Accise, responsabilità 231 per le imprese
Modelli organizzativi da adeguare e nuovi oneri per gli organismi di vigilanza
Responsabilità amministrativa delle società anche per i reati sulle accise con sanzioni interdittive societarie per le violazioni più gravi. A prevederlo è la bozza di decreto di revisione del sistema sanzionatorio sulle accise e sulle altre imposte indirette sulla produzione e sui consumi.
Il decreto riordina il sistema sanzionatorio in materia di accise sia amministrativo sia penale. In tale contesto vengono inserite all’interno del Testo unico accise anche le violazioni relative ai tabacchi lavorati finora esclusivamente previste dalla normativa doganale che invece in futuro riguarderà solo gli illeciti riferiti a operazioni con Paesi extra Ue. Tuttavia le nuove norme estendono la responsabilità degli enti, in base al Dlgs 231/ 2001, a tutte le violazioni penali previste dal Testo unico e non solo a quelle relative ai tabacchi. Così in futuro oltre agli illeciti penali doganali già previsti dal Dlgs 231/ 2001, l’articolo 25- sexiesdecies prevederà la responsabilità degli enti per tutti i reati in tema di accise. Si tratta in particolare della sanzione fino a duecento quote ( una quota varia da 258,23 a 1.549,37 euro) che può aumentare fino a 400, nel caso in cui le imposte dovute superino i 100mila euro.
Per tali violazioni sono poi previste per la società alcune sanzioni interdittive ( divieto di contrattare con la Pa; esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi; divieto di pubblicizzare beni o servizi) e nei casi più gravi anche l’interdizione dell’esercizio dell’attività e la sospensione o revoca di autorizzazioni, licenze o concessioni.
Queste nuove previsioni rendono quanto mai opportuno, da parte delle società potenzialmente interessate, l’osservanza degli adempimenti previsti dal Dlgs 231/ 2001 ovvero di adeguarsi, nel caso vi abbiano già ottemperato. Sarà quindi necessario predisporre uno specifico modello organizzativo ovvero – se esistente – valutarne l’idoneità. In prima battuta occorrerà un’accurata mappatura delle attività sensibili, cioè gli ambiti di operatività ove i reati previsti dal Testo unico accise potrebbero potenzialmente configurarsi, per ipotizzare rischi, e probabilità di realizzazione nonché le eventuali azioni preventive.
Analogamente saranno interessati alla modifica le attività di controllo gravanti sull’Organismo di vigilanza, il quale dovrà ripensare allo schema di flussi informativi, valutando l’impostazione di nuovi canali da e verso specifiche aree di operatività quali – a titolo esemplificativo – logistica, gestione del “ciclo passivo”, amministrazione con specifico riferimento alla gestione dei pagamenti delle accise. L’efficace attuazione delle modifiche al modello 231 eventualmente necessarie, non potrà prescindere poi dall’impostazione di un adeguato piano di formazione che consenta ai soggetti destinatari ( esponenti aziendali, funzioni di controllo, dipendenti ecc.) di avere piena contezza delle rischiosità connesse ai nuovi reati in tema di accise e consapevolezza delle condotte virtuose per fronteggiarle.