Anima, Kairos e M& G ai vertici delle classifiche delle società di gestione
A precedere la cerimonia un dibattito sull’impatto delle elezioni sui listini
La 26esima edizione del Premio Alto Rendimento si è conclusa con l’assegnazione di 37 premi ai migliori fondi e gestori. Anima ha conquistato il gradino più alto del podio tra le società big, seguita da Eurizon e Arca. Nel gruppo small primo posto per Kairos Partners, secondo per Natam ( gruppo Banca Finnat) e terzo per Consultinvest. Tra gli esteri pole position per M& G Investment, in seconda e terza posizione Jupiter Am e Lemanik. L’elenco di tutti i vincitori verrà pubblicato sullo speciale ad hoc che uscirà su Plus24 di sabato 30 marzo. L’evento è stato preceduto dalla tavola rotonda dal titolo “Regole e mercati post elezioni europee e americane”. Un’occasione per toccare temi che condizioneranno non solo aspetti economici e sociali, ma anche la dinamica dei mercati. Ne hanno discusso Roberta D’Apice, direttore affari legali e regolamentari di Assogestioni, Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos Partners Sgr, e Stefania Paolo, responsabile per l’Italia di Bny Mellon Im.
Dal confronto tra gli esperti è emerso che, da un punto di vista regolamentare, la partita più importante per l’Unione Europea in campo finanziario sia la Retail Investment Strategy ( Ris) e, più in generale, la Capital Market Union. Roberta D’Apice ha evidenziato tutti gli step che hanno caratterizzato finora la Capital Market Union, delineando poi i tempi per l’approvazione definitiva della Ris, che tra urne e e previsti passaggi di mano tra Commissione, Consiglio e Parlamento Ue è destinata ad allontanarsi. Le previste modifiche a MiFid, Ucits, Aifmd, Priip, Idd e Solvency 2 possono quindi attendere. Un altro tema ha riguardato l’euro digitale e la sua importanza come strumento competitivo che completerà i sistemi di pagamento. Dal versante dei mercati, invece, Stefania Paolo ha sottolineato che oltre alle elezioni in America e in Europa ci sono altri Paesi che andranno alle urne, come per esempio l’India, con esiti che comunque non dovrebbero riservare sorprese. L’idea emersa è che in genere le elezioni abbiano sui mercati un impatto immediato che però si esaurisce in fretta e che quindi in ottica di medio- lungo periodo sia opportuno basarsi sulla selezione di titoli di qualità, tornando all’analisi fondamentale. Alessandro Fugnoli, infine, si è focalizzato sugli Stati Uniti e ha spiegato che in questa tornata non ci sono incognite ( entrambi i candidati sono già conosciuti), enfatizzando l’importanza della configurazione del Congresso, vero organo dal potere decisionale. Trump e Biden hanno molte analogie sulla politica economica ( entrambi stimolano sia sulla domanda sia sull’offerta), sulla strategia protezionistica ( entrambi adottano i dazi contribuendo alla reindustrializzazione interna) e sulla politica fiscale espansiva ( entrambi vogliono stimolare l’economia). La differenza è sul versante della regolamentazione: Trump tende a diminuirla, Biden ad aumentarla ( e ai mercati tanta regolamentazione non piace).