Filiera Auto, dopo i tavoli il piano di rilancio In campo anche la Cdp
I cinque tavoli tematici del Mimit hanno lavorato per quasi tre mesi e sono arrivati, con il coordinamento dell’Anfia e la consulenza di Alix Partners, a una proposta di piano pluriennale a sostegno dell’automotive Made in Italy che dovrebbe diventare un Protocollo d’Intesa, da siglare con il Ministero. Quattro le aree di intervento per una ventina di azioni che coinvolgono anche altri Ministeri e che guardano al 2028, con l’obiettivo di sostenere la competitività delle imprese italiane e facilitare la crescita dei volumi produttivi di Stellantis in Italia, a quota un milione di veicoli.
La bozza di lavoro alla base del futuro Protocollo ha come obiettivo il sostegno alla transizione e alla parziale riconversione del settore auto, con attenzione particolare alla tenuta occupazionale e al ricambio generazionale, tanto che per garantire l’ingresso di giovani lavoratori è prevista la reintroduzione dei contratti di espansione e la possibilità di favorire assunzioni in aree sotto- dimensionate sostenendo, al contempo, uscite incentivate. Il tema della tutela delle filiere produttive è al centro del documento che per la prima volta prevede, ad esempio, la possibilità di utilizzare strumenti pubblici per favorire processi di aggregazione e crescita aziendale, con il potenziale sostegno di Cassa Depositi e Prestiti. In campo anche possibili finanziamenti su progetti di riconversione, concentrati su aziende “capo- filiera” attraverso i Contratti di Sviluppo. O ancora l’introduzione di nuovi ammortizzatori sociali per le aziende in transizione, con aggiustamenti come la riduzione del preavviso per ricorso alla cig o la diminuzione del contributo aziendale. Tra le ipotesi c’è anche la possibilità di reinserimento lavorativo facilitato grazie a meccanismi per il passaggio dei lavoratori da aziende in contrazione a imprese in fase di sviluppo, ricorrendo a una job agency dedicata.
Al tema della formazione dovrebbe essere riservato un nuovo Piano nazionale usando il Fondo nuove competenze, Gol, Just transition fund, e altre possibili voci. Il tema della mancanza di un campione nazionale della componentistica fa il paio con il sottodimensionamento delle imprese, con ricadute importanti sulla competitività delle aziende italiane. A questo tema in particolare guarda una delle aree di intervento, con una serie di misure in campo. La bozza prevede la creazione di gruppi di acquisto delle aziende della filiera per servizi comuni come l’energia e la logistica, oppure beni. L’energia, in particolare, rappresenta una variabile importante che minaccia la competitività delle imprese italiane e la bozza di lavoro prevede possibili sostegni per impianti di produzione di energia da fonti alternative attraverso strumenti come i Power Purchase Agreement con operatori terzi, oppure per le comunità energetiche ( Cer) nel settore auto, con il possibile inserimento anche di big player per creare economie di scala. Tra le ipotesi operative c’è anche la mitigazione del costo dell’energia attraverso incentivi o agevolazioni per le filiere a rischio delocalizzazione.
L’insieme di misure che dovrebbero confluite nel Protocollo guardano soprattutto all’apparato produttivo del settore auto e non al mercato tout court anche se a partire dal 2025 operatori e tecnici ipotizzano che in Italia, sulla scia di quanto sta già facendo la Francia, si possa sperimentare una forma di incentivazione per l’acquisto di veicoli in base a uno scoring di impronta ecologica, formulato sulla base di principi Esg, e di fornitura, a tutela della produzione di componenti in Italia, affiancando questi principi alle attuali soglie di reddito. Si tratta di un approccio nuovo che potrebbe essere esteso anche al comparto delle auto aziendali e dei veicoli commerciali. Sul fronte dell’innovazione tecnologica, il piano guarda a possibili collaborazione tra Oem, aziende della filiera e Università a sostegno di progetti di ricerca finanziati.
La prossima settimana il Ministero ha convocato i tavoli dedicati alla situazione dei singoli stabilimenti produttivi, a iniziare da Melfi, dopo sarà la volta del tavolo politico per presentare le linee di intervento a sostegno del comparto e definire le risorse da destinare alle varie misure, in parte dal Fondo Automotive, in parte da altre fonti finanziarie.