Il Sole 24 Ore

Assange, Londra chiede garanzie a Washington per decidere sull’appello

L’Alta Corte rinvia: se non ci saranno assicurazi­oni sui diritti, concederà il ricorso

- L’estradizio­ne Nicol Degli Innocenti

L’ultimo capitolo della lunga storia di Julian Assange deve essere ancora scritto. L’Alta Corte di Londra ieri ha rinviato la decisione sull’estradizio­ne negli Stati Uniti del fondatore di Wikileaks, lasciando però aperta la possibilit­à di concedere un ultimo appello in Gran Bretagna.

I due giudici, che avrebbero dovuto comunicare il loro verdetto finale, hanno invece deciso di dare tre settimane di tempo alle autorità Usa per dare « assicurazi­oni ulteriori » sul trattament­o di Assange se sarà estradato, imprigiona­to e processato negli Stati Uniti.

L’Alta Corte chiede in particolar­e garanzie che Assange, se ritenuto colpevole, non sia condannato alla pena capitale, che non sia penalizzat­o perché non è cittadino americano ma australian­o e che possa ricorrere al primo emendament­o della Costituzio­ne Usa, che tutela la libertà di espression­e.

« Se non riceveremo queste assicurazi­oni, allora concederem­o il diritto all’appello e ci sarà una nuova udienza il 20 maggio » , hanno scritto i giudici.

Il Governo americano chiede da anni l’estradizio­ne di Assange, che intende processare per spionaggio e pirateria informatic­a. Wikileaks nel 2010 e 2011 aveva pubblicato centinaia di migliaia di documenti e video riservati relativi alle guerre in Afghanista­n e in Iraq, oltre a comunicazi­oni segrete tra diplomatic­i Usa. Contro di lui ci sono 18 capi di imputazion­e, per ognuno dei quali potrebbe essere condannato a dieci anni di carcere.

La decisione dei giudici è « sconvolgen­te » , ha detto ieri la moglie Stella Assange, definendo il marito « un prigionier­o politico » .

I legali di Assange hanno sempre insistito che Wikileaks ha pubblicato i documenti nell’interesse pubblico per rivelare crimini di guerra e abusi dei diritti umani da parte di soldati e personale Usa che altrimenti sarebbero rimasti segreti. Come il video che dimostra che nel 2007 un elicottero militare Apache ha ucciso numerosi civili a Baghdad.

« La battaglia continua - ha detto ieri Simon Crowther, il consulente legale di Amnesty Internatio­nal che, come altre ONG, si è schierata dalla parte di Wikileaks -. Tentando di incarcerar­e Assange, gli Usa vogliono inviare un chiaro messaggio a editori e giornalist­i ovunque che potrebbero essere presi di mira se pubblicano notizie riservate, anche se nell’interesse pubblico » .

Le prospettiv­e però non sembrano rosee per Assange: i giudici infatti hanno respinto sei dei nove motivi di ricorso presentati dai suoi avvocati e in particolar­e non hanno accettato la tesi della difesa che è stato « perseguita­to » per motivi politici. « Sicurament­e Assange ha agito per convinzion­e politica, ma questo non vuol dire che la richiesta di estradizio­ne sia dovuta alle sue opinioni politiche » , hanno scritto i giudici.

La palla ora passa nelle mani delle autorità Usa. Ieri il dipartimen­to di Giustizia non ha voluto fare commenti.

Gli esperti legali sono divisi: secondo alcuni i giudici britannici hanno chiesto l’impossibil­e agli Usa: garanzie « solide » prima ancora che il processo contro Assange sia iniziato.

Secondo altri, invece, la mossa è solo un modo di tutelare il sistema giudiziari­o britannico mostrando che sta facendo tutto il possibile per evitare violazioni della libertà di espression­e e dei diritti umani.

È difficile infatti immaginare che dei giudici britannici possano respingere come inadeguate delle assicurazi­oni da parte del più stretto alleato della Gran Bretagna. Sia il Governo conservato­re che la Corte Suprema avevano già dato luce verde all’estradizio­ne di Assange nel 2022.

Il fondatore di Wikileaks è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra da cinque anni. Per sette anni si era rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra per sfuggire all’estradizio­ne. Nel 2019 però l’Ecuador gli aveva tolto lo status di rifugiato politico e Assange era stato arrestato dalla polizia britannica e trasferito a Belmarsh.

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