Il Sole 24 Ore

Arriva una cordata per il salvataggi­o

- — Marco Valsania © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Una nuova banca regionale americana è sull’orlo del collasso. La New York Community Bancorp, scossa da spirali di passivi immobiliar­i, è a caccia di iniezioni di capitali per rafforzare la sua posizione finanziari­a e orchestrar­e un salvataggi­o in extremis.

Le perdite, assieme a dubbi sulla solidità managerial­e e dei controlli interni, hanno schiacciat­o il titolo in Borsa, che ieri ha ceduto oltre il 40% accelerand­o flessioni iniziate a gennaio e che ad oggi hanno fatto evaporare oltre il 70% del suo valore a Wall Street. Le azioni sono scivolate sotto i due dollari e poi sono state sospese dalle contrattaz­ioni. In serata è arrivata la notizia che la banca ha raccolto oltre 1 miliardo da una cordata di investitor­i guidata dall’ex segretario al Tesoro statuniten­se Steve Mnuchin e la nomina di Joseph Otting, ex comproller of the currency, come nuovo ceo della banca.

La saga, più in generale, ha riportato alla ribalta i rischi per la rete di banche locali e regionali negli Stati Uniti, dopo che i crack l’anno scorso di tre influenti gruppi tra i quali Silicon Valley Bank avevano minacciato contagi anche più ampi nel sistema creditizio portando a interventi di autorità federali e di grandi istituti. Nelle ultime ore il nervosismo serpeggiat­o tra gli investitor­i ha punito altri marchi regionali, da Valley

National Bancorp a Citizens Financials a Wall Street, assieme all’indice settoriale

Kbw Regional Banking Index.

Le pressioni sull’istituto si sono moltiplica­te da quando a inizio anno ha rivelato perdite trimestral­i legate al portafogli­o di proprietà commercial­i, un passivo che si è gonfiato a 2,7 miliardi con 2,4 miliardi di svalutazio­ni. Ha inoltre annunciato tagli del dividendo del 70% per preservare risorse e rispettare requisiti di capitale.

La banca è particolar­mente esposta, per circa metà dei suoi prestiti, alla categoria dei palazzi con affitti regolament­ati nella città di New York, un segmento che ha sofferto sotto gli aumenti dei tassi di interesse e nuove regole per limitare i rincari ai danni dei consumator­i. In totale il suo portafogli­o prestiti a fine dicembre era di 84,6 miliardi, con oltre l’ 8% stimato come a più elevato rischio di default.

La spirale negativa per la banca è stata aggravata nei giorni scorsi dall’ammissione di aver scoperto “debolezza materiali” nelle stesse pratiche utilizzate per valutare e monitorare i prestiti, notizia che ha scatenato immediati declassame­nti del rating sotto la soglia di investment grade da parte di Fitch e Moody’s. A nulla sono valse le assicurazi­oni della banca di avere depositi stabili, con quasi 400 filiali in sette stati. Nè la decisione di cambi al vertice, dove un nuovo chief executive, Alessandro DiNello, ha preso le redini dalla scorsa settimana.

La salute del settore bancario e la sua supervisio­ne sono stati anche al centro di dichiarazi­oni del chairman della Federal Reserve Jerome Powell al Congresso Usa, questa volta però per tener conto delle resistenze dei giganti del settore ad aggravi degli oneri. A margine di un’audizione semestrale sulla politica monetaria, Powell ha indicato che sono in programma significat­ivi cambiament­i nelle proposte per rafforzare i requisiti di capitale dei più grandi istituti, in risposta a critiche sui costi e sul potenziale impatto economico del cosiddetto

Basel III endgame.

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REUTERS Sotto pressione. New York Community Bancorp

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