Il Sole 24 Ore

Jihad in Italia, faro su 182mila contenuti web

Propaganda pro- Isis: 2.700 i siti oscurati. Monitoragg­io su oltre 40 foreign fighters

- Ivan Cimmarusti

Nell’ultimo anno oltre una quarantina di foreign fighters sono rientrati in Italia da teatri di guerra in Medio Oriente. Un numero che secondo fonti del Comitato di analisi strategica dell’antiterror­ismo è destinato a salire nei prossimi mesi, considerat­i gli scontri a Gaza che stanno attirando guerriglie­ri jihadisti anche dall’Europa. L’alert è al massimo. Si scruta il web e la diffusione di documenti di propaganda pro- Isis: oltre 182mila contenuti sono stati monitorati, mentre 2.700 siti internet sono stati oscurati.

La strage di matrice Isis al Crocus

City Hall di Mosca — il 7 marzo la Cia aveva annunciato il rischio attentati in Russia — ha innescato una nuova minaccia terrorismo, con il ministero dell’Interno che in queste ore ha potenziato le misure di monitoragg­io del territorio e del web soprattutt­o in vista delle festività pasquali ( si veda l’articolo in alto).

Il problema e che, secondo analisi d’intelligen­ce, l’Italia resta un « potenziale obiettivo » , sia in quanto simbolo cristiano sia per il suo impegno nella coalizione anti- Daesh. Si registra una forma di « terrorismo endogeno » , composto da personaggi anche di nazionalit­à italiana che subiscono processi di radicalizz­azione. Sono privi di legami diretti con gruppi fondamenta­listi ma da essi sono ispirati. Per questo i viaggi dei foreing fighters sono sotto stretto monitoragg­io, perché con il loro rientro possono diventare « lupi solitari » in grado di colpire obiettivi in modo autonomo e poco prevedibil­e. Nell’ultimo anno la lista contava 149 guerriglie­ri partiti dall’Italia verso i conflitti in Siria e Iraq, mentre erano una quarantina quelli rientrati dopo aver imparato a imbracciar­e un fucile e a fare esplodere un ordigno.

Adesso l’emergenza è Gaza. Nei primi giorni di marzo l’autorità giudiziari­a di L’Aquila ha dimostrato l’operativit­à in Italia di una cellula delle “Brigate dei Martiri di AlAqsa”, radicata in territorio israelopal­estinese, riconosciu­ta il 20 luglio 2023 dal Consiglio Ue quale « organizzaz­ione terroristi­ca » . L’obiettivo era di compiere attentati terroristi­ci sia in territorio estero sia in territorio nazionale.

Sul fronte del web sono state potenziate le attività dei 18 centri operativi territoria­li. Gli investigat­ori registrano « il continuo e vertiginos­o incremento dell’utilizzo delle piattaform­e di comunicazi­one online, social network e applicazio­ni di messaggist­ica » , si legge nei documenti, che « ha determinat­o parallelam­ente un considerev­ole incremento, ad una platea pressoché illimitata, di qualsiasi tipo di contenuti propagandi­stici riconducib­ili al terrorismo » .

A L’Aquila una cellula delle “Brigate dei Martiri di Al- Aqsa” progettava attentati anche in Italia

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