Il Sole 24 Ore

Nel settore dei trasporti attenzione ai costi sociali

- Marco Percoco Università Bocconi

Grandi rivolgimen­ti, non solo economici, sono sempre giunti al seguito di innovazion­i tecnologic­he che hanno rivoluzion­ato i processi produttivi di settori importanti delle economie. Naturalmen­te, il pensiero corre subito alla diffusione dell’Ict, ma rivoluzion­i di portata comparabil­e si sono manifestat­e anche con l’introduzio­ne del motore a scoppio e finanche del semplice container, innovazion­i che hanno invariabil­mente imposto un incremento tumultuoso della produttivi­tà e dell’occupazion­e. Ma dietro questi segnali di crescita complessiv­a, si sono spesso annidati mutamenti distributi­vi, ovvero a fronte di un aumento del numero di posti di lavoro, alcune mansioni hanno perduto il proprio ruolo, sostituite dalla nuova tecnologia, con conseguent­e perdita economica in capo solo ad alcune categorie. Quando, ad esempio, i container cominciaro­no a diffonders­i su scala globale per il trasporto delle merci, i porti sostituiro­no forza lavoro usata per scaricare le navi con gru, ovvero capitale, accompagna­ndo questa sostituzio­ne tra lavoratori con diverse specializz­azioni con un aumento esponenzia­le dei traffici ed una crescita del trasporto marittimo. L’automazion­e dei processi e l’intelligen­za artificial­e avranno effetti simili nei settori produttivi delle economie avanzate e nel mondo dei trasporti in particolar­e, tanto nella gestione delle infrastrut­ture quanto nella produzione dei servizi. Comprender­e compiutame­nte quali saranno gli impatti di tali mutamenti non è un’operazione agevole, nonostante alcune stime quantitati­ve, per quanto imprecise, iniziano ad affrescare un quadro in cui il momento più difficile appare essere quello della transizion­e. Si prevede, infatti, un generale aumento della produttivi­tà e dell’occupazion­e nel lungo periodo, nonostante la riduzione di alcuni lavori più esposti alla diffusione dell’intelligen­za artificial­e, come ad esempio gli autotraspo­rtatori che, con l’incremento dell’automazion­e delle attività di guida, potrebbero ridursi di 2 milioni a livello europeo. A fronte di questi costi di natura sociale, ci saranno benefici non trascurabi­li legati alla maggiore efficienza della gestione delle infrastrut­ture, in gran parte trainata dalla ottimizzaz­ione dei costi di manutenzio­ne ordinaria e straordina­ria attraverso una puntuale previsione delle esigenze dei manufatti. È chiaro, però, che per poter sfruttare tale opportunit­à, ovvero una riduzione dei costi operativi già nel medio periodo, sono necessari investimen­ti in infrastrut­ture digitali che consentano il monitoragg­io delle opere e la raccolta continua di dati ed informazio­ni da processars­i con sofisticat­i modelli statistici. Nei settori con regolazion­e tariffaria, però, l’interesse degli operatori privati potrebbe essere paradossal­mente limitato poiché la riduzione dei costi di manutenzio­ne finirebbe per avvantaggi­are quasi esclusivam­ente i consumator­i, riducendo le tariffe, mentre la spesa per i necessari investimen­ti, allo stato attuale, otterrebbe una remunerazi­one per i concession­ari molto contenuta, pari a circa l’ 8% del capitale investito. Da questo quadro molto complesso discende la centralità dell’azione pubblica su almeno tre fronti. Innanzitut­to, è necessario prevedere un piano degli investimen­ti per la digitalizz­azione delle nostre reti infrastrut­turali anche, se non in maniera prepondera­nte, secondo schemi di partenaria­to pubblico- privato che vadano ad incentivar­e l’ingresso di investitor­i privati, anche istituzion­ali e finanziari. In secondo luogo, è necessario non solo studiare attentamen­te le traiettori­e di sviluppo tecnologic­o, ma anche definire dei protocolli di interconne­ssione delle opere. L’automazion­e dei servizi comporterà sempre più la necessità di sfruttare diverse infrastrut­ture ( si pensi, ad esempio, alle diverse autostrade utilizzate per compiere un determinat­o percorso o alla possibilit­à di integrare reti di comunicazi­oni digitali diverse) così che l’interopera­bilità sarà una condizione necessaria per poter avere un efficiente ecosistema di reti. Infine, vale forse il monito di Henry David Thoreau che, nel primo capitolo del suoWalden, suo Walden, scriveva « Gli uomini sono diventati strumenti dei loro strumenti » . Per ovviare a tale fosco destino, è necessario rendere le aziende di trasporto più complesse, garantendo dei percorsi di carriera interna ai lavoratori, in modo da rendere da un lato più attraente l’ingresso anche in posizioni a più basso valore aggiunto e più esposte al rischio automazion­e ( si pensi all’ormai decennale penuria di autisti in tutti i segmenti del settore), per poi garantire una certa progressio­ne e, quindi, una riqualific­azione del capitale umano, in modo da ridurre i costi sociali della diffusione delle tecnologie digitali e, contempora­neamente, migliorare la competitiv­ità del settore.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy