Volkswagen, 30 nuovi modelli e flessibilità: ma il titolo cade
Le azioni del colosso tedesco cedono il 23% in un anno e il 58% dal top di tre anni fa Utile in progresso a 17,9 miliardi, ma nel 2024 mini crescita di ricavi e margini
Tentata dimostrazione di forza con un piano da 170 miliardi di investimenti (- 10 sul previsto, risparmi) tra il 2025 e il 2029. Affondo sull’offerta di prodotti: 30 novità, probabilmente troppe. Rassicurazioni sulla flessibilità, spingendo sull’ibrido plug- in, a fronte di un mercato che in questa fase non premia il passaggio all’auto elettrica a batteria nella misura auspicata. Senza dimenticare la concorrenza sempre più agguerrita e le stime sugli utili, soprattutto in Cina. Così il Gruppo Volkswagen guarda all’anno in corso senza entusiasmare: crescita dei ricavi fino al 5% e solo un leggero miglioramento dei margini. Il titolo perde vistosamente quota, nonostante il dividendo in crescita e il payout al 28 per cento: - 4,45% nella seduta di ieri, ma il 23% da un anno e - 58% dai massimi di tre anni fa, nel post- Covid. Viene scambiato, ricorda il Wsj, a meno di quattro volte gli utili a termine. Toyota, unico pari in termini di dimensioni e portata globale, è a 10 volte. Stellantis, che per lungo tempo è stata scambiata a sconto persino rispetto a Vw, viene ora valutata a cinque volte gli utili dopo un ottimo 2023. Oggi Volkswagen è solamente il nono gruppo mondiale per capitalizzazione, subito dopo Ferrari.
Intanto la casa di Wolfsburg ha realizzato nel 2023 un utile netto di 17,9 miliardi di euro nell’esercizio 2023 (+ 13,1%) e un utile operativo, prima di voci straordinarie, di 22,6 miliardi in linea con il 2022 su ricavi cresciuti del 15% a 322,3 miliardi. Ancora il Wsj fa notare che l’utile netto non è poi quel che sembra. In termini approssimativi, Toyota prevede di ottenere un utile netto superiore del 50% per l’esercizio finanziario fino a marzo, anche se ha venduto solo il 20% di veicoli in più rispetto a Vw nel 2023. E ancora, i volumi di vendita sono saliti del 12% con 9,24 milioni di veicoli consegnati. Il ritorno sulle vendite, prima delle voci straordinarie, è del 7%, non brillante se si guarda, per esempio, alla doppia cifra di Stellantis. « Nel 2023 - ha commentato durante la conferenza annuale con la stampa il ceo, Oliver Blume - abbiamo creato una base solida. Guardiamo con fiducia all’esercizio 2024 » .
Il primo costruttore automobilistico europeo prevede che nei prossimi mesi gli ordini riguardanti i suoi veicoli in Europa occidentale riceveranno una spinta da un record 30 nuovi modelli, compresi quelli elettrici a batteria. Proprio i Bev, nonostante la quota record del 2023, l’ 8,3%, e la leadership in Europa, con 771mila unità vendute (+ 35% sul 2022) rappresentano un’incognita sotto il profilo della domanda, che non corre. « In alcune regioni l’adozione della mobilità elettrica sta avvenendo a un ritmo meno rapido del previsto » , ha scritto Vw nel comunicato.
« La mobilità elettrica è il futuro - ha tuttavia ribadito Blume - siamo pronti per il 2035 ( anno fissato, al momento, dalla Ue per lo stop alla produzione dei motori a combustione interna, ndr), ma siamo sufficientemente flessibili » . C’è poi la delicata questione Cina. Il gigante asiatico è tuttora primo mercato per il gruppo tedesco, grazie ai modelli con motore termico. Ma si stima un utile operativo proporzionale in calo tra il 20 e il 40% per le joint venture, su un totale dei 2,6 miliardi nel 2023. « Il principale fattore negativo è il contesto di mercato altamente competitivo » , ricordano gli analisti di Ubs. La debolezza delle previsioni potrebbe comportare una riduzione del consenso sugli utili per azione fino al 5 per cento.