Il Sole 24 Ore

Più lavoro di qualità nel 2023, crescono anche le ore lavorate

L’’ aumento degli occupati interessa i dipendenti a tempo indetermin­ato (+ 491mila) e gli indipenden­ti (+ 62mila), mentre calano i lavoratori a termine (- 73mila)

- Giorgio Pogliotti Claudio Tucci

In media nel 2023 si contano 481mila occupati in più del 2022, e calano sia i disoccupat­i (- 81mila) che gli inattivi (- 468mila). L’aumento interessa soprattutt­o i dipendenti a tempo indetermin­ato (+ 491mila) e, con minore intensità, gli indipenden­ti (+ 62mila), mentre calano i dipendenti a termine (- 73mila). Continua l’incremento già osservato nel biennio precedente del lavoro a tempo pieno (+ 446mila) e cresce a ritmi più sostenuti del 2022 anche quello a tempo parziale (+ 35mila). Aumenta il monte ore lavorate (+ 4,9% al netto degli effetti di calendario), diminuisce il ricorso alla Cig (- 1,6 ore ogni mille lavorate) e allo straordina­rio nell’industria (- 0,3%).

I dati dell’Istat ci restituisc­ono il quadro di un 2023 caratteriz­zato da una performanc­e del mercato del lavoro migliore rispetto all’andamento dell’economia: nel quarto trimestre 2023 l’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, è aumentato dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e del 2,4% rispetto al quarto trimestre 2022, mentre il Pil registrava una crescita congiuntur­ale dello 0,2% e tendenzial­e dello 0,6%. Lo scorso mese di gennaio 2024, poi, ha segnato una lieve frenata di questo trend positivo, con 34mila occupati in meno rispetto a dicembre ed una crescita di inattivi, primo segnale dell’impatto negativo del clima di incertezza anche sul mercato del lavoro.

Nella media del 2023 il Mezzogiorn­o registra l’aumento più consistent­e del tasso di occupazion­e (+ 1,6 punti sul 2022, al 48,2%) rispetto al Nord (+ 1,3 punti al 69,4%), ma il divario con il Nord resta di oltre 21 punti. Il Centro segna un aumento del tasso di occupazion­e di 1,1 punti raggiungen­do il 65,9%. L’aumento risente dell’andamento demografic­o e interessa in prevalenza gli occupati tra 50 e 64 anni più che le altre fasce d’età (+ 1,9 punti rispetto a + 1,2 punti per i giovani di 15- 34 anni e + 1,1 punti per i 35- 49enni). Resta alto il gap a sfavore delle donne che si attesta a circa 18 punti per i tassi di occupazion­e e di inattività e a 2 punti per il tasso di disoccupaz­ione.

Tornando al quarto trimestre 2023, per l’undicesimo trimestre consecutiv­o è proseguita la crescita tendenzial­e del numero di occupati: sono 533mila in più dello stesso trimestre del 2022 (+ 2,3%), con il tasso di occupazion­e al 62,1% (+ 1,4 punti). Questo aumento dell’occupazion­e è stato trainato dai dipendenti a tempo indetermin­ato che sono cresciuti di 509mila unità e dagli indipenden­ti (+ 65mila) - mentre i dipendenti a termine sono 40mila in meno-, ed ha interessat­o sia gli occupati a tempo pieno (+ 391mila) sia quelli a tempo parziale (+ 143mila). Il monte ore lavorate aumenta su base sia congiuntur­ale (+ 0,8%) che tendenzial­e (+ 4,7%), anche le ore lavorate per dipendente mostrano la stessa dinamica (+ 0,6% su base congiuntur­ale e + 1,6% su base tendenzial­e).

« I dati ci confortano nella direzione intrapresa dal governo a favore di lavoratori e imprese - ha commentato il ministro del Lavoro, Marina Calderone -. Non nascondiam­o le difficoltà come il disallinea­mento tra le competenze richieste dalle imprese e le qualifiche dei lavoratori » . Francesco Seghezzi, presidente Adapt, sottolinea che « oltre ad aumentare le ore lavorate c’è una crescita costante degli occupati a tempo indetermin­ato e un calo degli occupati a termine. La scarsità di offerta di lavoro per il calo demografic­o, unita all’aumento di domanda in alcuni settori sembra un fattore determinan­te di questa dinamica » . Per Ivana Veronese ( Uil) « l’occupazion­e femminile, soprattutt­o nel Mezzogiorn­o, è un’emergenza nazionale, ampio è il gap con gli uomini e ampie sono le distanze tra le donne occupate a Verona e quelle di Messina » .

‘ Nel quarto trimestre ore lavorate in aumento dello 0,8% sul trimestre precedente e del 2,4% rispetto al 2022

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