Schlein- Meloni allo scontro ma la guerra sarà con gli alleati
Un mezzo passo avanti o un pre- annuncio. Ci sono tanti modi in cui nel partito - e fuori - hanno interpretato la notizia che « la segreteria Pd chiede alla Schlein » di candidarsi alle europee. L’aria è quella e presto - si dice - lei scioglierà la riserva. Sì perché all’insistenza dei suoi ha detto che vuole ancora ragionarci un po’, come sta facendo Meloni. Si dice che la premier potrebbe ufficializzare il suo impegno personale alla convention di Pescara tra qualche settimana e quindi la leader Pd potrebbe anticiparla di qualche giorno tanto per non mostrarsi al traino delle scelte altrui.
C’è, però, qualche problema in più in casa Democratica.
Nella nota data alle agenzie si legge infatti che in segreteria le richieste sono arrivate ma « con sfumature diverse » . Tradotto, vuol dire che non convince la formula della candidatura di Schlein abbinata ai civicicapolista perché in questo modo si azzera o si sposta nelle retrovie tutta la classe dirigente del partito. C’è, quindi, molto lavoro da fare nella stesura delle liste per appianare le lotte intestine che già si vedono. Un ostacolo che però non sembra ostruire la strada verso la corsa della leader nonostante i saggi consigli di Prodi. E, anzi, proprio il tirare dritto verso la candidatura fa parte della sua narrazione, quella di proporsi come il punto di rottura dagli schemi del “vecchio” Pd, quello dei padri nobili.
Vedremo quindi per la prima volta due donne nel duello elettorale? Certo questa sarà la rappresentazione principale, quella che desterà più curiosità anche per l’allestimento del confronto televisivo, quel faccia a faccia su cui per prima Meloni aveva dato disponibilità. Dove si combatterà realmente, però, non sarà lì, tra loro. La vera battaglia sarà tra “alleati”. Il principale avversario della leader di FdI sarà Salvini e di Schlein sarà Conte e col tempo sarà anche chiaro con quale strategia le due leader vorranno arginare i rivali- amici. Si vede già cosa sta accadendo nel campo della destra tra il capo leghista e la premier. Anche ieri Salvini ha voluto inchiodare Meloni nello schema “sovranista” in Europa, come prima aveva fatto Marine Le
Pen chiedendo alla premier se darà il suo sostegno alla Von der Leyen. « Speriamo che a Bruxelles nessuno possa dire non voglio Le Pen e preferisco Macron » , insisteva Salvini.
Così spera di diventare il vero interprete di destra per riprendersi quei voti che una volta erano suoi e che la premier gli ha sottratto quando sosteneva Draghi. Ora il gioco è al rovescio ed è un gioco vitale per il vicepremier leghista che alle europee combatte per la leadership nel partito. Così come Conte combatte contro Schlein per la guida del centro- sinistra.