Spunta l’offerta di Neumann da 500 milioni
L’ex ceo e fondatore e un pool di partners vorrebbero riacquistarla
L’intenzione c’era da tempo. Ieri Adam Neumann, l’ex amministratore delegato e cofondatore di WeWork, assieme a un pool di partners, ha formalmente presentato un’offerta di oltre 500 milioni di dollari per rilevare WeWork, la società di coworking finita in bancarotta. A rivelarlo è un’esclusiva delWall del Wall Street Journal, secondo cui uno dei fondatori più controversi del mondo tecnologico punta a riprendere il controllo della compagnia da cui era stato estromesso cinque anni fa dal consiglio di amministrazione.
Il mese scorso gli avvocati di Neumann avevano inviato una lettera ai consulenti di WeWork comunicando l’intenzione di unirsi all’hedge fundThird fund Third Point di Dan Loeb e ad altri investitori per cercare di rilevare la società. Tuttavia, in questa fase, Third Point non risulta essere tra i partecipanti all’offerta presentata ieri.
WeWork – che era stata valutata fino a 47 miliardi di dollari ed era diventato il maggior occupier di uffici a Manhattan – ha presentato la richiesta per il Chapter 11 della legge fallimentare statunitense a novembre scorso. Da febbraio Neumann con la sua società immobiliare, Flow, stava mettendo insieme un pacchetto di finanziamenti per la società di coworking.
La candidatura aggiunge un altro drammatico capitolo alla saga di WeWork e del suo carismatico fondatore, oggetto di libri, podcast, una serie televisiva e un film.
Eppure l’azienda è crollata dopo aver tentato di quotarsi in Borsa nel 2019, esponendo perdite enormi e pratiche commerciali controverse. Neumann si era dimesso lo stesso anno nel tentativo di salvare l’azienda, ma i costosi contratti di locazione degli uffici di WeWork – uniti alla raffica di disdette sopraggiunte con la pandemia e, infine, con un mercato degli uffici che con la diffusione dello smartworking versa ancora in forte crisi – hanno pesato sulle sue finanze.
L’azienda con sede a New York ha dunque dichiarato fallimento lo scorso anno, elencando 19 miliardi di dollari di passività e 15 miliardi di dollari di attività.
Ieri, via email, WeWork ha dichiarato ufficialmente di non essere sorpresa delle manifestazioni di interesse che riceve e di voler rimanere « concentrata sull’obiettivo di emergere dalla protezione contro i fallimenti del Chapter 11nel 11 nel secondo trimestre come un’azienda finanziariamente forte e redditizia » .
In Italia sono attualmente attivi gli spazi di coworking WeWork di Milano, in via San Marco 21, via Filippo Turati 4, via Vittor Pisani 15, via Giuseppe Mazzini 9 e via Meravigli 2. Location particolari, quando possibile palazzi storici, come nel caso di via Mazzini, in precedenza sede della Banca Agricola Milanese, una delle più antiche banche della città. Questo edificio ( proprietà di ASmundi) è locato a WeWork ma gestito da un fondo immobiliare di Hines. Gli spazi di via San Marco invece a inizio 2023 sono passati da Blackstone ad Allianz, restando però nel perimetro del fondo Delphine gestito da Kryalos.