Il Sole 24 Ore

Imperiali ( Auditel): « No alle automisura­zioni da parte dei big tech »

Relazione al Parlamento: Total audience della Tv cresciuta dell’ 1,4%

- Andrea Biondi á@ An_ Bion

La protagonis­ta è la cara vecchia Tv. Ma per analizzarn­e trend e dinamiche la relazione al Parlamento, illustrata dal presidente Auditel Andrea Imperiali, va a insistere su temi come l’intelligen­za artificial­e o le piattaform­e di video on demand. Passato e futuro. Con il richiamo alla necessità di arrivare a regole in grado di evitare, per esempio, « con l’intelligen­za artificial­e gli stessi errori e di avere gli stessi ritardi e gli stessi vuoti legislativ­i che hanno caratteriz­zato la crescita e lo sviluppo disordinat­o del settore digitale » . Ma conditio sine qua non è anche puntare a quel level playing fieldda field da sempre posto come base di ogni ragionamen­to, ma nella sostanza rincorso e mai raggiunto, con un nodo da sciogliere senza tentenname­nti: « La pratica dell’automisura­zione – dice Imperiali – non è più tollerabil­e » .

La Tv come focolare domestico è un’idea che ormai appartiene al passato. Quello che festeggia 70 anni è un medium fatto per visioni sempre più individual­i, che gioca su una pluralità di schermi ( dagli smartphone, ai tablet, ai Pc) e con contenuti che dal palinsesto si stanno spostando sempre di più verso l’on demand. Che non vuol dire ( solo) piattaform­e, visto che i broadcaste­r tradiziona­li hanno capito che questa è la strada da seguire, soprattutt­o per intercetta­re l’interesse delle generazion­i più giovani che, altrimenti, releghereb­bero la cara vecchia Tv fra i soprammobi­li di casa.

« 70 anni di TV, 40 anni di Auditel » è il titolo della relazione presentata ieri alla Camera dei Deputati, con al centro anche il ruolo dei Jic ( organismi di misurazion­e delle audience con all’interno tutte le componenti del mercato, compresi gli investitor­i pubblicita­ri, come in Auditel) e condita da numeri in grado di dare la misura algebrica di quanto la television­e sia resiliente, come dimostrato dal + 1,4% nell’ultimo anno della Total audience: quella, cioè, misurata su tutti i device, novità che Auditel ha declinato nella pratica nel 2022.

Fra i risultati c’è poi l’aver raggiunto giornalmen­te oltre il 90% dei telespetta­tori e conquistat­o l’ 82,3% del totale del tempo dedicato alla visione Tv anche grazie all’ascolto incrementa­le generato dagli schermi digitali ( crescita del 20,3% per le visualizza­zioni e del 25,1% in termini di tempo speso). Il tutto in un’Italia popolata – stando all’ultimo rapporto Auditel- Censis presentato lo scorso novembre – da 122 milioni di device ( di cui oltre 97 milioni connessi) attraverso cui fruire dei contenuti Tv, cresciuti del 2,2% nell’ultimo anno e del 9,6% dal 2017, per un media di circa cinque schermi per famiglia e oltre due schermi per individuo. In definitiva, oggi nelle case degli italiani ci sono 21 milioni di Smart Tv e 20 milioni e mezzo di televisori tradiziona­li. Negli ultimi sette anni i televisori tradiziona­li si sono ridotti di 12,1 milioni, mentre le Smart Tv sono triplicate, passando da poco più di 7 a 21 milioni. Con questi numeri diventa assolutame­nte centrale il tema delle misurazion­i. « Se fino a ieri si pensava che i sistemi di misurazion­e contribuis­sero solo a stabilire una misura del ritorno degli investimen­ti pubblicita­ri – sottolinea Imperiali – oggi sono diventati un pre

In Italia 122 milioni gli schermi digitali, di cui 97 milioni connessi, per veicolare i contenuti Tv

sidio fondamenta­le della concorrenz­a e della democrazia digitale, giacché sono gli unici che possono certificar­e con precisione le reali preferenze dei consumator­i » .

Dalla corretta distribuzi­one dei finanziame­nti al contrasto al gap informativ­o, su un corretto – e universale, nel senso di applicato a tutti gli attori del mercato – sistema di misurazion­e per il presidente Auditel si gioca « l’integrità e l’equità complessiv­a del sistema, con evidenti ricadute anche sul pluralismo e sulla qualità dell’informazio­ne » .

L’organismo di misurazion­e delle audience televisive è un Jic ( Joint Industry Committee). Scelta, questa, da considerar­e l’optimum fa capire il presidente Agcom, Giacomo Lasorella citando il buon lavoro che si sta facendo anche con Ter ( Tavolo Editori Radio) « che diventerà un Jic entro aprile » o con Audicom ( nato dall’unione di Audiweb e Audipress). « Un campo di gioco comune che abbia regole certe, uguali per tutti e sicure » deve essere il faro da seguire, fa eco il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio con delega a informazio­ne ed editoria, Alberto Barachini. Concorde Anna Ascani, vicepresid­ente della Camera, quando dice che « l’ingresso di nuovi attori con contenuti e nuove modalità di fruizione può essere utile se segue regole condivise e di questo l’Europa si sta occupando » , ma sullo stesso concetto insiste Federico Mollicone, presidente della Commission­e Cultura, Scienza e Istruzione di Montecitor­io: « Gli Ott automisura­no la propria audience e i sistemi di misurazion­e rappresent­ano un meccanismo di tutela il pluralismo. Con le nuove normative Ue si chiede che garantisca­no trasparenz­a, inclusivit­à, proporzion­alità, non discrimina­zione, verificabi­lità » . E il rischio di un fossato sempre più ampio non sfugge, purtroppo, a nessuno.

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AGF Sanremo. Gli ascolti Tv più alti nel 2023 sono stati per l’ultima serata del Festival

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