Il Sole 24 Ore

« Il Mercato Unico riparta da energia, finanza e Tlc »

Enrico Letta espone le linee guida del rapporto che presenterà al Consiglio Ue Spada: « Noi europeisti convinti ma si cambi passo per non perdere l’industria »

- Incontro in Assolombar­da Luca Orlando

« L’inerzia equivale al declino. E dati alla mano, c’è una drammatica urgenza di rovesciare lo stato attuale delle cose » .

Il senso del rapporto che tra poche settimane Enrico Letta presenterà al Consiglio Europeo è qui, nel richiamo forte a un cambio di passo e di prospettiv­a, puntando alla valorizzaz­ione massima di quello che l’ex Premier considera uno degli asset principali a disposizio­ne dell’Europa, una delle poche armi spendibili per riequilibr­are le forze in campo rispetto a Stati Uniti e Cina: il Mercato Unico. « Grandissim­o sogno che si è realizzato – spiega – ma che ora va aggiornato alla luce del mutato assetto della geopolitic­a globale » .

Tesi di fondo che in vista della presentazi­one formale al Consiglio Ue del 17 aprile ieri Letta ha esposto nella sede di Assolombar­da, incassando un ampio consenso da parte delle imprese riunite per il Consiglio Direttivo della prima territoria­le di Confindust­ria .

« Occorre – ha spiegato il presidente di Assolombar­da Alessandro Spada – puntare con forza sull’Europa, Bruxelles ormai è il principale centro decisional­e ma proprio per questo auspichiam­o un cambio di passo » . Troppe le scelte ideologich­e, spiega, troppa l’enfasi posta sulla normazione. Mentre si perde di vista l’obiettivo della competitiv­ità trascurand­o la politica manifattur­iera, con un rischio di deindustri­alizzazion­e diventato sempre più alto. « Ciò che auspichiam­o è una strategia chiara e comune

su alcuni temi strategici come l’energia, le materie prime critiche, la difesa, il fisco: l’Europa ha senso solo se resta unita e noi imprendito­ri siamo europeisti convinti. Ma occorre agire in modo pragmatico, prevedendo in primis strumenti finanziari adeguati per affrontare le grandi sfide della transizion­e, come stanno facendo Cina e Stati Uniti » .

Come reagire, dunque, di fronte a questi nodi?

I passi in avanti nella competitiv­ità, spiega nel suo intervento Enrico Letta, si potranno fare anzitutto colmando le grandi lacune del Mercato Unico, che finora ha lasciato fuori dal proprio perimetro tre ambiti chiave come energia, finanza e telecomuni­cazioni.

« La frammentaz­ione è il limite europeo odierno – spiega – perché se prendiamo i gruppi statuniten­si di tlc vediamo che hanno in media 107 milioni di clienti, da noi invece appena 5 milioni: solo scalando verso l’alto questi numeri possiamo pensare di creare gruppi in grado di competere su scala globale » .

Frammentaz­ione che frena le ambizioni continenta­li su più livelli: dai trasporti, con una rete di alta velocità ferroviari­a che non collega le capitali europee o ancora nella finanza, con il paradosso di vedere le grandi banche d’affari Usa convogliar­e verso quel sistema 300 miliardi di euro all’anno di risparmi euro

pei, fondi che invece più utilmente potrebbero essere investiti qui.

Finanza che in effetti diventa un tema cruciale per ogni scelta chiave dei prossimi anni. Come la difesa comune, l’allargamen­to o ancora la doppia transizion­e green e digitale.

« Decisioni che costano – scandisce Letta – e per cui occorre prevedere risorse adeguate, anche coinvolgen­do capitali privati, che dovranno trovare convenient­e un utilizzo in questi ambiti. Anche per questo, la creazione di un mercato unico dei capitali è una tappa fondamenta­le » .

Riforme che in gran parte si possono fare a Trattati vigenti, « perché il mio obiettivo – spiega – non è quello di presentare un testo da dimenticar­e in un cassetto di qualche ufficio, ma di fornire un programma operativo, che tolga ogni alibi sulla fattibilit­à del percorso di riforme da attuare » .

Le domande della platea evidenzian­o i nodi in un percorso comunque complesso: dai rischi dell’allargamen­to alle difficoltà decisional­i di un’Europa che deve spesso procedere con voto unanime.

Ma il consenso è ampio, la strada indicata è quella più volte ribadita dalle stesse imprese. « L’Europa è la nostra visione - conclude Spada - e ciò che serve è una maggiore consapevol­ezza delle potenziali­tà dello stare insieme. Arroccarsi nei singoli mercati oggi non ha più senso » .

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Summit. L’incontro fra Enrico Letta ( a sinistra) e Alessandro Spada ( Assolombar­da)

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