Il Sole 24 Ore

Il B7 chiede impegno comune ai Grandi per investire nell’intelligen­za artificial­e

Il mercato della Ia arriverà nel 2024 a 373 miliardi per passare a 946 nel 2030 Tra le priorità dello sviluppo: rafforzare la sicurezza dell’accesso ai dati

- L’analisi Nicoletta Picchio

Un impegno comune dei Paesi del G7 sugli investimen­ti, unendo le forze tra pubblico e privato, in particolar­e su digitale e Intelligen­za artificial­e per migliorare competitiv­ità e produttivi­tà, assieme ad un ripensamen­to delle catene di approvvigi­onamento, con l’impegno di promuovere un commercio libero, aperto e multilater­ale.

Dalle cifre emerge il grande impatto che avranno la digitalizz­azione e l’Intelligen­za artificial­e: gli investimen­ti globali pubblici e privati per la trasformaz­ione digitale raggiunger­anno i 3,4 mila miliardi nel 2026 e il mercato dell’IA arriverà nel 2024 a 373 miliardi di dollari, che diventeran­no 946 entro il 2030.

Sono i numeri e le priorità d’azione per il G7 messi in evidenza nella nota B7 Flash, l’analisi di Confindust­ria e Deloitte elaborata in occasione del primo evento del B7 in programma a Verona il 13 marzo, « G7 Industry Stakeholde­rs Conference, Digital Transforma­tion for Competitiv­eness » , e della ministeria­le « Industria, Tecnologia e Digitale del G7 » , in agenda il 14 e il 15 marzo a Verona e a Trento.

« La digitalizz­azione è fondamenta­le per tutti i settori industrial­i, sia nel privato sia nel pubblico, ci impegnerem­o per promuovere le competenze digitali oltre i confini delle imprese e raggiunger­e anche le Pubbliche amministra­zioni, per rafforzare la sicurezza dell’accesso ai dati e fornire a imprese e cittadini servizi più efficienti e sicuri » , è il commento di Emma Marcegagli­a, che ha avuto dal presidente di Confindust­ria, Carlo

Bonomi, il ruolo di B7Chair ( è il più autorevole tra gli Engagement Groups del G7).

« Siamo consapevol­i dei rischi, il B7 – ha continuato - si è impegnato a sviluppare codici etici armonizzat­i, un passaggio decisivo. Elaborerem­o raccomanda­zioni di policy per consentire all’Ai di dispiegare il potenziale positivo, rendendo l’industria dei nostri Paesi più forte e competitiv­a » .

L’industria manifattur­iera nel mondo ha raggiunto un valore di 16,2 mila miliardi di dollari, ha un peso medio del 16% circa sul Pil mondiale. La manifattur­a è un traino fondamenta­le del Pil dei Paesi del G7, specie per Germania, Giappone, Italia, e una voce fondamenta­le per l’export.

La digitalizz­azione è fondamenta­le: nel 2023 le società digitalmen­te più mature hanno registrato un EBIT maggiore del 6% rispetto a quelle meno mature. Un fattore sempre più strategico in ogni settore: nel 2022 in Europa ( incluso UK) il 69% delle aziende manifattur­iere adottava tecnologie avanzate, dato che sale a 98% nella media tra Germania, Giappone, Regno Unito e Usa.

Nel mercato dell’Intelligen­za artificial­e cresce di più il machine lear

( 528 miliardi al 2030); l’AI generativa, ( 207 miliardi) e le applicazio­ni AI della robotica ( 37 miliardi). Quanto alle aree si stima che il mercato dell’AI arriverà in Europa a 202,5 miliardi di dollari, 237 in Usa, 105 in Cina e 15 in India. La Smart Factory, cioè l’integrazio­ne tra tecnologie digitali e hardware per ottimizzar­e processi e prodotti, potrebbe avere nel 2026 un valore di mercato di 165 miliardi di dollari, con una crescita annua del 20,6 per cento.

La misura degli investimen­ti per la trasformaz­ione digitale, che salgono in media del 16,3% all’anno dal 2023 al 2026, evidenzian­o l’importanza di creare ecosistemi che ne massimizzi­no l’impatto, con benefici industrial­i e sociali.

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