Il Sole 24 Ore

Rendimenti ancora giù: l’asta di titoli di Stato porta al Mef 10 miliardi

Con questo collocamen­to il Tesoro ha raccolto circa un terzo del totale 2024

- Maximilian Cellino

È andata a segno anche l’ultima asta pubblica di un primo trimestre che si è rivelato piuttosto proficuo per il Tesoro italiano. Con i quasi 10 miliardi di euro piazzati ieri l’Italia ha infatti emesso circa 125 miliardi di titoli a medio- lungo temine, in pratica un terzo del fabbisogno stimato annuale. Si è portata così avanti con il lavoro, grazie anche a due collocamen­ti sindacati e alla fortunata operazione BTp Valore, sfruttando uno scenario relativame­nte favorevole in cui lo scarto dei rendimenti da quelli tedeschi, il famigerato spread, si è ridotto fin quasi a 120 punti base per riportarsi su livelli di due anni e mezzo fa.

Entrando nel dettaglio dell’asta di ieri, il Tesoro ha emesso BTp a 5 anni per 3,5 miliardi a un tasso del 3,21% in calo di 21 punti base rispetto al mese precedente, BTp a 7 anni con durata residua 5 anni per 1,25 miliardi al 3,24% e BTp a 10 anni per 3,5 miliardi al 3,67% (- 24 punti base). A completare l’opera anche CcTeu per 1,5 miliardi, sempre a un rendimento in riduzione di 11 punti base al 5,10 per cento. Lo ha fatto in una giornata relativame­nte tranquilla sui mercati obbligazio­nari, con il decennale italiano al 3,62% e lo spread Italia- Germania a quota 132. E nella quale le

Borse europee hanno chiuso in moderato rialzo (+ 0,21% il Ftse Mib) avviandosi anche loro a coronare un trimestre da incornicia­re.

Tornando alla forza relativa mostrata dai BTp nel primo scorcio del 2024, gli analisti sono concordi nel far notare come gran parte della performanc­e sia probabilme­nte dovuta all’appetito degli investitor­i per i rendimenti italiani in un contesto di in cui le banche centrali si accingono a tagliare i tassi. Oltre al forte interesse da parte degli investitor­i retail, testimonia­ta dal già citato BTp valore capace il mese scorso di

Investitor­i attratti dai rendimenti più elevati rispetto a quelli di altri Paesi in vista dei tagli Bce

attirare una domanda di oltre 18 miliardi, Luca Cazzulani di UniCredit Research ricorda come gli stessi investitor­i esteri che erano tornati sui BTp nel 2023 aggiungend­o 35 miliardi di euro ai propri portafogli, abbiano continuato a gennaio con ulteriori 6 miliardi e probabilme­nte intensific­ato gli acquisti a febbraio come sembrano indicare i dati Target- 2. Movimenti di una certa rilevanza sulla cui sostenibil­ità fioccano però adesso interrogat­ivi: « Il restringim­ento dello spread non riflette un migliorame­nto struttural­e dei fondamenta­li economici » e questo rende i BTp o « potenzialm­ente esposti a prese di profitto » , avverte Cazzulani. Con la speranza che per i mercati si tratti soltanto di una pausa di riflession­e fisiologic­a.

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