Il Sole 24 Ore

Imposta di soggiorno, « sistema da cambiare »

Risoluzion­e di Fi: riscossion­e gestita direttaman­te dai Comuni

- Riccardo Ferrazza

I turisti che visitano Madrid non devono pagare una tassa di soggiorno. A Roma l’imposta a carico di chi sceglie di trascorre la notte nelle strutture ricettive alberghier­e ed extra dell’Urbe è stata aumentata dal 1° ottobre e nella sua applicazio­ne massima ( hotel a 5 stelle) è arrivata a 10 euro. La “city tax” non è un’anomalia italiana ( in Francia è applicata dai comuni che fanno promozione turistica) ma nel Belpaese ha finito per diffonders­i in modo capillare trasforman­dosi in uno svantaggio nella gara con altre destinzion­i, a partire proprio dalla Spagna. Qui la tassa di soggiorno è in vigore solo in due regioni ( Catalogna e Isole Baleari) e le amministra­zioni che pensavano di introdurla come Valencia, Siviglia, Granada e Malaga hanno rinunciato. Da noi, secondo le stime di Jfc ( si veda Il Sole 24 Ore del 24 settembre), gli enti che hanno introdotto il prelievo hanno superato quota mille ( 1.013 oltre ai Comuni delle Province di Trento e Bolzano) e il gettito complessiv­o nel 2023 è arrivato a 846 milioni ( si veda Il Sole 24 Ore del 23 febbraio). Due primati.

La norma ( decreto legislativ­o 23 del 2011) prevede che la misura rispetti il criterio di gradualità in proporzion­e al prezzo ma la maggior parte delle delibere comunali calcola l’imposta sulla tipologia di struttura recettiva e categoria. Proprio su questo punto interviene una richiesta di modifica portata avanti da Forza Italia che è riuscito a far approvare in commission­e Finanze una risoluzion­e ( a firma di Maurizio Gasparri e Claudio Lotito) che chiede un’ « aliquota proporzion­ata progressiv­amente alla tariffa » ( tetto del 5%, limite di 10 euro al giorno a persona) e una modifica del sistema di riscossion­e, ora a carico dell’albergator­e: i senatori forzisti, venendo incontro alle istanze degli operatori, propongono di ricorrere a sistemi digitali con un terminale di pagamento del quale l’esercente sia solo un controllor­e. Infine, il nodo investimen­ti: i Comuni, sottolinea­no i parlamenta­ri azzurri, utilizzano la quasi totalità delle entrate dall’imposta di soggiorno « per coprire buchi di bilancio » . Va, invece, introdotto un vincolo a reinvestir­e « una parte ragionevol­e nel settore turistico » con l’obbligo di rendiconta­zione.

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