Stretta sugli affidi dei bambini, scattano ispezioni e controlli
Un registro nazionale e uno in ogni tribunale Un Osservatorio vigilerà
Una mappa chiara delle strutture e delle famiglie che ospitano minori in affidamento dietro provvedimento dei giudici. E un Osservatorio chiamato ad analizzare i dati, con il compito di segnalare « possibili situazioni di istituzionalizzazioni improprie » e il potere di chiedere ispezioni e sopralluoghi.
È stato approvato ieri dal Consiglio dei ministri il disegno di legge messo a punto dalla ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, e dal titolare della Giustizia, Carlo Nordio, che punta a fare ordine in un sistema via via trasformatosi in una giungla. Con l’obiettivo, ha spiegato Roccella in conferenza stampa dopo il Cdm, di lasciarsi alle spalle le cattive pratiche di « istituzionalizzazioni lunghe e affidamenti sine die » e garantire che le separazioni forzate dai genitori avvengano effettivamente « nel supremo interesse del minore » , come prevede la Convenzione Onu sui diritti del fanciullo del 1989.
Il Registro nazionale
In tre articoli ( si veda Il Sole 24 Ore del 23 marzo), il Ddl istituisce innanzitutto un Registro nazionale presso il dipartimento per le Politiche della famiglia dove saranno inseriti, su base provinciale, il numero dei minori collocati in comunità o in nuclei familiari, il nome di ogni istituto e l’elenco di tutti gli enti o le famiglie disponibili ad accogliere bambini e adolescenti.
Le Regioni e gli enti locali dovranno fornire periodicamente le informazioni necessarie. Le modalità di tenuta del Registro dovranno essere definite con un decreto del presidente del Consiglio o della ministra Roccella, previo parere della Conferenza Unificata e sentito il Garante della privacy, entro sei mesi dall'entrata in vigore del testo.
I registri nei tribunali
Anche in ciascun tribunale, sia ordinario sia dei minorenni ( dall’autunno debutterà il tribunale unico per le persone, per i minorenni e per le famiglie), il Ddl stabilisce l’istituzione, in nome del principio di trasparenza, di un registro ad hoc dove per ciascun minore le cancellerie dovranno annotare la data e gli estremi del provvedimento di affidamento ( indicando la comunità, l’istituto o la famiglia affidataria), la legge di riferimento, l’eventuale intervento della forza pubblica con l’indicazione, anche sintetica, della motivazione, e la data e gli estremi del provvedimento che autorizza il minore al rientro in famiglia.
Al dipartimento per la Giustizia minorile ogni tribunale dovrà comunicare i soli dati numerici delle richieste e disposizioni di allontanamento di un minore dalla famiglia, entro trenta giorni dal ricevimento.
I controlli
Sempre al dipartimento per le Politiche della famiglia il Ddl istituisce un Osservatorio nazionale che, oltre ad analizzare i dati raccolti nel Registro, potrà segnalare distorsioni e chiedere ispezioni e sopralluoghi e dovrà presentare una relazione annuale al Parlamento. La speranza del Governo è riuscire a strappare gli allontanamenti dalle famiglie, in particolare quelli avvenuti con l’aiuto delle forze dell’ordine, dalla nebbie dell’assenza di dati e motivazioni fondate. L’ultimo monitoraggio contava nel 2020 26.223 under 18 collocati fuori famiglia, di cui 13.408 in servizi residenziali.