« Inwit, investimenti per 800 milioni »
Crescita a doppia cifra su tutti gli indicatori finanziari per Inwit: dai ricavi ( 960,3 milioni; + 12,6%) all’Ebitdaal ( 685,6 milioni; + 16,8%), al recurring free cash flow ( 611,5 milioni; + 24,4%), all’utile ( 339,5 milioni; + 15,7%). Anche la proposta di dividendo sale del + 38% a 48 centesimi, per 452,8 milioni da distribuire. Più dei profitti. « Abbiamo consistenti riserve. E in più la generazione di cassa ci conforta su questa come su altre scelte, ad esempio sugli investimenti » , spiega Diego Galli, direttore generale della società delle torri di Tlc nata in casa Tim e che ora vede nel capitale il fondo Ardian poco meno del 30% e Vantage Towers ( Vodafone, Kkr e Gip) al 33%. Ieri ha dato l’ok al bilancio e al piano industriale 2024- 26. All’interno del quale « abbiamo aumentato gli investimenti »
Nell’arco di piano 800 milioni. Lo scorso anno quella cifra era di 650 milioni. E abbiamo realizzato 905 nuove torri. Da qui al 2026 prevediamo di aggiungere 2mila siti ai 24mila esistenti e circa 500 coperture indoor Das alle 450 già attive. È un impegno necessario, frutto della
Di quanto?
consapevolezza che andiamo sempre di più verso una hyper connected society che si basa e ha bisogno di infrastrutture digitali passive efficienti.
Come finanzierete questi investimenti?
La nostra è una struttura finanziaria solida. La leva nel 2023 si è attestata su 4,8 volte e, comunque, con il nostro profilo di crescita e la generazione di cassa continuerà a scendere fino a 4,1 volte nel 2026. A ogni modo fino a 5,5 volte il livello è sostenibile, considerando che il nostro modello di business ha contratti a lungo termine. Attiveremo nuove linee di finanziamento nel 2024, ma il livello di generazione di cassa ci permette investimenti oltre a un’interessante remunerazione dei soci.
Cosa prevedete su questo versante per i prossimi anni?
Abbiamo aumentato di 100 milioni nel 2024 e confermato il + 7,5% di tasso medio annuo di crescita. Già per l’esercizio 2023 si parla di 120 milioni in più. Abbiamo avviato anche la seconda tranche di buy back per un importo massimo di 150 milioni, nell’ambito del piano di riacquisto per 300 milioni da completare entro ottobre 2024.
Siete operativi nelle torri per le Tlc eppure l’andamento del vostro settore è così differente dalle telco.
Siamo una società infrastrutturale. Nella quale il modello di business è basato su forti investimenti, ma anche sulla condivisione delle stesse infrastrutture. E, per quanto ci riguarda, beneficiamo del fatto di avere come principali clienti i due primari operatori Tim e Vodafone e, in logica neutral host, tutti gli altri. L’efficienza del modello e la domanda di infrastrutture digitali sta facendo il resto.
Come valutate l’impatto della possibile unione di Vodafone e Fastweb?
Difficile commentare, non conosciamo i dettagli dell’eventuale operazione, ma considerando la qualità dei nostri asset e contratti la valutiamo in maniera neutrale, se non positiva per noi se si traduce in un assetto più sostenibile per l’industria e a maggior supporto degli investimenti.
Come sta andando l’execution del bando piano Italia 5G Pnrr che vi siete aggiudicati insieme con Tim e Vodafone?
Abbiamo completato le milestone del 2023 e siamo in linea per il futuro. Tutto all’interno di un piano industriale che, peraltro, è in piena coerenza con il piano di sostenibilità che ha target importanti: azienda carbon neutral nel 2024 e net zero emissioni nel 2040.
La generazione di cassa consente investimenti e interessanti remunerazioni per gli azionisti