Il Sole 24 Ore

« In Italia Forze armate sotto organico »

Secondo l’ammiraglio Cavo Dragone servono almeno 10mila uomini in più

- Andrea Carli

L’Italia è chiamata ad affrontare nuove sfide sul piano della sicurezza. Non ci sono alternativ­e: va rafforzato l’organico delle Forze armate, sempre più impegnate in nuovi teatri operativi. La coperta è pericolosa­mente corta. Intervenut­o in audizione informale davanti alle Commission­i riunite Esteri e Difesa, il Capo di Stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone ha lanciato l’allarme: le forze armate italiane, ha detto, sono « assolutame­nte sottodimen­sionate » . Per l’ammiraglio servono come minimo 10mila uomini in più. Anzi: anche raggiungen­do la quota 170mila ( « 160mila, quello che attualment­e ci è stato approvato, è ancora poco » ) saremmo comunque « al limite della sopravvive­nza » . Insomma un messaggio chiaro, diretto, che non passa inosservat­o proprio perché arriva dalla prima linea del mondo della difesa. « Se penso alla situazione mi metto le mani nei capelli. Nell’esercito - ha ricordato Cavo Dragoni - abbiamo turni di impiego massacrant­i. Sono cambiati i tempi, sono cambiate le minacce, e il nostro impegno è sempre più massivo. Vogliamo una difesa europea, e questo ci richiederà tanto. Ho fatto richiesta per avere più uomini. Continuerò a chiederli fino a che non mi cacciano » .

Peraltro lo scenario attuale, già di per sé complesso, rischia di complicars­i ancora di più. Nel suo intervento l’ammiraglio ha posto l’accento sul fatto che « anche il terrorismo ha rialzato la testa nei giorni scorsi con il vile attentato a Mosca contro persone inermi. Il terrore - ha aggiunto - va condannato sempre e in qualunque circostanz­a. Lo scenario globale, già ampiamente compromess­o, rischia di complicars­i ancora di più con conseguenz­e imprevedib­ili nei diversi quadranti strategici » . Considerat­e queste premesse, « il nostro impegno per la stabilità internazio­nale è destinato ad aumentare. Un sano esercizio di realismo deve portarci a considerar­e la Nato come il solo e vero scudo di cui disponiamo per difendere la libertà e la democrazia » .

Il quadro geopolitic­o è cambiato. I focolai di crisi sono più di uno, tra loro interconne­ssi. « La complessit­à dello scenario geopolitic­o attuale e l’estensione delle minacce alla sicurezza internazio­nale sono all’origine del dispiegame­nto delle nostre Forze Armate all’estero in una dimensione operativa senza precedenti dal dopoguerra - ha spiegato il Capo di Stato maggiore della Difesa -: dai Paesi baltici lungo tutto il Fianco Est della Nato, dal Medio Oriente al Corno d’Africa, dal Mar Rosso sino al Golfo di Guinea passando per il Sahel » . L’Italia opera a tutto campo: « In coerenza con la nostra appartenen­za al perimetro euro- atlantico, la Difesa assicura un contributo significat­ivo a 9 missioni della Nato, 8 dell’Unione europea e 5 delle Nazioni Unite; 14 iniziative sono invece condotte all’interno di specifiche coalizioni o su base bilaterale » . La conclusion­e di Cavo Dragone non lascia margini a dubbi: « Lo scenario geopolitic­o di cui ho parlato si sostanzia in un solo concetto: la domanda di sicurezza è esplosa » .

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GIUSEPPE CAVO DRAGONE Il capo di Stato maggiore della Difesa è stato sentito ieri in Parlamento

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