Abruzzo, Pd e M5S a caccia d’indecisi In Basilicata blindato il campo largo
Chiorazzo congela il passo indietro, ma Schlein e Conte decisi per un nome comune
Tutti in Abruzzo a tentare di rimotivare i rispettivi elettorati per la sfida di domenica tra il governatore meloniano uscente Marco Marsilio e Luciano D’Amico, il civico scelto da Pd, M5s e tutto il centrosinistra. Se la segretaria del Pd Elly Schlein ha chiuso giovedì la campagna elettorale del partito assieme al governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, ieri la scena è stata di Giuseppe Conte e della neo governatrice pentastellata della Sardegna Alessandra Todde. Mentre in soccorso di Marsilio, dopo il palco di Pescara con la premier Giorgia Meloni e tutti i leader martedì, sono tornati Antonio Tajani e Matteo Salvini. « Ma quale testa a testa, è la sinistra che parla di testa e testa, noi siamo sicuri di vincere » , dice il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia. E poi precisa: « Ho sentito poco fa Gianni Letta, che ha fatto tanto per l’Abruzzo e guarda con attenzione al lavoro di Marsilio » . Quasi a fugare i dubbi del vecchio plenipotenziario del Cavaliere sull’esito delle elezioni abruzzesi, dubbi riportati da alcune cronache giornalistiche nei giorni scorsi ( « attenzione che quel D’Amico è bravo » , avrebbe detto).
Da parte sua l’opposizione sogna il bis dopo la Sardegna e punta soprattutto sugli indecisi: « Se l’affluenza è buona - è il ragionamento che si fa a Largo del Nazareno - D’Amico vince » . Ma punta anche sul fatto che, anche se in Abruzzo non sarà possibile il voto disgiunto che ha tanto favorito Todde in Sardegna, per la prima volta in una competizione regionale il campo è davvero larghissimo e va dal M5s al Pd fino ad Azione e alla renziana Italia Viva. E se è la somma che fa il totale, come diceva il grande Totò... « Uniti si vince » , ripetono non a caso all’unisono i due leader Schlein e Conte. Quest’ultimo, in particolare, si sbilancia più di quanto non abbia fatto negli ultimi giorni: « Al governo con il Pd? Ovviamente non ho mai pensato che il M5s potesse arrivare al 50,01%. Bisogna poter lavorare e sicuramente il Pd è un protagonista del campo progressista » .
Lo spirito unitario Pd- M5s si riversa anche a Roma, dove per tutto il giorno proseguono le trattative per un candidato comune anche in Basilicata, al voto il 20 e 21 aprile. L’imprenditore delle coop bianche Angelo Chiorazzo, fino a pochi giorni fa in campo con il sostengo del Pd locale e dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza e poi “stoppato” dal M5s, sta valutando il suo passo indietro. In mattinata incontra prima Schlein e subito dopo va a casa di Conte in partenza per l’Abruzzo. Ma le trattative non portano a risultati concreti, tanto che i tre si rivedranno tutti assieme stamattina ( « il confronto è stato fruttuoso ma occorre un ulteriore passaggio per arrivare all’indicazione di una candidatura credibile e unitaria » , è la nota serale di Conte). Ufficialmente non ci sono fatti nomi alternativi a Chiorazzo, ma le voci si rincorrono tutto il giorno su un possibile nome nuovo, un civico ( il manager economico Giampiero Maruggi, tra i volti più noti della lista di Chiorazzo Basilicata casa comune, sul quale però ci sarebbe il veto di Conte). Il fatto politico nuovo è comunque la decisione di Schlein di cambiare il cavallo già in corsa per tentare l’accordo largo con il M5s ( che alle politiche è stato primo partito con il 25%) e anche con Azione di Carlo Calenda ( Marcello Pittella, candidato al Senato, ha preso quasi il 10%): se Chiorazzo sarà della partita bene, altrimenti il dato è comunque tratto. Sullo sfondo, a due settimane dalla presentazione delle liste, restano i nomi del manager pubblico Lorenzo Bochicchio ( ex direttore generale dell’Asl di Potenza), di Rocco Paternò ( presidente dell’Ordine dei medici di Potenza) e del presidente della Provincia di Matera, il dem Piero Marrese.
‘ TRATTATIVA Giornata di incontri a Roma, in campo anche Calenda, che in Basilicata punta al 10%