Hera, crescono utili e dividendi ai soci
Risultato netto adjusted a 417 milioni (+ 12%) e cedola in rialzo a 14 centesimi
Hera chiude il 2023 con un risultato netto adjusted in crescita del 12% a 417 milioni di euro, che consentirà alla multiutility bolognese di distribuire una cedola pari a 14 centesimi per azione, in rialzo di 1,5 centesimi rispetto all’ultimo dividendo pagato (+ 12%). I dati definitivi, diffusi ieri, hanno di fatto confermato i provvisori forniti al mercato a gennaio e vedono un margine operativo lordo a ridosso di 1,5 miliardi (+ 15,4%), mentre i ricavi – sottolinea una nota – sono calati del 25,8% a 15 miliardi « principalmente per la normalizzazione dei prezzi delle commodities energetiche e dei volumi gas, delle minori attività di intermediazione e del clima mite registrato nella prima parte dell’anno » .
La discesa del fatturato è un trend registrato dalle principali utility italiane, che in ogni caso hanno visto nel 2023 un vero e proprio anno record, anche grazie al fatto che sono riuscite a “smaltire” molti contratti di fornitura a prezzo fisso di elettricità e gas in perdita perché finalizzati prima della guerra in Ucraina.
In ogni caso, nel 2023, per Hera l’utile netto di pertinenza degli azionisti si è attestato a 375,2 milioni (+ 16,5%), mentre gli investimenti hanno raggiunto 815,8 milioni. In parallelo l’indebitamento finanziario netto è sceso a 3,82 miliardi, rispetto ai 4,24 miliardi di fine 2022, con una leva sul Mol migliorata a 2,56 volte. « Chiudiamo il 2023 con una performance record dei principali indicatori economici e finanziari, ottenuti in un contesto macroeconomico ancora volatile e incerto » , ha sottolineato in una nota il presidente esecutivo Cristian Fabbri. Questi risultati, secondo il manager, sono stati raggiunti « soprattutto grazie al contributo dell’area ambiente e dell’area energy e confermano la validità della visione strategica del gruppo, costituendo così il primo tassello del piano industriale approvato a gennaio » .
Dal canto suo, l’ad Orazio Iacono ha invece fatto notare come il fronte incremento della marginalità ha portato la multiutility « a raggiungere con tre anni di anticipo, superandoli, gli obiettivi fissati dal precedente piano per il 2026 » . Inoltre « la normalizzazione dei prezzi energetici ha permesso di ridurre il capitale circolante netto e di abbassare l’indebitamento finanziario netto del 10%, ottenendo così un significativo miglioramento della struttura patrimoniale e finanziaria: il gruppo ha quindi riguadagnato l’usuale flessibilità finanziaria, per continuare a cogliere le opportunità di crescita nei mercati di riferimento ancora altamente frammentati » . A partire, per esempio, dalla filiera ambientale in cui Hera si considera leader in Italia. In una giornata negativa per il comparto delle utility, il titolo del gruppo bolognese ha chiuso in ribasso dell’ 1,45% a 3,272 euro.
Raggiunti con tre anni di anticipo gli obiettivi fissati dal precedente piano