« Finint, M& A per crescere e poi lo sbarco in Borsa »
L’ad Innocenzi: « Ampliato il perimetro, ora siamo una banca d’affari completa » Asset under management a 12,4 miliardi di euro, margine di intermediazione + 43%
Banca Finint chiude il suo 2023 con positivi indicatori di bilancio, guarda alla Borsa nel medio- lungo periodo e valuta possibili acquisizioni in Italia e all’estero: gli asset under management del gruppo presieduto da Enrico Marchi raggiungono i 12,4 miliardi di euro e cresce del 43% il margine di intermediazione che raggiunge i 126 milioni di euro con un margine finanziario e da servizi a 115,8 milioni (+ 36%) e ricavi da commissioni che ammontano a 95,4 milioni (+ 36%) pari al 76% del margine di intermediazione. In crescita significativa (+ 17%) anche l’utile netto che raggiunge i 18,9 milioni contro i 16,2 milioni del 2022.
« L’ampliamento del perimetro del gruppo ci rende ora una banca d’affari completa che, accanto alle tradizionali attività di corporate e investment banking e di asset management, offre anche private banking e attività sui crediti problematici con un’offerta completa e integrata rivolta a imprese, famiglie imprenditoriali e clientela istituzionale – conferma Fabio Innocenzi, amministratore delegato del gruppo Banca Finint -. Gli asset in gestione sono aumentati a 12,4 miliardi e, in particolare, gli asset under management di Finint Investments e di Finint Private Bank sono saliti a 8,5 miliardi rispetto ai 6,8 miliardi del 2022 » . Le quattro aree principali di Banca Finint sono così attualmente l’asset management, il wealth management, l’area della consulenza alla clientela istituzionale e, infine, il credit management, quindi con una diversificazione dei ricavi e sinergie tra i diversi business.
« Nel dettaglio - spiega Innocenzi - l’asset management è cresciuto fino a 5 miliardi di asset in gestione da 3,5 miliardi ( con un + 28% di incremento), anche grazie a prodotti illiquidi come real estate, private capital e energie rinnovabili. Sono stati poi lanciati nuovi prodotti come strumenti di venture capital e il fondo Special Credit Opportunity Fund. L’altra area cresciuta in modo importante è quella del private banking con asset a 3,5 miliardi (+ 19% anno su anno), come pure quella della consulenza evoluta e a valore aggiunto per la clientela, che conta per il 42% sugli asset complessivi in gestione. All’interno dello stesso private banking risiedono ( per complessivi 1,7 miliardi di asset) i servizi di consulenza alla clientela istituzionale come ad esempio i family office, le tesorerie, le casse e le Fondazioni. Infine a doppia cifra è cresciuta anche l’area core tradizionale delle cartolarizzazioni » .
Il gruppo è poi molto più bilanciato che in passato sulle fonti di ricavi: « Le cartolarizzazioni - spiega Innocenzi - contano per il 40%, l’asset management per il 23%, il private banking per il 17% e i non performing per il 10%. Un ulteriore 10%, però di voci non ricorrenti, proviene da operazioni di strutturazione ed M& A. L’altra faccia della medaglia è poi la crescita dei dipendenti di Finint, con un organico che sale a 670 dipendenti ( erano 590 nel 2022). Oltre il 22% ha meno di 30 anni, una percentuale che sale al 40% tra i neo- assunti » .
Anche Innocenzi conferma la volontà del gruppo di quotarsi nel medio- lungo periodo, ipotesi già indicata dal presidente Marchi. « L’obiettivo - sostiene Innocenzi - resta la crescita del business. La Borsa è un progetto di lungo periodo, mentre lo sviluppo per acquisizioni rimane un cantiere aperto. L’operazione su Banca Consulia è di conforto perché ha mostrato la nostra capacità di acquisizione e integrazione. Nel 2023 abbiamo raggiunto il 97% degli obiettivi di sinergie. Ora ci sono opportunità sia nell’asset management sia nel private banking come pure nel settore delle cartolarizzazioni, in Italia o all’estero. Ci attendono nuove sfide in un contesto macroeconomico e geopolitico complesso. Dovremo saperci adattare velocemente alle esigenze di un mercato in continua evoluzione, delineando le linee strategiche del prossimo piano industriale » . In questo contesto un forte volano arriverà dal Pnrr: « Quest’anno - afferma Innocenzi - siamo stati scelti dalla Bei come gestori del Pnrr per le aree del turismo e della riconversione urbana. In particolare, i progetti più interessanti nel turismo avranno un impatto vero e visibile tra il 2024 e il 2025 » .