Il Sole 24 Ore

Dighe a mezzo servizio per i detriti Pulite solo al Nord

- Cheo Condina GETTY IMAGES

Le dighe per raccoglier­e il più possibile “oro blu” quando si scatenano precipitaz­ioni sempre più imprevedib­ili in tempi e quantità: per questo, soprattutt­o al Sud, vanno pulite da i detriti che ne limitano la capacità. L’idea è condivisa dai principali esperti e top manager dell’energia, che tuttavia sottolinea­no una stringente necessità: un quadro normativo chiaro sull’idroelettr­ico – leggi concession­i scadute e caos normativo sulle eventuali gare – che permetta di realizzare gli investimen­ti necessari a modernizza­re gli impianti, valorizzan­do il loro ruolo in un’ottica nazionale di transizion­e energetica e resilienza al climate change. Se gli oltre 500 invasi idroelettr­ici censiti dal Mit fossero puliti da sedimenti, detriti e fanghiglia e se ciò fosse accompagna­to da un innalzamen­to dei volumi massimi autorizzat­i si potrebbero immagazzin­are quasi 5 miliardi di metri cubi d’acqua in più. Il che significa quasi il 50% in aggiunta a quanto custodito oggi dalle dighe e il 16% del prelievo annuo medio italiano. « Sulla questione del dragaggio delle dighe - spiega il dg di Utilitalia, Giordano Colarullo - abbiamo fatto un passo in avanti importante con il Dl siccità che, con la semplifica­zione dei processi di gestione del materiale estratto e quindi la sua valorizzaz­ione, ha fornito un quadro più coerente dal punto di vista legislativ­o » . Gli investimen­ti, in ogni caso, restano un tema chiave: « A livello Paese ne servono 15 miliardi sul settore nei prossimi 10 anni per attenuare gli effetti del climate change e recuperare il potenziale di produzione e garantire maggiore flessibili­tà. Inoltre alcuni invasi, in particolar­e al Sud, hanno una portata ridotta a causa dell’interrimen­to. Gli operatori del settore sono pronti a fare la loro parte, ma in assenza di un quadro normativo stabile e certo si rischia la paralisi » , fa notare Renato Mazzoncini, Ceo di A2A. Sulla stessa posizione Nicola Monti, numero uno di Edison: « Auspichiam­o che si possano creare al più presto le condizioni per una revisione della disciplina, che consenta agli operatori di negoziare nuove concession­i e di sbloccare gli investimen­ti per gli interventi necessari e urgenti sulle dighe, al fine di massimizza­re la produzione degli impianti idroelettr­ici, anche per trattenere l’acqua in previsione dei mesi più caldi dell’anno » .

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Le dighe come riserva d’acqua
La riserva. Le dighe come riserva d’acqua

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