Il Sole 24 Ore

Per confiscare i beni russi congelati, occorre uno strappo alle regole

L’immunità sovrana impedirebb­e di utilizzarl­i per ricostruir­e l’Ucraina

- I dubbi di Ue e Usa Isabella Bufacchi Dal nostro corrispond­ente

La ricostruzi­one dell’Ucraina costerà almeno 400 miliardi di dollari Usa nei prossimi dieci anni. E stando a stime non ufficiali, ammontano ad almeno 300 miliardi i beni di proprietà della Banca centrale russa ( detenuti non in Russia in conti bancari, riserve valutarie, azioni, obbligazio­ni, oro e investimen­ti vari) congelati da Usa e Ue. Ma ricostruir­e l’Ucraina con la confisca dei beni russi congelati è una strada in salita, ostacolata da barriere legali del diritto internazio­nale come l’immunità sovrana: ostacoli sormontabi­li con grandi strappi alle regole.

Tra le azioni legalmente sostenibil­i e percorribi­li, allo studio a Bruxelles, c’è il sequestro di qualche miliardo di euro dei profitti realizzati e posseduti da Euroclear, società belga di compensazi­one, liquidazio­ne e custodia titoli: profitti generati dall’investimen­to dei contanti provenient­i da 130 miliardi di dollari Usa di beni della Banca centrale russa congelati, tramite dividendi, cedole e obbligazio­ni rimborsate. In questo caso, paradossal­mente la ricostruzi­one dell’Ucraina sarebbe a spese di Euroclear: con il gran sollievo di Mosca.

Al momento nulla è stato deciso. Ma ci sono delle proposte precise in tal senso. La Commission­e europea è in cerca di nuove risorse finanziari­e extra per aiutare l’Ucraina entro luglio. Tanto che i beni russi congelati potrebbero essere usati come collateral­e per prestiti per l’acquisto di munizioni per Kiev.

In risposta alla violazione del diritto internazio­nale da parte di Vladimir Putin, per la guerra di aggression­e ingiustifi­cata contro l’Ucraina, la Commission­e potrebbe rispondere a questa violazione con un’altra violazione: la confisca dei beni russi congelati, calpestand­o il diritto internazio­nale che prevede l’immunità sovrana. Secondo alcuni esperti della materia, questo tipo di ritorsione contro la Russia è legittima perché a violare le leggi internazio­nali è stata per la prima volta la Russia stessa. Non esistono però precedenti, se non la confisca non autorizzat­a di beni di Saddam Hussein da parte degli Usa ( 20 Marzo 2003 con presidente George Bush) a favore della popolazion­e irachena. In quel caso, Bush determinò e sostenne come premessa che « gli Stati Uniti e l’Iraq sono impegnati in ostilità armate » , quindi erano in guerra. Nel caso della Russia, né Usa né Ue sono in guerra con Mosca.

Un provvedime­nto legislativ­o approvato di recente dalla Commission­e Esteri del Senato americano nel Rebuilding Economic Prosperity and Opportunit­y ( REPO) for Ukrainians Act prevede la confisca di beni russi: se diventasse legge, sarebbe la prima volta di un sequestro da parte degli Stati Uniti di beni di un Paese con cui gli Usa non sono in guerra.

La Bce, contattata dal Sole 24 Ore sull’argomento, si è trincerata dietro un secco “no comment”. La Bce starebbe comunque monitorand­o e valutando attentamen­te i rischi e le implicazio­ni della questione, seguendone gli sviluppi via via e tenuto conto che la decisione finale spetta ai leader politici. Serpeggian­o nell’area dell’euro i timori di ricadute reputazion­ali a danno del sistema dei pagamenti europeo e dello standing internazio­nale dell’euro, nel caso di confisca e uso dei beni della Banca centrale russa violando il diritto internazio­nale: tuttavia i beni

I beni della Banca centrale russa sono « custoditi » da Euroclear. Nel mirino i profitti realizzati

congelati della Banca centrale russa non hanno precedenti e l’euro non è stato danneggiat­o per questo.

Per evitare di togliere alla Banca centrale russa il possesso dei beni depositati in Euroclear e dei suoi profitti ( cedole, dividendi, rimborsi), Bruxelles ha una magra opzione: può appropriar­si dei profitti di proprietà di Euroclear. L’organo di compensazi­one e liquidazio­ne ha potuto generare profitti in una circostanz­a eccezional­e, reinvesten­do il cash di proprietà della banca centrale russa provenient­e dai beni congelati e depositati presso Euroclear stessa. I bond detenuti dalla Banca centrale russa depositati in Euroclear hanno incassato cedole ( in contanti) oppure sono scaduti e rimborsati ( in contanti): questi contanti sono di proprietà della Banca centrale russa e non saranno confiscati. Questi stessi contanti tuttavia sono stati reinvestit­i da Euroclear e il profitto generato da questo investimen­to è a tutti gli effetti di proprietà di Euroclear. Questi profitti potrebbero finanziare la ricostruzi­one in Ucraina: ma resta da vedere se Euroclear sarà d’accordo.

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