più le pandemie potranno essere sconfitte ». Per questo serve unPer questo serve un cambio di normativa europea: « Deve essere riconosciuto un prezzo coerente - sottolineano Lucia e Alberto Giovanni Aleotti - oggi questi antibiotici vengono pagati pochissimo: i prezzi non coprono i costi di ricerca e talvolta neppure i costi industriali. Senza cambiamenti, quest’area di ricerca si seccherà » .
Sulle previsioni per il 2024, gli Aleotti sono prudenti: « Ci aspettiamo ancora una crescita del fatturato intorno al 5%, anche se la situazione geopolitica impone cautela. Dalla Cina ci saremmo aspettati di più nel 2023 e non prevediamo una “esplosione” nel 2024; le turbolenze mondiali rischiano di far aumentare il costo delle materie prime, dei trasporti, delle assicurazioni » . Proprio l’aumento dei costi di costruzione ha messo in standby il nuovo stabilimento produttivo che il gruppo aveva programmato a Firenze, nell’area ex- Longinotti: « Lo stabilimento rimane uno biettivostr atestabilimento rimane un obiettivo strategico- affermano gli Al eott i-affermano gli Al eott i-anche sei lavori al momento sono sospesi perl’ a umento dei costi di quasil’ 80%:v ed remo nei prossimi mesi » . Le acquisizioni per adesso sono finite: « Abbiamo fatto un passo importante, vogliamo consolidarci. Nessuna bulimia espansionistica » . Non ci sono ipotesi di aprire il capitale a investitori istituzionali né di quotazione in Borsa: « Non ne vediamo la necessità, abbiamo una filosofia aziendale che è quella di investire e di crescere.dale che è quella di investire e di crescere. La remunerazione degli azionisti non è trale nostre priorità, e infatti tutti i dividenti da oltre 25 anni vengono reinvestidenti da oltre 25 anni vengono reinvestiti nell’azienda. Nessun investitore sarebbe disponibile ad accettare questo ».