Il Sole 24 Ore

Acea accelera sulle infrastrut­ture: 7,6 miliardi d’investimen­ti al 2028

Impegno da 4,7 miliardi per l’idrico nel nuovo piano Oltre 1 miliardo di cedole L’ad Palermo: « Opportunit­à nell’acqua e nei rifiuti, approccio diligente »

- Celestina Dominelli

Una focalizzaz­ione forte sui business regolati ( idrico, elettrico e ambiente), dai quali non a caso arriverà il 90% del contributo sull’Ebitda, atteso a 1,8 miliardi nel 2028. Con l’obiettivo, su cui l’ad Fabrizio Palermo insiste molto, di consolidar­e il posizionam­ento di Acea nello sviluppo infrastrut­turale al servizio della crescita del Paese. Ma senza tralasciar­e la remunerazi­one degli azionisti, ai quali sarà distribuit­o oltre un miliardo di cedole nei prossimi cinque anni, con una crescita annua del 4% del dividend per share ( dividendo per azione, l’indicatore che quantifica la quota di utili destinata ai soci) dagli 0,88 euro per azione del 2023, che il ceo giudica già « un buon segnale » .

Si muove lungo questi assi il nuovo piano industrial­e 2024- 2028 che ieri è stato presentato dai vertici di Acea nella sede di Borsa Italiana e che prevede 7,6 miliardi di investimen­ti nei prossimi cinque anni. Di questi, 4,7 miliardi saranno riservati al business dell’acqua, il cui Ebitda – che pesa per il 54% sul totale – è atteso crescere a un ritmo medio annuo del 7%, ( da 0,7 miliardi nel 2023 a un miliardo nel 2028) e con una stima di incremento sulla Rab ( Regulatory asset base, il valore del capitale investito netto a fini regolatori), altro tassello su cui sono puntati gli occhi di analisti e investitor­i, prevista pari a 6,9 miliardi al 2028, in crescita dell’ 8% sul 2023 ( mentre l’asticella per l’intero perimetro è attesa a 10,5 miliardi a fine piano).

« È un piano ambizioso ma in un certo senso conservati­vo per quanto riguarda il perimetro di applicazio­ne » , ha spiegato ieri l’ad Palermo, affiancato dalla cfo Sabrina Di Bartolomeo, per poi rimarcare la volontà di Acea di continuare a guardarsi attorno ( « ogni singola opportunit­à sarà valutata in modo diligente » ). Con un occhio soprattutt­o all’idrico in cui la persistent­e frammentaz­ione del mercato domestico potrebbe schiudere finestre importanti per la società, già in prima linea nel comparto e impegnata nel progetto di raddoppio dell’acquedotto del Peschiera ( 1,2 miliardi di investimen­ti, di cui 700 milioni inseriti nella legge di bilancio 2023), la seconda opera più importante per dimensioni dopo il Ponte sullo Stretto. « Nell’acqua – chiarisce il top manager – ci siamo già mossi riaprendo la partecipaz­ione alle gare in Regioni in cui non eravamo presenti, come la Sicilia, e abbiamo lavorato in una logica di partnershi­p, come quella sottoscrit­ta con Acquedotto Pugliese » .

Nel settore dei rifiuti - dove la sfida principale rimane a oggi la gara, in corso, per il termovalor­izzatore di Roma « che avrà – precisa l’ad – un dispiegame­nto in termini di ricavi in là nel tempo » in caso di aggiudicaz­ione - la società punta a rafforzare la leadership nel Sud, con 500 milioni di investimen­ti e con una semplifica­zione della struttura societaria in cinque filiere di trattament­o, dal compostagg­io al riciclo plastica. In linea con una più complessiv­a riorganizz­azione che Palermo ha già avviato da tempo e che riguarda anche la parte ingegneris­tica dove è pronto un polo unico, Acea Infrastruc­ture, in cui sono state riunite le diverse “braccia” della società e le relative expertise.

Poi c’è il capitolo estero con Acea che, precisa Palermo, « sta valutando opportunit­à di crescita in Europa, Africa e Middle East anche tramite partnershi­p » . E con contatti già avviati su diverse piazze, a partire dall’Egitto dove ieri una delegazion­e della società è volata per valutare possibili collaboraz­ioni su alcuni progetti, come quello della desalinizz­azione dell’area del Canale di Suez.

Insomma, la “macchina” marcia a pieni giri e con la rotta puntata sui business regolati. Ma tenendo sempre alta l’attenzione, fa capire Palermo, « su opportunit­à di asset rotation » . Il ceo non specifica quali ( « prematuro dare dei numeri » ), si limita solo a evidenziar­e che « in futuro potrebbe esserci l’uscita da alcuni asset o la valorizzaz­ione di altri » con eventuali acquisizio­ni. Qualcuno prova a sollecitar­lo sul tema della possibile vendita dei clienti retail nel mercato elettrico – dove il piano prevede 2 miliardi di investimen­ti al 2028 –, ma Palermo non si sbottona: « L’approccio che vogliamo avere innanzitut­to è quello di lavorare sui business esistenti e di portare la massima efficienza » . Con l’ambizione di un solido operatore infrastrut­turale e non più quella di una multiutili­ty.

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di Acea da settembre 2022
fabrIzIo palermo È amministra­tore delegato di Acea da settembre 2022

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