Il B7 chiede impegno comune ai Grandi per investire nell’intelligenza artificiale
Il mercato della Ia arriverà nel 2024 a 373 miliardi per passare a 946 nel 2030 Tra le priorità dello sviluppo: rafforzare la sicurezza dell’accesso ai dati
Un impegno comune dei Paesi del G7 sugli investimenti, unendo le forze tra pubblico e privato, in particolare su digitale e Intelligenza artificiale per migliorare competitività e produttività, assieme ad un ripensamento delle catene di approvvigionamento, con l’impegno di promuovere un commercio libero, aperto e multilaterale.
Dalle cifre emerge il grande impatto che avranno la digitalizzazione e l’Intelligenza artificiale: gli investimenti globali pubblici e privati per la trasformazione digitale raggiungeranno i 3,4 mila miliardi nel 2026 e il mercato dell’IA arriverà nel 2024 a 373 miliardi di dollari, che diventeranno 946 entro il 2030.
Sono i numeri e le priorità d’azione per il G7 messi in evidenza nella nota B7 Flash, l’analisi di Confindustria e Deloitte elaborata in occasione del primo evento del B7 in programma a Verona il 13 marzo, « G7 Industry Stakeholders Conference, Digital Transformation for Competitiveness » , e della ministeriale « Industria, Tecnologia e Digitale del G7 » , in agenda il 14 e il 15 marzo a Verona e a Trento.
« La digitalizzazione è fondamentale per tutti i settori industriali, sia nel privato sia nel pubblico, ci impegneremo per promuovere le competenze digitali oltre i confini delle imprese e raggiungere anche le Pubbliche amministrazioni, per rafforzare la sicurezza dell’accesso ai dati e fornire a imprese e cittadini servizi più efficienti e sicuri » , è il commento di Emma Marcegaglia, che ha avuto dal presidente di Confindustria, Carlo
Bonomi, il ruolo di B7Chair ( è il più autorevole tra gli Engagement Groups del G7).
« Siamo consapevoli dei rischi, il B7 – ha continuato - si è impegnato a sviluppare codici etici armonizzati, un passaggio decisivo. Elaboreremo raccomandazioni di policy per consentire all’Ai di dispiegare il potenziale positivo, rendendo l’industria dei nostri Paesi più forte e competitiva » .
L’industria manifatturiera nel mondo ha raggiunto un valore di 16,2 mila miliardi di dollari, ha un peso medio del 16% circa sul Pil mondiale. La manifattura è un traino fondamentale del Pil dei Paesi del G7, specie per Germania, Giappone, Italia, e una voce fondamentale per l’export.
La digitalizzazione è fondamentale: nel 2023 le società digitalmente più mature hanno registrato un EBIT maggiore del 6% rispetto a quelle meno mature. Un fattore sempre più strategico in ogni settore: nel 2022 in Europa ( incluso UK) il 69% delle aziende manifatturiere adottava tecnologie avanzate, dato che sale a 98% nella media tra Germania, Giappone, Regno Unito e Usa.
Nel mercato dell’Intelligenza artificiale cresce di più il machine lear
( 528 miliardi al 2030); l’AI generativa, ( 207 miliardi) e le applicazioni AI della robotica ( 37 miliardi). Quanto alle aree si stima che il mercato dell’AI arriverà in Europa a 202,5 miliardi di dollari, 237 in Usa, 105 in Cina e 15 in India. La Smart Factory, cioè l’integrazione tra tecnologie digitali e hardware per ottimizzare processi e prodotti, potrebbe avere nel 2026 un valore di mercato di 165 miliardi di dollari, con una crescita annua del 20,6 per cento.
La misura degli investimenti per la trasformazione digitale, che salgono in media del 16,3% all’anno dal 2023 al 2026, evidenziano l’importanza di creare ecosistemi che ne massimizzino l’impatto, con benefici industriali e sociali.